Su elpais.com c'è un'interessante e lunga intervista all'attivista statunitense
Susan George, la 79enne presidente onoraria di ATTAC. El Pais la presenta
scrivendo che, "residente a Parigi dal 1954, ha lottato per tutta la vita,
agitando coscienze". Nell'intervista spiega il suo punto di vista sulla
crisi economica e sociale e chiede di mettere sotto controllo il sistema
finanziario mondiale, che si sta appropriando di milioni di vite, per garantire
i privilegi "dell'1% dell'1%".
"Abbiamo permesso al capitalismo di appropriarsi, virtualmente, di ogni
aspetto dell'esistenza umana; abbiamo un sistema finanziario completamente fuori
controllo e nessuna autorità sembra voler controllarlo; c'è una corsa delle
multinazionali a impossessarsi delle risorse che rimangono, siano energia, cibo,
terra, acqua, metalli, oro... E 10 anni fa sembrava si stesse producendo una
presa di coscienza ecologica, ma adesso sembra essere sparita
completamente" dice a El PAis, per spiegare cosa succede.
La crisi in cui siamo immersi è "una crisi generalizzata, una convergenza
di varie crisi: la finanziaria, quella delle crescenti disuguaglianze, generata
dal capitalismo, e la ecologica. C'è una crisi alimentare e dell'acqua che ogni
volta riguarda più gente, non solo quello che chiamiamo Terzo Mondo, ma anche i
Paesi ricchi. E su tutto questo c'è la crisi della democrazia: autorità
illegittime che non sono state scelte dai cittadini sono quelle che creano le
regole del gioco. Il mondo cammina verso questo e non è una bella
direzione".
George attacca anche l'ideologia liberista, "che genera idee che la gente
finisce con il credere, come questa che si ascolta tanto in Spagna, cioè che
"abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità" E' una
stupidaggine!" E perché è una stupidaggine? Semplice, spiega Susan George,
rimanendo all'esempio della Spagna e approfittandone per attaccare anche la UE e
la Bundesbank: "Lo Stato spagnolo non ha chiesto prestiti per migliorare il
sistema educativo, il sistema sanitario o culturale o cose che darebbero
benefici alla popolazione; ha chiesto un prestito per salvare il sistema bancario
dopo la crisi immobiliare. La Spagna non era molto indebitata prima della crisi.
Proporzionalmente era meno indebitata dei virtuosi tedeschi, che sono quelli che
hanno tirato fuori i numeri magici che appaiono nel Trattato di Maastricht: c'è
una cifra, il 3%, che marca il limite del deficit che i Paesi non devono
superare; l'altra è che non devono indebitarsi oltre il 60% del PIL. Nessuno sa
da dove arrivino queste cifre, dalla Bundesbank, probabilmente; ma perché il 3%
invece del 4% o il 60% invece del 65%? Sono cifre arbitrarie, che sono state
battute. Poco tempo fa il FMI ha detto che ci siamo sbagliati sul salvataggio
della Grecia (ma intanto ha chiesto il licenziamento di migliaia di impiegati
pubblici alla Grecia e la riduzione del 10% del salario degli spagnoli, mentre
un paio di anni fa lo ha aumentato dell'11% a Lagarde, come denunciano gli
indignados spagnoli). ATTAC ha pubblicato uno studio che mostra come dei 153
miliardi di euro consegnati alla Grecia, il 77% sia andato alle banche. Tutto
questo è basato sull'ideologia. Il sostegno dell'austerità è una fandonia.
Sì, una fandonia matematica ed economica".
Susan George ha le idee chiare su come risolvere la crisi economica e, di passo,
cambiare la direzione al mondo, avviandolo verso la sostenibilità, politica,
economica ed ecologica. La prima misura è mettere sotto controllo il sistema
finanziario, che se continua "a operare secondo le proprie regole ci
porterà oltre il bordo del precipizio"; ci devono essere pene certe per i
banchieri, in modo che non facciano più follie, ci deve essere una divisione
tra la banca d'investimenti e la banca commerciale, in modo che se la prima
fallisce non ci siano conseguenze sulla seconda. Risolto il problema, bisogna
"obbligare le banche a contribuire alla transizione verde". Il
controllo del sistema finanziario, affinché "la gente non perda i propri
risparmi, le proprie assicurazioni e il proprio salario, e la transizione verde
nei trasporti, nell'agricoltura e nelle case, "permetterebbe la creazione
di posti di lavoro". Il sistema produttivo attuale è "stupido, male
organizzato e permette tremende disuguaglianze". Ma al momento "i
Governi guardano dall'altra parte, i dirigenti delle imprese pensano che la
catastrofe arriverà quando non ci saranno più loro... Il capitalismo è un
sistema che non permette di pensare a lungo termine".
L'intervista è lunga, bella e ricca di spunti interessanti; se capite lo
spagnolo e vi interessano questi argomenti, non perdetela. Su elpais.com.