L'eterna rivalità Madrid-Barcellona è a punto di scoppiare ancora una
volta. La Generalitat catalana ha annunciato che se Barcellona presenterà la
propria candidatura per l'organizzazione delle Olimpiadi Invernali del 2022, la
appoggerà con tutte le sue forse e le sue risorse. La Catalogna ha così rotto
gli indugi e, dopo l'inevitabile fair-play verso Madrid, che ha perso la corsa olimpica per la terza volta consecutiva, ha deciso di sostenere con forza
Barcellona 2022.
A Madrid si leccano ancora le ferite per il fracaso e si chiedono cosa sia
andato storto, tra l'inglese pittoresco del sindaco Ana Botella e l'eccessiva
sicurezza esibita a Buenos Aires. Poi ci si è messo anche il sindaco di
Barcellona, Xavier Trias, che ha affermato che la sua era l'unica città
spagnola in grado di competere con Tokyo e Istanbul: "Sono città
spettacolari, con le quali poteva competere solo Barcellona, perché la marca
Barcellona è più potente di Istanbul ed è quasi tanto potente come quella di
Tokyo" ha detto in un'intervista "Ottenere i Giochi è difficilissimo,
è una corsa dura e lunga. La diplomazia olimpica funziona in modo diverso, sono
persone con una visione che non è quella degli Stati e che è interessata ai
valori dell'olimpismo". Sottinteso, Madrid non ha saputo dare giusta attenzione a
questi "interessi speciali" del CIO.
Saprà farlo Barcellona, in vista del 2022 e con l'esperienza del 1992?
Il progetto olimpico barcellonese è nato tre anni fa e riprende la formula lanciata da Torino 2006 e ripetuta
da Vancouver 2010: una grande città che ospita le cerimonie e alcune delle
gare, e le vicine montagne che ospitano il resto delle competizioni. La formula
torinese ha avuto un grande successo all'estero e Torino 2006 è considerata,
soprattutto nei Paesi anglosassoni, una delle edizioni olimpiche più belle, sia
dei Giochi Invernali che Estivi. Seguendo questo modello, Barcellona ospiterà
le cerimonie di apertura e chiusura e tutte le attività sul ghiaccio, mentre le
stazioni pirenaiche di La Masella e La Molina ospiteranno le gare sulla neve.
Rimane definitivamente fuori dal progetto la Valle d'Aran, con la più nota delle stazioni pirenaiche, Baqueira Beret, frequentata anche dalla Famiglia Reale spagnola, perché gli investimenti richiesti erano troppo
alti.
Se la candidatura dovesse andare a buon fine, Barcellona sarà la prima città
ad aver ospitato i Giochi Olimpici estivi e invernali, per di più a una
distanza di tempo relativamente corta, solo 30 anni gli uni dagli altri. E la
città tiene tanto al possibile primato che, dovesse fallire al primo tentativo,
si presenterà anche per i Giochi del 2026 e del 2030.
Le città che vogliono ospitare i Giochi del 2024 devono presentare la loro
candidatura entro il 14 novembre 2013, il CIO proclamerà la candidatura
vincitrice il 31 luglio 2015. Per ora, oltre a Barcellona-Pirenei, ha annunciato
l'intenzione di presentarsi anche Oslo: nella capitale norvegese c'è appena
stato un referendum, vinto dai favorevoli alla candidatura con il 55,1% dei voti
(i contrari sono stati il 44,9%).
Barcellona, che ha pubblicamente sostenuto Madrid 2020, anche con la
partecipazione degli atleti catalani alle campagne promozionali per la
candidatura della capitale, ha fatto sapere che se Madrid avesse ottenuto i
Giochi 2020, avrebbe ritirato la propria candidatura per il 2022. Ci si aspetta
un identico beau geste da parte di Madrid per il 2024, nel caso
Barcellona ottenga i Giochi Invernali.