martedì 10 settembre 2013

Dopo il fiasco di Madrid 2020, Barcellona vuole i Giochi Invernali del 2022

L'eterna rivalità Madrid-Barcellona è a punto di scoppiare ancora una volta. La Generalitat catalana ha annunciato che se Barcellona presenterà la propria candidatura per l'organizzazione delle Olimpiadi Invernali del 2022, la appoggerà con tutte le sue forse e le sue risorse. La Catalogna ha così rotto gli indugi e, dopo l'inevitabile fair-play verso Madrid, che ha perso la corsa olimpica per la terza volta consecutiva, ha deciso di sostenere con forza Barcellona 2022. 
A Madrid si leccano ancora le ferite per il fracaso e si chiedono cosa sia andato storto, tra l'inglese pittoresco del sindaco Ana Botella e l'eccessiva sicurezza esibita a Buenos Aires. Poi ci si è messo anche il sindaco di Barcellona, Xavier Trias, che ha affermato che la sua era l'unica città spagnola in grado di competere con Tokyo e Istanbul: "Sono città spettacolari, con le quali poteva competere solo Barcellona, perché la marca Barcellona è più potente di Istanbul ed è quasi tanto potente come quella di Tokyo" ha detto in un'intervista "Ottenere i Giochi è difficilissimo, è una corsa dura e lunga. La diplomazia olimpica funziona in modo diverso, sono persone con una visione che non è quella degli Stati e che è interessata ai valori dell'olimpismo". Sottinteso, Madrid non ha saputo dare giusta attenzione a questi "interessi speciali" del CIO. 
Saprà farlo Barcellona, in vista del 2022 e con l'esperienza del 1992?
Il progetto olimpico barcellonese è nato tre anni fa e riprende la formula lanciata da Torino 2006 e ripetuta da Vancouver 2010: una grande città che ospita le cerimonie e alcune delle gare, e le vicine montagne che ospitano il resto delle competizioni. La formula torinese ha avuto un grande successo all'estero e Torino 2006 è considerata, soprattutto nei Paesi anglosassoni, una delle edizioni olimpiche più belle, sia dei Giochi Invernali che Estivi. Seguendo questo modello, Barcellona ospiterà le cerimonie di apertura e chiusura e tutte le attività sul ghiaccio, mentre le stazioni pirenaiche di La Masella e La Molina ospiteranno le gare sulla neve. Rimane definitivamente fuori dal progetto la Valle d'Aran, con la più nota delle stazioni pirenaiche, Baqueira Beret, frequentata anche dalla Famiglia Reale spagnola, perché gli investimenti richiesti erano troppo alti. 
Se la candidatura dovesse andare a buon fine, Barcellona sarà la prima città ad aver ospitato i Giochi Olimpici estivi e invernali, per di più a una distanza di tempo relativamente corta, solo 30 anni gli uni dagli altri. E la città tiene tanto al possibile primato che, dovesse fallire al primo tentativo, si presenterà anche per i Giochi del 2026 e del 2030. 
Le città che vogliono ospitare i Giochi del 2024 devono presentare la loro candidatura entro il 14 novembre 2013, il CIO proclamerà la candidatura vincitrice il 31 luglio 2015. Per ora, oltre a Barcellona-Pirenei, ha annunciato l'intenzione di presentarsi anche Oslo: nella capitale norvegese c'è appena stato un referendum, vinto dai favorevoli alla candidatura con il 55,1% dei voti (i contrari sono stati il 44,9%). 
Barcellona, che ha pubblicamente sostenuto Madrid 2020, anche con la partecipazione degli atleti catalani alle campagne promozionali per la candidatura della capitale, ha fatto sapere che se Madrid avesse ottenuto i Giochi 2020, avrebbe ritirato la propria candidatura per il 2022. Ci si aspetta un identico beau geste da parte di Madrid per il 2024, nel caso Barcellona ottenga i Giochi Invernali.