giovedì 3 ottobre 2013

Il Ministro spagnolo dell'Industria: relazione diretta tra i terremoti del Delta dell'Ebro e azione umana

Questa notte, sulle coste tra la provincia di Castellón, nella Comunitat Valenciana, e quelle di Terragona, nella Catalogna, ci sono state 23 scosse di terremoto, la più intensa delle quali ha raggiunto i 4,1 gradi della scala Richter, intorno all'1.30. Non sono state le uniche scosse avvertite nella zona del Delta dell'Ebro. Lunedì scorso c'è stata la scossa che ha destato l'allarme: 4,21 gradi della scala Richter, a una profondità di 5 km davanti alle coste di Vinaròs, in provincia di Castellón; è stata la più intensa di un mese di 350 scosse, alcune delle quali superiori ai 3,5 gradi della scala Richter, cioè, avvertibili nei piani alti delle abitazioni. L'area compresa tra Valencia e Barcellona non è un'area sismica e, di fatto, era dal 1975 che non c'erano terremoti così intensi. Cosa sta succedendo, dunque? 
Secondo gli abitanti dell'area, la responsabilità di questi sismi è tutta dell'azione umana. A 22 km dalla costa di Vinaròs, si sta realizzando il Progetto Castor:  in un magazzino sotterraneo di gas, di cui è proprietaria l'impresa Escal, che lì ha immagazzinato 1300 metri cubici, di gas, si sta iniettando nuovo gas per effettuare alcune prove. E, sostengono ambientalisti e residenti, è stato proprio questo gas iniettato nel magazzino a causare le scosse di terremoto. 
Non è la prima volta che si collegano le scosse di terremoto all'azione umana nel sottosuolo. E' successo nel caso del terremoto di Lorca, che, a maggio 2012, è costato la vita a 9 persone: uno studio ipotizza che lo svuotamento della falda acquifera sottostante, utilizzata dalla città, abbia causato squilibri sotterranei, risolti con il terremoto. Una simile ipotesi si era fatta per i terremoti dell'Emilia Romagna, nella primavera del 2012, attribuiti a indagini nel sottosuolo, alla ricerca del petrolio. 
A dare sostegno alla teoria dell'azione umana come causa delle scosse di terremoto in Spagna, oggi è stato lo stesso Ministro dell'Industria, Energia e Turismo José Manuel Soria, che ha ammesso che "sembra esserci una correlazione, una relazione diretta" tra l'iniezione del gas e i microsismi che in questi giorni stanno caratterizzando le coste valenciane e catalane, anche se, ha chiarito, non ci sono dimostrazioni scientifiche in questo rapporto causa-effetto.
Escal sta utilizzando un antico pozzo petrolifero, che si trova a 1750 metri sono il livello del mare, per immagazzinare il gas da distribuire in base alla domanda; ma l'iniezione del gas nel magazzino ha provocato questi terremoti e il Ministro Soria ha fatto sapere che l'operazione è stata bloccata sin dalla fine di settembre, all'apparire delle prime scosse, per capire se esiste una relazione tra le due azioni. Il gas non viene iniettato negli spazi vuoti, ma nella roccia porosa, che prima conteneva il petrolio e che si comporta come una spugna. "All'estrarre il petrolio, la pressione nella roccia diminuisce e questa si contrae" spiegano gli esperti "poi, all'iniettare il gas, torna a espandersi ed è in questo momento che si possono produrre macrofratture". Gli ambientalisti avvertono da tempo sul pericolo di azioni di questo genere, che possono causare scosse, terremoti e piccoli tsunami. Per ora, c'è un terremoto politico nell'area del Delta dell'Ebro. 
Ci sono state mobilitazioni per chiedere il blocco delle attività del Progetto Castor, visto il potenziale disastro ecologico che prepara.