Questa notte, sulle coste tra la provincia di Castellón, nella Comunitat
Valenciana, e quelle di Terragona, nella Catalogna, ci sono state 23 scosse di
terremoto, la più intensa delle quali ha raggiunto i 4,1 gradi della scala
Richter, intorno all'1.30. Non sono state le uniche scosse avvertite nella zona
del Delta dell'Ebro. Lunedì scorso c'è stata la scossa che ha destato l'allarme: 4,21 gradi della scala Richter, a una profondità di 5 km davanti alle
coste di Vinaròs, in provincia di Castellón; è stata la più intensa di un mese di 350
scosse, alcune delle quali superiori ai 3,5 gradi della scala Richter, cioè,
avvertibili nei piani alti delle abitazioni. L'area compresa tra Valencia e
Barcellona non è un'area sismica e, di fatto, era dal 1975 che non c'erano
terremoti così intensi. Cosa sta succedendo, dunque?
Secondo gli abitanti dell'area, la responsabilità di questi sismi è tutta
dell'azione umana. A 22 km dalla costa di Vinaròs, si sta realizzando il
Progetto Castor: in un magazzino sotterraneo
di gas, di cui è proprietaria l'impresa Escal, che lì ha immagazzinato 1300
metri cubici, di gas, si sta iniettando nuovo gas per effettuare alcune prove. E, sostengono
ambientalisti e residenti, è stato proprio questo gas iniettato nel magazzino a
causare le scosse di terremoto.
Non è la prima volta che si collegano le scosse di terremoto all'azione umana
nel sottosuolo. E' successo nel caso del terremoto di Lorca, che, a maggio 2012,
è costato la vita a 9 persone: uno studio ipotizza che lo svuotamento della
falda acquifera sottostante, utilizzata dalla città, abbia causato squilibri
sotterranei, risolti con il terremoto. Una simile ipotesi si era fatta per i
terremoti dell'Emilia Romagna, nella primavera del 2012, attribuiti a indagini
nel sottosuolo, alla ricerca del petrolio.
A dare sostegno alla teoria dell'azione umana come causa delle scosse di
terremoto in Spagna, oggi è stato lo stesso Ministro dell'Industria, Energia e
Turismo José Manuel Soria, che ha ammesso che "sembra esserci una
correlazione, una relazione diretta" tra l'iniezione del gas e i microsismi
che in questi giorni stanno caratterizzando le coste valenciane e catalane,
anche se, ha chiarito, non ci sono dimostrazioni scientifiche in questo rapporto
causa-effetto.
Escal sta utilizzando un antico pozzo petrolifero, che si trova a 1750 metri
sono il livello del mare, per immagazzinare il gas da distribuire in base alla
domanda; ma l'iniezione del gas nel magazzino ha provocato questi terremoti e il
Ministro Soria ha fatto sapere che l'operazione è stata bloccata sin dalla fine
di settembre, all'apparire delle prime scosse, per capire se esiste una
relazione tra le due azioni. Il gas non viene iniettato negli spazi vuoti,
ma nella roccia porosa, che prima conteneva il petrolio e che si comporta come una
spugna. "All'estrarre il petrolio, la pressione nella roccia diminuisce e
questa si contrae" spiegano gli esperti "poi, all'iniettare il gas,
torna a espandersi ed è in questo momento che si possono produrre
macrofratture". Gli ambientalisti avvertono da tempo sul pericolo di azioni
di questo genere, che possono causare scosse, terremoti e piccoli tsunami. Per
ora, c'è un terremoto politico nell'area del Delta dell'Ebro.
Ci sono state mobilitazioni per chiedere il blocco delle attività del Progetto
Castor, visto il potenziale disastro ecologico che prepara.