mercoledì 23 ottobre 2013

Spagna: le università cercano donatori per pagare le tasse degli studenti poveri. Dallo Stato Sociale alla carità

Da qualche settimana il Governo spagnolo cerca di convincerci che la recessione è superata, che i grandi investimenti sono tornati in Spagna e che i mercati guardano con favore alla stabilizzazione dei conti. Un esempio è l'investimento da 113 milioni di euro fatto da Bill Gates all'acquistare il 6% di FCC, una delle imprese della famiglia Koplowitz, una delle più ricche del Paese. Ma i brotes verdes, i germogli verdi, i primi segnali di ripresa, così chiamati da quando il Ministro dell'Economia di José Luis Rodriguez Zapatero Elena Salgado segnalò che la crisi economica lasciava vedere il finale del tunnel (ma si sbagliava), non convincono neanche questa volta. Perché se il Governo cerca di convincere che la macroeconomia sta mandando segnali positivi, nelle strade si respirano altre sensazioni e altre situazioni.
Una prova arriva dal mondo dell'Università, che ha sopportato tagli devastanti, tra i quali la riduzione delle borse di studio per gli studenti meritevoli appartenenti alle fasce più deboli della popolazione e l'aumento delle tasse d'iscrizione, che hanno lasciato fuori migliaia di studenti. Per dare un'idea: si calcola che lo scorso anno quasi 50mila universitari non abbiano potuto continuare i propri studi perché non rientravano nei nuovi criteri per ottenere le borse di studio. L'idea del Governo è infatti concedere le borse di studio solo agli studenti migliori, a quelli, cioè, che hanno alte medie di voto, così da realizzare una selezione degli studenti non in base al merito, ma in base al reddito: è solo ai figli delle famiglie povere che si chiede di avere alte medie per continuare i propri studi, ai figli delle famiglie ricche è concesso continuare di studiare, sia quale sia la loro media, perché possono permettersi di pagare le rette. Meglio, verrebbe da pensare a questo punto, il sistema finlandese, che rende gratuito l'intero percorso formativo, dalle scuole elementari all'università,  per tutti gli studenti, appartengano a famiglie ricche o povere, e impone, però, severi esami di verifica dell'apprendimento, in base ai quali, si sia figli di ricchi o di poveri, si stabilisce se e come si possono proseguire gli studi.
In Spagna la scelta è stata evidentemente un'altra. Si è scelto di privilegiare i privilegiati e adesso le Università cercano di correre ai ripari. L'Università di Málaga (UMA) ha avviato un'iniziativa che potrebbe essere singolare: "Come si adottano i bambini a distanza, si potrebbe adottare uno studente, pagando la sua matricola" ha detto Adelaida de la Calle, rettore dell'Università, annunciando che avrebbe aperto un conto corrente, a disposizione di privati e imprese che siano pronti a fare donazioni per sostenere gli studenti che non sono in grado di pagare le tasse universitaria. L'iniziativa ha avuto un certo successo: in poco più di un mese si sono raccolti 10mila euro, in una sorta di crowdfunding per garantire il diritto allo studio degli studenti non privilegiati. "Sono donazioni da un minimo di 20 euro al costo totale di un'intera matricola, che può raggiungere i 700 euro; ci sono state anche donazioni da 1000 euro" dicono dall'Università a eldiario.es, che riporta l'iniziativa. Il vantaggio di chi fa le donazioni è di poter accedere liberamente ai servizi universitari e di avere benefici fiscali. Hanno diritto all'uso di questi versamenti gli studenti che entrano all'Università con un determinato punteggio, compreso tra 5 e 5,4 punti, e che abbiano determinate caratteristiche economiche.
"Sono di Murcia e senza questa iniziativa non avrei potuto studiare" spiega Francisco Guillén, iscritto al 3° anno di Diritto e Amministrazione d'Impresa, al quotidiano digitale "Non abbiamo un mecenate in particolare, tutti i contributi vanno in un fondo comune e bisogna essere in regola con requisiti accademici alti: controllano il reddito familiare e ti fanno un colloquio personale. La quantità dell'aiuto non è legato al reddito o al curriculum: nel colloquio valutano anche la tua voglie e le tue capacità".
Quella dell'Università di Málaga è solo una delle iniziative in corso per permettere agli studenti delle famiglie più disagiate di continuare a studiare. E quasi tutte le iniziative cercano di ottenere capitale privato. Anche le Università Complutense e Politecnica di Madrid hanno annunciato progetti simili; l'Università di León ha appena ricevuto una donazione di 70mila euro da parte di un'organizzazione privata per sostenere gli studi degli studenti con problemi economici.
eldiario.es dà conto delle numerose iniziative in corso nelle Università pubbliche spagnole per ottenere capitale privato e garantire così il diritto allo studio degli studenti più poveri. Ma proprio questo deve far riflettere sul tipo di società che si sta costruendo: se il diritto allo studio non è più garantito dallo Stato, garante dell'uguaglianza delle condizioni di partenza di tutti i suoi cittadini, ma dal senso di solidarietà e persino di carità dei più ricchi, verso che tipo di società ci stiamo dirigendo? Dallo Stato Sociale alla carità, ha scritto il direttore di eldiario.es Ignacio Escolar, al presentare l'articolo su Twitter. Difficile trovare una sintesi migliore.