sabato 2 novembre 2013

Siviglia scopre la luce nel mondo islamico, in una mostra unica in Europa

Si intitola Nur: la luz en el arte y la ciencia del mundo islámico (Nur: la luce nell'arte e nella scienza del mondo islamico) ed è una delle mostre più affascinanti che offre l'autunno culturale spagnolo. E' aperta dal 25 ottobre e chiuderà i battenti il 9 febbraio, nell'Hospital de los Venerables Sacerdotes, uno dei più bei palazzi sivigliani, nel cuore del Barrio de Santa Cruz.
Attraverso 150 oggetti, appartenenti a collezioni pubbliche e private di Europa, Medio Oriente e Stati Uniti, la mostra ripercorre dieci secoli di storia e cultura islamiche, dall'Oceano Atlantico all'Estremo Oriente attraverso l'analisi della luce, sia nell'arte che nella scienza, sottolineando il suo ruolo unificatore nelle diverse civiltà islamiche. La luce, nur in arabo, dunque, non solo nel suo significato fisico, ma anche metafisico.
Per analizzare il suo ruolo, la mostra è divisa in due grandi sezioni, una dedicata all'arte, con l'analisi delle tecniche artistiche che migliorano gli effetti e la percezione della luce, l'altra dedicata alle scienze, con la presenza di strumenti scientifici per lo studio della luce e dei suoi effetti.
Sono 150 gli oggetti che parlano della Nur, della luce, dal IX al XX secolo. Da quando l'Islam dominava il Medio Oriente, il Nord Africa e la Spagna, mettendo in pericolo la supremazia cristiana in Europa e nel Mediterraneo, fino a oggi, che ha smesso di essere un faro nello studio delle matematiche, dell'astronomia e della medicina e non illumina più con la raffinatezza della sua arte. Nei suoi oggetti, molti dei quali mostrati per la prima volta al pubblico, si ritrovano piccoli e grandi gioielli della cultura islamica: antichi manoscritti illuminati con pigmenti dorati, per illuminarli, opere di metallo con incrostazioni d'argento e d'oro o di pietre preziose, gli orologi solari, gli astrolabi, gli strumenti anatomici, che dimostrano quanto il sapere islamico fosse avanzato e fosse in grado di influenzare l'Europa e il pensiero scientifico occidentali.
Però i suoi veri gioielli, quelli per cui questa mostra è un evento più unico che raro, sono i pezzi di scacchi in cristallo del XI secolo mai usciti prima dal Museo della Cattedrale di Orense, in Galizia, le illustrazioni anatomiche iraniane del XIX secolo, mai mostrate prima in pubblico; gli oggetti di metallo delle scuole di Mosul e Khorasan, del XIII secolo, anch'essi mai mostrati prima in Europa. Per la prima volta vengono anche esposte le pagine del Corano azzurro tunisino del XI-X secolo, l'unico manoscritto esistente del Corano su pergamena azzurra; un lavoro iraniano del XIX secolo, su carta, di oltre due metri di lunghezza, in cui sono stati dipinti i dodici segni dello zodiaco; il manoscritto in arabo più antico conservato fino a oggi, datato 1009-1010. Tutti reperti di grande valore storico e culturale che difficilmente si vedranno di nuovo insieme in una mostra europea.
Nur: la luz en el arte y la ciencia del mundo islámico ha anche un altro significato. Attraverso l'analisi del ruolo della luce nella millenaria cultura islamica, vuole sottolineare il ruolo di ponte esercitato dalla Spagna, tra il mondo islamico e quello cristiano. Córdoba, del resto, fu patria di grandi scienziati, matematici e poeti, che si espressero in lingua araba e che influenzarono profondamente anche l'arte e la cultura europee. "Per secoli la Spagna è stata ponte tra Islam e Occidente" spiega la curatrice della mostra Sabiha Al Khemir "Gli undici secoli e i quattordici Paesi rappresentati in Nur illustrano non solo la tradizione di talento e artigianato che inonda il mondo islamico, ma anche la pura bellezza, frutto della cultura islamica e il contributo di questa civiltà alla cultura dell'umanità".
Dopo Siviglia, la mostra, organizzata dalla Fundación Focus-Abengoa, approderà al Museo d'Arte di Dallas, negli USA.