Nei giorni scorsi Elena Valenciano, numero 2 dei socialisti spagnoli, si era
rivolta a loro, alle donne del PP, affinché la nuova legge sull'aborto non
venisse approvata in Parlamento con le restrizioni previste dal Governo. Sono loro,
le donne del PP, l'ultima speranza di chi vuole difendere il diritto delle donne
di decidere in autonomia cosa fare del e con il proprio corpo. E qualcosa sembra
si stia muovendo nel granitico partito conservatore che governa la Spagna.
Se il Ministro della Sanità Ana Mato, a cui sarebbe dovuto toccare scrivere la
legge (in quanti Paesi la legge sull'aborto la scrive il Ministero della
Giustizia, come è successo stavolta in Spagna?), ha già dichiarato di sentirsi
a proprio agio con qualunque decisione presa dal Governo a cui appartiene, altre
esponenti del partito stanno manifestando, invece, il proprio disagio. La prima
è stata il sindaco di Zamora, in Castiglia e León, e membro della Direzione Nazionale del PP Rosa
Valdeón. In un'intervista alla Cadena SER, una delle radio più ascoltate di
Spagna, ha affermato che la "preoccupa" la nuova normativa, che
restringe l'aborto in caso di malformazione del feto e ha segnalato la "reazione
sociale importante" contraria a questa restrizione. "Ci sono
situazioni che rimangono senza protezione legale" ha commentato. E ha anche
sottolineato che nessuno è obbligato ad abortire, "ma la legge deve
favorire chi, per i motivi di grave malformazione o rischio di salute per la
madre, si vede nell'obbligo di prendere questa difficile decisione". "Mi piacerebbe non
si fosse creata questa situazione" ha detto, manifestando con una certa
diplomazia che sarebbe bene che "durante il dibattito parlamentare siano
modificati molti di questi aspetti". "Personalmente mi
piacerebbe" ha concluso.
Il nome più importante sceso in campo contro la nuova legge, finora, è quello
di Cristina Cifuentes, la delegata del Governo a Madrid (una sorta di Prefetto),
diventata l'incubo degli indignados nelle ultime manifestazioni, a causa delle smisurate misure di
sicurezza prese per ogni corteo. E' stata lei la prima a dire di preferire una legge come quella
attualmente in vigore, con date entro le quali si può abortire, quale che sia
la causa, a una legge come quella che vuole approvare il PP, che stabilisce le
ragioni per cui si può abortire e obbliga le donne ad avere le autorizzazioni
da due medici diversi (le ragioni sono la violenza sessuale e il pericolo di
vita). In un'intervista a RNE, la Radio Nazionale di Spagna (la radio pubblica),
ha spiegato che il progetto di legge si trova in una "fase iniziale"
del suo cammino e, in fondo, "risponde a un impegno del programma
elettorale" (e di tutti i punti in programma, signora Cifuentes, il Governo
doveva rispettare proprio questo, avendo ignorato buona parte degli altri, se
non avendo fatto esattamente il contrario di quanto promesso!).
Ci sono punti della legge del governo di José Luis Rodriguez Zapatero che Cifuentes non approva affatto: la possibilità per le ragazze di 16 anni di abortire senza avere il consenso paterno o l'uso della pillola del giorno dopo senza prescrizione medica. Ma la sua "posizione non coincide con quella maggioritaria nel partito", circa una legge per date e non per motivazioni.
Ci sono punti della legge del governo di José Luis Rodriguez Zapatero che Cifuentes non approva affatto: la possibilità per le ragazze di 16 anni di abortire senza avere il consenso paterno o l'uso della pillola del giorno dopo senza prescrizione medica. Ma la sua "posizione non coincide con quella maggioritaria nel partito", circa una legge per date e non per motivazioni.
A difesa dell'attuale legge sull'aborto, che mette la Spagna sulla stessa linea
della maggior parte dei Paesi europei, compresa l'Italia, è sceso in campo
anche il suo autore. José Luis Rodriguez Zapatero, che in questi due anni non
è mai intervenuto nel dibattito politico, ha fatto sapere, in dichiarazioni
rilasciate a Radio León, di sentirsi preoccupato perché "si mette in
discussione il principio di fiducia, che è un valore della democrazia, con
tutte le cautele, riserve e con tutti i limiti che la legge stabilisce. Bisogna confidare
nelle donne, nella loro responsabilità, nella loro capacità di discernere,
valutare, decidere".
Il PSOE, che aveva promesso alle donne l'uso di tutti i mezzi disponibili per
difendere la legge sull'aborto attuale, ha in programma numerose iniziative. Il
vice Segretario Generale Elena Valenciano ha annunciato un vertice europeo sulla
libertà delle donne, a cui saranno invitati i socialisti di altri Paesi, donne
di riferimento non solo dell'universo socialdemocratico, per fare un fronte
comune contro la legge voluta dal PP. Valenciano ha anche chiesto alle
associazioni spagnole delle donne di scrivere agli eurodeputati e rivolgersi al
presidente dell'Europarlamento Martin Schultz (candidato dei socialisti alla
Presidenza della Commissione Europea per le elezioni europee di maggio 2014).
"Europeizzeremo il problema delle donne spagnole" ha promesso.
Rotta a Sud Ovest è già con loro, dalla loro parte, in difesa del diritto di
ogni donna di decidere come meglio può e vuole del proprio corpo e della
propria maternità, sentendosi sostenuta, quale che sia la sua decisione, dalle
leggi del proprio Paese.