venerdì 10 gennaio 2014

Il crollo delle imprese spagnole all'estero: il ponte montato al contrario in Cile, il conflitto di Sacyr a Panama

Non è un gran momento per le imprese costruttrici spagnole all'estero.
Nel Cile la compagnia Azvi si trova al centro di feroci polemiche per aver montato al contrario il ponte Cau Cau, a Valdivia, una delle principali città del Paese, a poco più di 800 km a di di Santiago. Il ponte era uno dei più attesi, un gioiellino della conquista di infrastrutture del sud: era il primo ponte ribaltabile costruito nel Cile. La sua costruzione è costata circa 22 milioni di euro.
Si può immaginare la costernazione quando si è scoperto che le piattaforme mobili del ponte sono state montate al rovescio. In un video di CNN Chile si vede come la pista ciclabile che si trova sulla destra, in una piattaforma, finisce a sinistra sull'altra. Secondo l'agenzia di stampa AFP non è ancora chiaro se "le due piattaforme sono state montate in direzione opposta, in modo che non combaciano alla chiusura, o se una delle due è stata messa al contrario". Fatto sta che il primo ponte ribaltabile del Cile al momento non funziona. E doveva essere inaugurato a fine gennaio, ultimo grande atto della presidenza di Sebastián Piñera, prima di cedere il posto, a marzo, a Michelle Bachelet.
I problemi sono stati notati già tre settimane fa ed è quindi iniziato il braccio di ferro tra le autorità cilene e l'impresa spagnola: chi deve assumere i costi dell'errore? Per i cileni non ci sono dubbi: sono stati gli spagnoli a montare male il ponte. Gli spagnoli di Azvi non ci stanno e sottolineano come il ponte sia attualmente in fase di esecuzione, come le parti siano simmetriche e che gli errori riscontrati saranno risolti "durante il processo di rifinitura, senza che siano necessarie opere di grande complessità".
Il video di CNN Chile, però, mostra chiaramente come ci sia stato almeno une errore di montaggio, dal momento che la pista ciclabile si trova su un lato del ponte e poi passa sull'altro. "Probabilmente in Spagna hanno etichettato male le parti e per questo c'è stato l'errore nel collocarle" ha teorizzato il sindaco di Valdivia Ombar Sabat. Il presidente Piñera ha assicurato che l'errore sarà corretto e che il costo della correzione sarà pagato "dall'impresa che lo ha commesso e non dai cileni".
Non è questa l''unica polemica in cui si trova coinvolta un'impresa spagnola.
A Panama i lavori di ampliamento del Canale, realizzati dal consorzio ispano-italiano Sacyr-Impregilo (GUPC), con partecipazioni minori di un'impresa belga e una panamense, ha minacciato la paralisi dei lavori a causa di 1,1 miliardi di euro di costi aggiuntivi. Secondo il consorzio l'Autorità del Canale di Panama (ACP) ha presentato studi del terreno che alla prova dei fatti si sono rivelati sbagliati e hanno fatto lievitare i costi. Costi che Sacyr-Impregilo non hanno intenzione di assumere, anche perché non sarebbero in grado di farlo.
Uno dei cablogrammi di wikileaks, pubblicato in italiano sul sito de L'Espresso e datato 8 gennaio 2010, le autorità panamensi manifestano all'ambasciatore statunitense grande preoccupazione per le scarse risorse finanziarie del GUPC. "Il vicepresidente e ministro degli esteri Juan Carlos Varela ha espresso seria preoccupazione riguardo al GUPC, sollevando il problema con la pesante dichiarazione: 'Il progetto di ampliamento del Canale è un disastro"' Ha descritto le società che guidano il consorzio come in gravi difficoltà finanziarie e ha manifestato la sua costernazione per il fatto che le stesse società, che non sono in grado di realizzare l'ampliamento del Canale, stanno ora cercando di vincere la gara per il progetto della metropolitana di Panama City. 'Tra due o tre anni' ha continuato 'risulterà chiaro che tutto questo è stato un errore'."
Varela, a quanto pare, è stato preveggente. E la sua analisi partiva da un presupposto: "Varela ha detto che il consorzio era "molto debole" e che egli aveva "dubbi concreti" sulla sua capacità di esecuzione. Separatamente Varela ha detto al vice capo missione: "Non si scherza con una cosa così importante come il Canale. Quando un offerente presenta un'offerta che è di un miliardo di dollari al di sotto di quella del concorrente più prossimo, allora c'è qualcosa di gravemente sbagliato. Ovviamente io spero nel meglio, ma sono preoccupato che Alberto (l'amministratore del Canale, Alberto Aleman) abbia commesso un grosso errore."
Per salvare i lavori sul Canale di Panama e l'immagine della Spagna, è volata a Città di Panama Ana Pastor, il Ministro delle Infrastrutture, che ha incontrato il presidente Ricardo Martinelli. Il negoziato per ripartire i costi aggiuntivi è ancora in corso, essendo le posizioni distanti: "Il consorzio GUPC chiedeva l'anticipo di 400 milioni di dollari e si impegnava a portare 100 milioni in più, mente l'ACP intendeva prestare 100 milioni di dollari e stabilire una moratoria sul secondo credito da 83 milioni già preparato per le imprese costruttrici".
In Spagna, però, le polemiche sono altre. E tutte pesanti. Nel 2009 il Governo di José Luis Rodriguez Zapatero fece grandi pressioni affinché la storica costruzione delle nuove chiuse del Canale fosse assegnata alla Spagna e avallò il progetto con 150 milioni di euro. Tanto potrebbe costare, oggi, il fallimento di un'eventuale trattativa con Panama per ripartire i costi aggiuntivi.
E non solo. Pochi giorni prima dell'inizio del conflitto il consigliere ed ex presidente di Sacyr José Manuel Loureda ha venduto 2,8 milioni di azioni; non appena è scoppiata la grana, Sacyr ha perso in borsa circa il 15% del suo valore in un paio di giorni.