Potete crederci? La Spagna ha perso le tracce dei suoi uomini più famosi dl Siglo de Oro. Nessuno sa dove siano i resti di Diego
Velázquez, Miguel de Cervantes, Lope de Vega e Calderón de la Barca, spariti nel corso de secoli a causa di frequenti spostamenti, guerre,
ripicche e crolli o distruzioni di conventi.
Ma si è iniziato a rimediare.
Dopo quattro anni di preparazione, nei prossimi mesi inizierà la ricerca dei
resti di Miguel de Cervantes, l'autore delle avventure di El ingenioso
hidalgo don Quijote de La Mancha e del
suo fedele Sancho Panza. "E' lo spagnolo più illustre della storia"
assicura lo storico Fernando de Prado, anima del progetto.
Miguel de Cervantes fu sepolto a Madrid, nel convento delle
Trinitarias Descalzas, in cui era monaca sua figlia Isabel. I vari lavori di
restauro e ristrutturazione, fecero sì che, nel corso dei secoli, si sia persa
la memoria dl luogo esatto della tomba. Secondo Fernando de Prado, i resti di
Cervantes non hanno mai abbandonato il convento, ed è qui che si concentreranno
le ricerche. E' possibile che, durante i vari lavori realizzati, i
resti di Cervantes non siano andati perduti, ma si siano mescolati a quelli
delle altre persone sepolte in loco. Come riconoscere allora l'autore del
Chisciotte?
In soccorso arrivano le nuove tecnologie. Per le ricerche si utilizzerà infatti
un georadar, con cui si potranno
individuare sepolture individuali, collettive e cripte varie; una volta
stabilita una mappa di questi ritrovamenti, sarà possibile cercare le ossa di
Cervantes, avendo a disposizione anche alcuni dati incontrovertibili: l'autore
del Don Chisciotte morì il 22 aprile 1616 a 69 anni, un'età molto avanzata,
rispetto alla media dell'epoca; il suo
braccio sinistro era rimasto praticamente paralizzato a causa delle ferite
sofferte nella battaglia di Lepanto, contro i Turchi. Sono tutti dati che dovrebbero aver lasciato un segno nel suo scheletro e, dunque, che aiuterebbero a un suo ritrovamento (il DNA dei discendenti di un suo fratello, non dovrebbe essere suffficiente). Se i resti di Cervantes venissero ritrovati, non solo si darebbe una tomba e un punto di riferimento a tutti gli amanti del Chisciotte e della letteratura, ma si potrebbe anche ricostruire l'immagine dello scrittore. A oggi, infatti, non esiste un suo ritratto.
Tra due anni la Spagna celebrerà i 400 anni dalla morte di Cerantes: riuscirà a farlo dando una nuova, degna sepoltura ai suoi resti? Il Comune di Madrid e la la Real Academia Española, che sostengono il progetto di ricerca, sperano di sì.
Tra due anni la Spagna celebrerà i 400 anni dalla morte di Cerantes: riuscirà a farlo dando una nuova, degna sepoltura ai suoi resti? Il Comune di Madrid e la la Real Academia Española, che sostengono il progetto di ricerca, sperano di sì.
Cercando informazioni per scrivere questo post mi sono imbattuta in altro
materiale interessante (è la cosa bella che regala la scrittura: si fanno
ricerche e si imparano tante cose più di quelle che si stavano cercando).
Il grande rivale di Miguel de Cervantes fu Lope de Vega. Erano
contemporanei, erano due geni dalle personalità contrapposte, erano rivali e,
incredibilmente, vivevano a poca distanza l'uno dall'altro, in un incrocio
continuo di vite e di coincidenze che dimostra come il destino si prenda volentieri gioco
delle emozioni degli uomini. Entrambi avevano una figlia monaca nel Conventro
delle Trinitarie Scalze (il corteo funebre di Lope de Vega si fermò davanti al
convento affinché sua figlia Marcela potesse salutarlo); entrambi ebbero il
funerale nella chiesa di San Sebastián e nesuno dei due ha una tomba sui
portare un saluto. La cosa più curiosa di tutte è che Miguel de Cervantes visse
nella strada intitolata oggi a Lope de Vega e quest'ultimo, ovviamente, visse
nella strada intitolata oggi a Cervantes; e nella piccola srada che unisce queste
due calles visse Quevedo. Com'era piccola, la Madrid degli ultimi Asburgo. Se volete
salutarla, in un viaggio nella capitale spagnola, si trova alle spalle della plaza
de Santa Ana, nel Madrid de las Letras.