Volete vedere Siviglia in Italia? Potete farlo dall'8
febbraio al Museo Correr di Venezia, nella mostra L'immagine della città
europea dal Rinascimento al Secolo dei Lumi, che sarà inaugurata l'8 febbraio e
chiuderà il 18 maggio 2014.
Si tratta di un quadro appartenente al Comune di Siviglia, dipinto nel 1724 da un pittore anonimo. In esso si vede l'antico skyline sivigliano
dalla riva di Triana del Guadalquivir; in primo piano ci sono il porto di
Siviglia, il più importante di Spagna, all'epoca, essendo l'unico autorizzato a
commerciare con le colonie dell'Impero, la Torre del Oro e il ponte di barche
che univa Siviglia a Triana; di quest'ultima si vedono, in primissimo piano, le
mura che la proteggevano. Su tutto, svetta la Giralda. E' un quadro che ricorda
la città alla fine del Siglo de Oro, quando la decadenza dell'Impero era già
iniziata e le enormi differenze sociali, che non si erano affrontate con l'oro
proveniente dalle colonie, sprecato nelle guerre di religione europee, invece
di essere investito per sostenere manifattura e commerci, costituivano il freno
alla crescita del Paese.
Il prestito a L'immagine della città europea dal Rinasicmento al Secolo dei
Lumi si inserisce in un processo di apertura e di diffusione dei fondi
appartenenti alla città e propone Siviglia nel lungo itinerario della mostra
veneziana, articolato in circa un centinaio di immagini. Per secoli, dal
Medioevo in poi, i quadri e le incisioni sono stati l'unico modo per mostrare
la bellezza e la ricchezza delle città; un'esigenza iniziata in Italia, con l'invenzione
della imago urbis, sostenuta poi con l'invenzione della prospettiva. Oltre a
mostrare come le città si vedevano e si raccontavano, la mostra veneziana offre
un'occasione unica di vedere le grandi città europee come erano e come non sono
più, a causa dei grandi cambiamenti del XX secolo. Tra loro, c'è Siviglia, che
fu il principale porto delle Americhe di un Impero, una delle città più ricche
e più vivaci d'Europa, prima di essere sepolta nell'Andalusia più profonda
dalla povertà e dalle ingiustizie sociali del XIX e del XX secolo e di risorgere, poi, grazie al turismo del flamenco e della Settimana Santa.