sabato 22 febbraio 2014

Wikipaella, il sito web che difende la purezza della paella valenciana e vuole salvarla dalle imitazioni

Non penserete ci sia solo la pizza a subire aberrazioni in qualche parte del mondo! No, tra i tanti piatti che reclamano rispetto della tradizione e dell'autenticità, c'è anche la paella, che se non è il piatto nazionale spagnolo (i cugini insistono con la tortilla de patatas), è almeno il piatto intorno al quale vorrebbero riunirsi tutte le domeniche buona parte degli spagnoli.
Che succede alla paella? Sappiamo che è un piatto nato nella Comunitat Valenciana e da lì arrivato in ogni angolo di Spagna, con variazioni più o meno accettate dalla ricetta tradizionale. Una ricetta tradizionale che si declina in tre: la paella di terra, con carne di pollo e di coniglio, la paella di mare, con seppie e gamberi, e quella di pollo e lumache. La paella mista, con carne e pesce, che i ristoranti spagnoli amano vendere ai turisti, in realtà non è una paella, è un'aberrazione, secondo i puristi. E i ristoranti vendono troppe variazioni che poco hanno a che vedere con la paella valenciana autentica; succede un po' come con la pizza, già detto, che uno non è contro la creatività e le innovazioni, ma se sopra ci metti la mousse di cioccolato e il tiramisù, sarà pure buonissima, ma non è più pizza e chiamala in un altro modo.
"La paella è un concetto che evoca in noi molte cose: origini, tradizione, rituale, affetto per l'elaborazione, odori, sapori molto precisi… quasi qualcosa di ancestrale, non siamo d'accordo con il fatto che qualunque cosa con riso si possa chiamare paella. Ed è comprensibile che costi capire questo, perché è molto legato ai sentimenti culturali di un popolo. Ma è qualcosa che amiamo tanto e ci sembra così favoloso e ricco, che vogliamo trasmetterlo tale e quale alla maggior quantità di persone" spiega Paco Alonso al blog di elpais.com El comidista.
E' infatti El comidista, che annuncia la nascita di Wikipaella, una pagina web che intende difendere l'autentica paella dalle aberrazioni a cui la ricetta tradizionale è stata sottoposta.
"E' una pagina collaborativa" scrive il blog "che aspira a essere uno strumento online non solo per sapere dove trovare una buona paella o come farla, ma anche per diffondere la cultura che si muove intorno".
Le sezioni propongono una guida ai ristoranti che hanno nei loro menù la vera paella (per ora ci sono solo i ristoranti della Comunitat Valenciana) e invitano gli utenti a inviare la propria ricetta e a votare i ristoranti migliori. C'è anche un blog, che racconta tutto il mondo che circonda la paella: "Spiegherà gli elementi rituali del 'prepararsi una paella', racconterà le peculiarità degli alimenti che la formano e smonterà alcuni miti che circondano il piatto" scrive El Comidista.
Oltre a Paco Alonso, gli autori della Wikipaella sono Guillermo Navarro e José Maza, tutti imprenditori e valenciani doc, anche se magari residenti altrove. Nei loro viaggi, i tre hanno scoperto come la paella sia stata snaturata e tradita: "Come i giapponesi si identificano con il sushi e gli italiani con la pasta, noi della Comunitat Valenciana ci identifichiamo con la paella. Pe noi non è solo una semplice ricetta di riso, è uno dei pilastri della nostra identità culturale" spiega Navarro "Quando passi molto tempo lontano, la nostalgia ti spinge a provare altre paellas e allora inizia una sorta di #paellafails, arrosti tre delizie decorati con horror vacui e altri formati impossibili. Il che sarebbe un semplice aneddoto, se non fosse che viene presentato come authentic spanish paella o paella tradicional alenciana" E in più, si indigna ancora Navarro, si chiedono 22-30 euro a razione "per quest'infamia".
Dunque, per conoscere la vera paella valenciana e per difenderla, è nato wikipaella.
"Sicuralmente qualcuno li chiamerà integralisti. Talebani. Noiosi che non lasciano che ognno faccia la paella come gli pare. Ma non pe questo verranno meno al loro impegno. "Se adesso, in Giappone, c'è qualcuno che chiama integralista chi dice che il california roll non ha niente a che vedere con la gastronomia tradizionale nipponica, allora siamo integralisti"" conclude El Comidista, lasciando ai lettori ogni commento.
Il link per leggere l'articolo sulla paella, su El Comidista.