martedì 22 aprile 2014

Alejandro Magno y las águilas romanas di Javier Negrete: e se Alessandro avesse conquistato anche Roma?

Ho iniziato a leggere Alejandro Magno y las águilas romanas (Alessandro Magno e le aquile romane) di Javier Negrete per curiosità. Avendo una passione risalente al liceo per Alessandro il Grande, quando, nella Casa de Libro di Siviglia, mi sono trovata tra le mani un romanzo storico, un'ucronia, più che altro, che si basava su un quesito caro alla speculazione occidentale sin dai tempi di Plutarco, non ho potuto resistere: cosa sarebbe successo se Alessandro, dopo aver conquistato l'Oriente, invece di essere fermato da morte prematura, si fosse rivolto verso Ovest? Chi avrebbe vinto tra Alessandro e Roma? Da che parte si sarebbe schierata Cartagine?
Javier Negrete è professore di letteratura classica a Plasencia e scrive libri a sfondo storico molto apprezzati dal pubblico spagnolo. Essendo un'ucronia, Alejandro Magno y las águilas romanas si prende evidentemente qualche libertà storica per spiegare come il Re dei Re macedone sbarchi in Magna Grecia, alla testa di una Lega delle città greche, per portare soccorso alla Campania, decisa a non farsi conquistare da Roma. Nel giugno del 323 avanti Cristo, il 33enne condottiero macedone è vittima di un tentativo di avvelenamento da parte della bellissima e intrigante moglie battriana Rossane, con la complicità dell'amante Perdicca, uno dei generali più importanti dell'esercito greco e una delle persone più vicine ad Alessandro. Il tentativo di assassinare il re fallisce grazie all'intervento del medico Nestor, che riesce a salvare Alessandro e che si trasforma così nella sua ombra e nel suo uomo di fiducia.
Sei anni dopo, sistemate le questioni orientali, troviamo Alessandro in Italia, pronto allo scontro con Roma. E' alle soglie dei 40 anni, i primi segni della maturità solcano il suo volto, ma non ha perso l'abitudine di osservare tutto con la testa un po' inclinata, l'ira continua a essere leggendaria e lucida, ma non ci sono più le forti bevute che avevano caratterizzato la sua gioventù, l'interesse per l'astrologia/astronomia è sempre appassionato, ma anche più inquieto, l'occhio verde e l'occhio blu sono sempre curiosi, ma sono anche molto più riflessivi. E' un Alessandro malinconico e crepuscolare, che non ha perso la forza, l'energia e l'egocentrismo del re macedone vincitore dell'Impero persiano e conquistatore dell'Asia, ma che è rimasto profondamente colpito dal tentativo di assassinarlo. E' reso inquieto dalle frequenti emicranie, che indicano una salute declinante, e dalla presenza oscura di una cometa: se a 20 anni voleva conquistare il mondo, affamato di gloria e di tempo, a 40 anni vuole conquistare Roma, l'ostacolo per impadronirsi dell'Occidente, perché sente mancargli il tempo. A guardare il re da lontano c'è la giovanissima sposa siciliana, Agatoclea, appena adolescente, datagli in moglie dal padre Agatocle, tiranno di Siracusa, per suggellare il patto politico: per lei, lo sconosciuto re macedone è soprattutto un uomo quasi vecchio. Le prospettive cambiano, secondo lo sguardo di chi guarda.
Ho letto Alejandro y las águilas romanas con lunghi intervalli di tempo (devo averlo iniziato circa un anno fa), senza riuscire ad appassionarmi davvero fino a quasi metà del libro (sono 299 pagine in tutto). Però.
Nonostante ci siano un po' di lungaggini, nonostante ci siano episodi che non sono molto importanti per lo sviluppo della storia, le ricostruzioni di Roma e della Macedonia, nella ricca e colta Magna Grecia, sono credibili e l'intreccio di storie e personaggi è coerente e accattivante. C'è magari troppa insistenza sulle origini contadine di Roma, che la città, già convinta di essere eterna, vuole far dimenticare. Si rimane interdetti al sentir parlare di italiani, quando Roma non aveva neanche conquistato l'intera penisola. C'è l'eco delle imprese di Alessandro, che è arrivata a Roma, ma senza l'ammirazione che poi la letteratura romana avrebbe tramandato nei suoi generali, a cominciare dal più famoso di tutti, Caio Giulio Cesare.
I personaggi storici si mescolano abilmente con quelli di fantasia. Néstor, il misterioso medico di Alessandro, con un passato che ha dimenticato e che deve ricostruire, perché ha capito che stabilisce il suo destino accanto al Re dei Re. Caio Giulio Cesare, l'ambizioso tribuno della decaduta gens Julia, antenato, evidentemente, di Gulio Cesare, e il cognato Scipione, della ricca famiglia omonima, ovviamente antenato del vincitore di Cartagine. Lisania, il giovane ufficiale sempre accanto ad Alessandro, suo confidente e forse suo amante, come un nuovo Efestione per la sua maturità. Demetrio ed Euctemon, i due fratelli ateniesi, entrati nell'esercito greco dopo la rovina della loro famiglia, e arrivati ad Alessandro grazie alla passione per le stelle di Euctemon, autistico, ma grande calcolatore delle orbite delle comete e dei loro oscuri presagi. Perdicca e Rossane, amanti maledetti e pericolosi. Cratero, il generale macedone, compagno di epiche battaglie e pronto, ancora una volta, a morire per Alessandro, come, in fondo, buona parte dell'esercito, magari insoddisfatto e inquieto, ma pronto a infiammarsi e a seguire il suo re alla prossima sfida. Tra Roma e Posidonia, la città in cui Alessandro prepara la sua campagna italiana, si muovono lealtà, tradimenti, ambizioni personali, invidie, negoziati, spie e avventure, fino alla grande battaglia finale, il cui esito si scoprirà leggendo.
Alejandro Magno y las águilas romanas è il primo libro di una trilogia che Negrete ha promesso; il prossimo libro è El úlltimo viaje de Alejandro Magno. Non ci sono ancora notizie di una sua uscita, ma, dopo aver letto il primo e aver apprezzato quest'Alessandro riflessivo, reso inquieto dall'incipiente maturità e dalla possibile malattia, crepuscolare e sempre terribile, si aspetta con curiosità di averlo tra le mani. 
Se capite lo spagnolo e amate Alessandro il Grande, il libro è una bella lettura di primavera.
Potete trovare Alejandro Magno y las águilas romanas in lacasadellibro.com.