venerdì 4 luglio 2014

Il contributo della Spagna alla nascita e all'identità degli USA, in mostra a Madrid

Felipe VI ha inaugurato ieri alla Biblioteca Nacional di Madrid una delle mostre più interessanti che la capitale spagnola offra in questo momento, Diseñar América: El trazado español en Estados Unidos (Disegnare l'America: il tracciato spagnolo negli Stati Uniti). Se visiterete Madrid nelle prossime settimane, fino al 12 ottobre 2014, inseritela nel vostro block-notes perché offre uno sguardo a cui non siamo abituati sulla nascita degli Stati Uniti e sul contributo spagnolo alla sua fondazione.

70 opere appartenenti ai fondi della stessa Biblioteca Nazionale, dell'Archivio Generale Militare e dell'Archivio del Museo Navale, raccontano come i primi spagnoli videro l'America: mappe e tracciati, le prime cartografie e piantine, l'idea che la California fosse un'isola, la fondazione di New Orleans, la progettazione di edifici importanti, ispirati ad analoghi edifici spagnoli. Tra le chicche della mostra c'è il mappamondo di Tomás López, uno dei primi, nel XVIII secolo, a tentare di tracciare un disegno globale del nostro pianeta.

Davvero c'è tanto da imparare e da scoprire, su un legato che la Spagna insiste a ricordare in questi anni (lo scorso anno ricorrevano i 500 anni della scoperta della Florida da parte di Ponce de León e ci sono state numerose iniziative culturali, ai due lati dell'Atlantico), per non far dimenticare il proprio contributo all'identità degli Stati Uniti. Così si può avere un'idea di come la Spagna tracciò la prima influenza europea in America e si scopre che New Orleans fu per 40 anni sotto l'influenza spagnola e che la prima città di schiavi liberati fu fondata su suolo spagnolo. L'influenza spagnola non è sempre così visibile come meriterebbe: i cammini aperti dagli spagnoli, nella loro espansione verso nord, per esempio, corrono oggi accanto alle Subway, senza alcun riferimento o ricordo, ma sono lì, ancora utilizzati da chi si sposta nel territorio.

Siamo a metà di un biennio importante, spiega la Biblioteca Nazionale nel suo sito web, sottolineando come, tra 2013 e 2015 si celebrino molti anniversari importanti nella storia dei due Paesi: del V Centenario dalla scoperta della Florida si è già detto, ma si celebrano anche il V Centenario della scoperta dell'Oceano Pacifico, da parte di Núñez de Balboa, il III Centenario dalla nascita di Junípero Serra, il frate che fondò la California, il 450° anniversario dalla fondazione della prima città statunitense, San Agustín, in Florida, da parte di Menéndez de Avilés.

"La nostra idea è mostrare che gli anni del dominio spagnolo hanno lasciato un segno nel territorio e nelle città. E, nonostante lo sviluppo, è un segno che non è scomparso" ha spiegato il commissario della mostra Juan Miguel Hernández León "L'idea che la Spagna non se ne sia mai andata è sempre attuale, perché il suo legato continua a esistere in città statunitensi molto importanti, con riferimenti architettonici e, soprattutto, nell'organizzazione del territorio".

Significative sono anche le date scelte per l'apertura e la chiusura della mostra: il 4 luglio, giorno dell'Indipendenza degli Stati Uniti, e il 12 ottobre, giorno della scoperta dell'America. La Biblioteca Nacional de España si trova nel centro di Madrid, nel Paseo de Recoletos 20-22, a poca distanza dal Museo del Prado.
Un momento dell'inaugurazione della mostra, con re Felipe, dal sito della Casa Reale Spagnola.