lunedì 28 aprile 2008

Benjamin Vicuña: le telenovelas per finanziare il mio teatro

BenjaminNell'ora di pranzo dell'argentina Telefé va in onda Don Juan y su bella dama. Una telenovela molto classica, con il ragazzo ricco bellino e donnaiolo e la ragazza povera bellina e tosta. Il loro amore è ovviamente ostacolato dalle differenze sociali, ma meno male che sia da una parte che dall'altra ci sono i buoni, la nonna di lui che tanto svampita non è e la migliore amica di lei che tanto suonata non è. Ci sono ovviamente anche i classici cattivi, i terzi incomodi della situazione, la bellona che aspira alla mano di lui e il fidanzato belloccio ma un po' canaglia di lei, che cospirano, e prima o poi si alleeranno, per allontanare i nostri protagonisti. Una telenovela piacevole, gentile, che, mentre si lascia guardare, riesce anche a parlarci di corruzione e machismo dell'Argentina odierna.
I protagonisti sono tutti molto noti in Argentina e dintorni: Joaquin Furriel, il ricco don Juan, è uno dei galanes emergenti e arriva dal successo straordinario di Montecristo, Romina Gaetani, la bella ma povera, è una delle attrici più sensuali e più apprezzate del Paese, Isabel Macedo, la mala, oltre ad avere un fisico spettacolare, è decisamente specializzata in questi ruoli di antagonista (e le vengono benissimo). Benjamin Vicuña, il malo, è popolare nel suo Cile, ma è alla prima prova in Argentina, dove è sbarcato al seguito della compagna, la popolarissima modella Pampita.
I malos sono i personaggi che dànno maggiore libertà e permettono a un attore di esprimersi al meglio. Sarà anche per questo che Benjamin appare varie volte più intrigante di Joaquin. Un po' il personaggio di dolce canaglia ai limiti della legalità, un po' il suo indubitabile fascino personale, un po' la curiosità di vedere in azione il marito di Pampita. Fatto sta che i media argentini l'hanno scoperto e gli dedicano volentieri articoli e interviste. E lui sta intelligentemente al gioco: con una carriera in corso tra due Paesi, i primi passi nel cinema internazionale (è nel cast dello spagnolo Fuera de la carta, Premio del Pubblico al recente Festival di Malaga) e una bella famiglia, si lascia amare e scoprire con gentilezza.
29 anni, una famiglia di origine medio borghese che ha faticato ad accettare la sua vocazione artistica, in Cile ha raggiunto il successo sia in tv che a teatro. Il prete Piruja del serial Pecadores è uno dei suoi personaggi più popolari; il gigolò Franco della serie Destinos cruzados scatenò un grande dibattito nel Cile machista; Manuel Rodriguez, un eroe dell'indipendenza cilena, nello sceneggiato Heroes è il personaggio che lui ha più amato, anche se ammette, con una modestia che gli fa onore, che il pubblico non ha amato lui per averlo interpretato, ma, semplicemente, adora la figura di Rodriguez a prescindere.
Tanta tv gli ha dato la popolarità necessaria per darsi alla sua vera passione: il teatro e la produzione.
E' proprio parlando di questo che Benjamin Vicuña, ragazzo del mondo alla fine del mondo, rivela forti e consapevoli analogie con gli interpreti della sua generazione, che in quel lato dell'emisfero non sognano il successo a Hollywood, ma l'affermazione dei propri progetti. Gael Garcia Bernal e Diego Luna sono gli esempi a cui fa riferimento l'attore cileno in un'intervista alla rivista argentina Gente: "Non so perché non ci limitiamo più a recitare, ma è vero, siamo in tanti. Anche Diego Luna e Gael Garcia Bernal in Messico, per esempio, generano continuamente progetti. C'è una nuova generazione di attori che vuole di più e mi sembra bello che sia così". Da parte sua Benjamin si dichiara "un fanatico dell'autogestione. Creare, scrivere, filmare un mio progetto è la mia utopia più grande. Con il mio amico e socio, l'attore cileno Gonzalo Valenzuela, gestiamo il centro culturale Mori, a Santiago, uno spazio artistico con laboratori, opere che produciamo e presentiamo." La produzione teatrale per l'attore è strettamente legata all'istruzione e alla formazione culturale dei più giovani: "Nel Cile abbiamo più produzione che consumo di attività culturale, è un tema serio: il governo deve sviluppare questi temi da un punto di vista formativo, cercare di far sì che, attraverso le sovvenzioni, andare a teatro non costi 30 euro, che per moltissimi cileni sono tantissimi soldi". Il Centro Mori lavora direttamente allo sviluppo di un Cile più giusto (Vicuña è ambasciatore dell'Unicef), con varie attività culturali: "Facciamo festival teatrali e laboratori per i bambini, per loro le priorità sono ovviamente altre, il lavoro minorile, le violenze, l'estrema povertà; nel Cile ci sono famiglie che dormono tutte insieme nello stesso letto, con tutti i problemi impliciti, dalle malattie alle violenze... il teatro è un posto in cui i bambini si possono sentire liberi".
Bello, simpatico, brillante, impegnato, Benjamin Vicuña si avvia verso la perfezione quando parla della sua famiglia, dei suoi bambini, Blanca, due anni, e Bautista, due mesi, e della compagna Carolina Ardohain-Pampita. La loro storia d'amore, nata discretamente tra Santiago e Buenos Aires, ha innamorato le Ande: prima la modella si è trasferita in Cile, dove ha preso parte al locale Ballando con le stelle, senza trascurare le passerelle argentine, poi l'attore ha deciso di rischiare e, con una solida carriera nel Cile, ha lasciato tutto per trasferirsi in Argentina, dove è tra i protagonisti di Don Juan y su bella dama e presto debutterà come commentatore sportivo in un programma brillante. In Cile è nata Blanca, in Argentina Bautista. Carolina dice nelle interviste, innamoratissima dopo una vita inquieta, che la carriera di Benjamin è la cosa più importante: "Ha così tanto talento che non mi perdonerei mai che non facesse qualcosa perché non ha avuto l'appoggio della famiglia. E dico famiglia perché non ci sono solo io, queste decisioni comprendono i figli. Se se ne va sei mesi a girare in un altro Paese, deve vederli crescere, averli vicini, tornare a casa e avere calore. Questo per me è chiarissimo. E voglio che possa volare e scegliere quello che vuole. Io mi adatto. Adesso penso per quattro e se devo fare dieci viaggi al mese per tornare in Argentina a lavorare, be', lo faccio. Benjamin conta su questo, lo sa. Come io so che conto su di lui. Abbiamo incontrato il nostro amore, per fortuna".
Dopo una simile dichiarazione d'amore non vi aspettate l'ultimo dei machistas, che approfitta della situazione. Benjamin è il principale sostenitore della carriera della compagna e insieme gestiscono i rispettivi impegni: "Se mi infastidisce che Carolina sia piena di progetti di lavoro? ma per niente! Caro è una professionista tremenda, appassionata dell'arte e di tutto quello che fa. E' una donna ammirevole. Me encanta che abbia i suoi progetti, li rispetto moltissimo, perché anche lei rispetta i miei" Cosa gli manca per essere perfetto?