martedì 20 gennaio 2009

La crisi economica e lo sfruttamento nei campi di fragole, in Spagna

"Perché i proprietari dei campi delle fragole contrattano ogni anno più lavoratori stagionali in Marocco, indipendentemente dal livello di disoccupazione in Spagna? Finora si spiegava con il boom delle costruzioni, un settore in cui si guadagna di più. Ma la caduta del mattone non sembra aver cambiato la campagna delle fragole 2009" scriveva ieri l'ABC. E continuava: ""Abbiamo molte più richieste di spagnoli per lavorare nei magazzini. Sono aumentate del 100%. Ma non cercano lavoro in campagna. La campagna non la vogliono" sottolinea Milagros González, della cooperativa Valdifresa di Palos de la Frontera, dove il 95% dei giornalieri è straniero. "La costruzione si è portata in provincia di Málaga molti lavoratori delle sierras di Cadice e Siviglia. Tutta gente che dovrebbe tornare per le fragole, ma in questa stagione sta ancora ricevendo il sussidio e può essere che non venga fino alla stagione 2010"."
Insomma, siamo alle solite, secondo il quotidiano conservatore madrileno: il lavoro c'è, ma i disoccupati non hanno voglia di lavorare e i poveri imprenditori sono costretti a cercare manodopera straniera. E ci fornisce i numeri delle necessità delle campagne onubensi, di Huelva, in questa stagione e dei lavoratori spagnoli impegnati. Le fragole di Huelva, le più saporite di Spagna, sia detto per inciso, hanno bisogno di 90mila lavoratori stagionali, di questi solo 25-30mila arrivano dalla provincia; il locale Ufficio del Lavoro ha avviato con imprenditori e sindacati una campagna per i disoccupati, ma solo 900 dei 24mila lavoratori agricoli senza lavoro ha accettato il contratto. "Il futuro della campagna andalusa è il Marocco, i Paesi subsahariani o l'America Latina" ha detto il sindaco di Cartaya Juan Antonio Millán all'ABC. Ed è d'accordo con lui José Luis García-Palacios, presidente dell'Asociación Agraria de Jóvenes Agricultores di Huelva, che ha appena contrattato 5mila lavoratori marocchini: "Noi non abbiamo alcun tipo di preferenza; a parità di condizioni, preferiamo contrattare i lavoratori spagnoli, ma se le circostanze non lo permettono dobbiamo garantire le nostre produzioni". Ma perché i disoccupati spagnoli preferiscono la disoccupazione al lavoro nelle campagne? "La costruzione offre un altro ritmo di lavoro e un altro salario. Aspettano la riattivazione del settore e finché hanno la protezione sociale non vedono la campagna attraente". Insomma, se la gente non lavora è tutta colpa dello Stato Sociale che garantisce i disoccupati.
La parte più interessante è che l'ABC non fornisce neanche per errore le cifre del salario offerto dai terratenientes ai raccoglitori delle fragole. E' che parlare di soldi, quando non si tratta di calciatori, managers e top-models, fa un po' schifo (la logica è la stessa che gira in Italia: tutti a chiedere a Berlusconi di non far andare via Kakà, please, please, please, e che gli alzi anche il miliardario stipendio, eventualmente, ma silenzio su salari dignitosi ai lavoratori che stanno 8 ore al giorno in ufficio, in fabbrica o nei locali che chissenefrega se Kakà rimane!). Lo scorso anno El Pais ha dedicato un articolo alle donne marocchine impiegate nelle campagne onubensi per raccogliere le fragole; risulta che nel 2008 guadagnavano 33,29 euro netti per 6,30 ore di lavoro giornaliero e 39 settimanali, cioè, circa 5,3 euro all'ora (e 665 euro mensili) per stare chinate sotto il sole andaluso a raccogliere fragole. Come notava El Pais, il salario era una miseria (se l'Europa fosse una cosa seria chiunque proponga un simile salario dovrebbe stare in galera per sfruttamento), ma nel Marocco era un'autentica fortuna, perché i 33,29 euro corrispondevano a 366,50 dirham, molto più dei 40 dirham che avrebbero guadagnato lavorando tutto il giorno nelle campagne marocchine.
Praticamente le campagne andaluse (e non solo loro) sfruttano la disperazione di chi non ha niente nel proprio Paese dandogli un salario da fame. Poi arrivano i giornali di destra e ci dicono, ma come, c'è la crisi e gli spagnoli non vogliono lavorare? confondendo il lavoro con lo sfruttamento. E a me piacerebbe vedere questi giudici in malafede, lavorare in campagna per 5,3 euro all'ora invece di pretendere che lo facciano gli altri (li voglio vedere anche solo scrivere articoli per 5,3 euro all'ora). Forse sarebbe meglio se l'ABC si indignasse perché nelle campagne andaluse (e non solo), c'è chi impiega persone per uno dei lavori più pesanti del mondo per 5,3 euro all'ora. Ma se non lo fanno i giornali di sinistra, indulgenti per il fatto che quella cifra è una fortuna nei Paesi di origine dei lavoratori, perché dovrebbero farlo i giornali di destra?