sabato 19 febbraio 2011

A Bilbao in migliaia chiedono la legalizzazione di Sortu

A Madrid la Procura Generale sembra orientata a chiedere al Tribunal Supremo l'illegalizzazione di Sortu, dopo che le forze di sicurezza hanno assicurato che la nuova formazione della izquierda abertzale è la prosecuzione di Herri Batasuna, il partito illegalizzato per i suoi legami dell'ETA e per il rifiuto a condannare ogni forma di violenza. A Bilbao decine di migliaia di persone sono scese in strada per chiedere invece la legalizzazione di Sortu, il partito con cui la izquierda abertzale vuole partecipare alle elezioni locali del prossimo 22 maggio dopo il suo divorzio dall'ETA. Hanno camminato in silenzio, dietro un grande striscione su cui c'era scritto Bakearantz, legalizazioa (Verso la pace, legalizzazione), e senza alcun simbolo della nuova formazione. Numerose persone, a causa dell'alto numero di partecipanti, hanno iniziato a sfilare davanti allo striscione, impossibilitato a muoversi.
Hanno partecipato al corteo tutti i partiti nazionalisti baschi, meno il più grande, il PNV, anche se c'erano però sette suoi parlamentari tra la folla e, a titolo personale, il candidato a sindaco di San Sebastián Enero Goia; presenti anche i sindacati e numerose associazioni locali. Alla fine della manifestazione è stato letto dagli organizzatori un comunicato, che trovate tradotto italiano nelle righe successive (le parti in euskera rimangono in euskera perché di tutte le lingue co-ufficiali di Spagna è l'unica che proprio non è intuibile a chi è di formazione latina, sorry) Le foto, dopo il comunicato, sono tratte dalla lunga galleria fotografica di elcorreo.com

Lagunok, amiche e amici, Eskerrik Asko!
Parlavamo, una settimana fa, di assumere un atteggiamento attivo, deciso, risolto. Dicevamo che la Pace e la Democrazia con maiuscola richiedono l'impegno di tutte e di tutti. Oggi vi diciamo Eskerrik Asko. Vogliamo trasmettervi un ringraziamento sonoro per l'accoglienza che avete riservato a questa manifestazione.
L'eco del nostro silenzio, un silenzio plurale e attivo delle migliaia di persone che si sono date appuntamento qui, quello delle migliaia di coscienze in più che sintonizzano in pieno con l'obiettivo contenuto in questa manifestazione. L'eco assordante di questo silenzio attivo, deciso, risolto, deve risuonare lì dove corrisponde. Al momento nel Governo di Spagna, nella sua Procura Generale, nel Tribunale Supremo.
Dopo la dichiarazione di Euskalduna del passato 7 febbraio, non solo non accettiamo un no per risposta.
Specialmente non sono ricevibili quarantene annunciate o considerazioni anti-giuridiche per interessi politici.
La speranza comincia a entrare nuovamente nella società basca. Vogliamo che questa volta venga per fermarsi. La speranza che la tregua dell'ETA diventi definitiva. La speranza della fine di qualunque attività violenta, di qualunque imposizione anti-democratica. La speranza del rispetto dei Diritti Umani, civili e politici, individuali e collettivi. La speranza dell'instaurazione di una democrazia integratrice che non abbiamo mai conosciuto in Euskal Herria. In definitiva, la speranza della Pace.
Non possiamo tollerare che nessuno torni a troncare questa speranza.
Dobbiamo fare che la coscienza critica accumulata in questa mobilitazione cittadina si apra il passo ogni giorno, si faccia notare nel nostro ambito personale e sociale. Quello che difendiamo con questa manifestazione rappresenta solo un passo. Un passo importante, questo sì. Il passo necessario oggi. Ma quello che è in gioco è molto di più. E' troppo quello che potrebbe essere così vicino. Che il grido silenzioso e plurale di oggi esploda in un effetto moltiplicatore, trasformi in clamore sociale la preghiera del nostro striscione Bakerantz, legalizazioa (Verso la pace, legalizzazione).
Eskerrik asko!