domenica 25 settembre 2011

Camila Vallejo: un progetto politico di sinistra non solo è attuale, ma è necessario

"Lo Stato deve responsabilizzarsi della garanzia del diritto all'istruzione, provvedendo e finanziando un insegnamento gratuito di qualità e l'accesso equo e, allo stesso tempo, regolando l'istruzione privata, senza premiare l'affanno di lucro. Solo così si rafforzerà l'istruzione pubblica e con essa lo sviluppo umano, sociale ed economico. E' molto positivo che le nostre mobilitazioni stiano avendo il sostegno della maggioranza della popolazione". Inizia così l'intervista rilasciata da Camila Vallejo al quotidiano spagnolo Público.
Passata la grande commozione che ha sconvolto il Cile per le 21 vittime dell'incidente aereo al largo dell'arcipelago Juan Fernandez, le proteste studentesche, appoggiate da professori, rettori e genitori, per avere un insegnamento scolastico gratuito, tornano d'attualità. In settimana gli studenti sono tornati a manifestare: a Santiago erano in 120mila. Il movimento studentesco non è affatto morto e la sua leader, la 23enne Camila Vallejo, studentessa di Geografia, comunista convinta e presidente della Federazione Studentesca Cilena (FECH, dalle iniziali in spagnolo), non solo è la ragazza di cui è innamorato mezzo Cile, ma anche quella che a base di carisma e idee, in meno di un anno di presidenza, ha messo al centro della scena politica le esigenze della scuola e tiene in scacco il Governo (il dialogo è appena iniziato e continua con molta difficoltà, visto il rifiuto del Governo di rinunciare al lucro).
Nell'intervista Vallejo dà numeri che raccontano un'altra storia, rispetto a quella di un Cile modello, raccontato per anni anche dalla Concertación. In spagnolo potete leggere le parole di Camila e l'articolo completo, cliccando qui.

- E' per le vostre proteste che il 68% dei cileni disapprova la gestione del presidente Sebastián Piñera? E' stata così inadeguata la risposta del Governo alle vostre domande?
L'attuale Governo di destra non ha avuto la volontà politica di rispondere alle domande della cittadinanza. Si è mostrato intransigente e ha imposto la sua linea ideologica alla maggioranza del Paese. Questo è grave, perché significa che sta governando solo per pochi, per chi oggi ottiene un guadagno dal sistema educativo e non vuole capire che esiste una crisi difficile da risolvere se non si cambia la struttura dalla base. D'altra parte la crescente mobilitazione sociale ha fatto che il Governo mostri un volto che aveva voluto evitare, che è quello della repressione. Di lì la percezione generale che non sia stato all'altezza delle circostanze e i cittadini non vogliono un Governo così
- Lei ha detto che i mezzi di comunicazione alimentano il discredito dei movimenti sociali. Sta succedendo questo con il movimento studentesco?
I quotidiani appartengono al 98% a due grandi gruppi, che hanno praticamente la stessa linea editoriale,m molto legata ai settori conservatori, per cui sono un grande ostacolo per cercare l'appoggio cittadino. I quotidiano generalmente disinformano, al decontestualizzare le dichiarazioni degli studenti, tergiversare le nostre domande o semplicemente evadendo fatti sociali importanti. I canali della tv aperta non sono molto diversi. Generalmente danno messaggi tendenziosi e parziali, senza rispettare il loro lavoro d'informare obiettivamente né di essere pluralisti. Di fatto, in molte occasioni, quando i notiziari parlano dell'istruzione o del movimento studentesco, mostrano immagini di incappucciati o vandalismo, promovendo un'immagine erronea del nostro movimento.
- Fino a che punto si possono identificare le rivendicazioni degli studenti con le chiavi di cambio sociale proposte da Salvador Allende nel suo discorso all'Università di Guadalajara, nel Messico?
Colpisce molto sapere che il Cile ha avuto un presidente che davvero rappresentava il sentire di quello che oggi continuiamo a chiedere. Probabilmente, se non ci fosse stato il colpo di Stato, il nostro sistema educativo sarebbe molto diverso. In questo discorso ci sono idee molto rilevanti, che ci toccano come studenti universitari e come futuri professionisti, e inoltre sottolinea qualcosa che a volte ci dimentichiamo: la rivoluzione non passa solo attraverso l'università. Questa frase si riferisce al fatto che i cambi profondi sono possibili solo se tutto il Paese, i suoi lavoratori, le casalinghe, i pensionati, tutti insieme agli studenti, diventano attori sociali. In questo stanno adesso lavorando molte organizzazioni sociali, cercando di ricostruire il tessuto sociale perso nella dittatura.
- Cosa pensa del criterio dello scrittore Vargas Llosa, condecorato l'anno scorso da Piñera, con l'ordine al merito docente e culturale Gabriela Mistral, secondo il quale il Cile è un modello come regime politico ed economico?
Questa è l'immagine del Cile che alcuni pretendono esportare, ignorando che praticamente l'80% della popolazione vive indebitata o che il 60% del Paese vive con meno di 165mila pesos mensili pro capite (circa 180 euro), quando ci sono tasse universitarie che sono più del doppio di questa cifra. Ignorando che il salario minimo è di soli 182mila pesos (200 euro) e che solo il trasporto di una persona consuma in un mese più del 20% di questa entrata. Non so per quale persona possa essere un modello un regime che pretende eliminare l'esclusione sociale aprendo più carceri e chiudendo le scuole pubbliche.
- Cosa significa essere comunista oggi e che insegnamento ha ricevuto dall'educazione familiare? Crede possibile un socialismo democratico nel Cile e in America Latina?
Nel nostro Paese, in cui ha primeggiato un senso comune essenzialmente liberista, dall'imposizione della dittatura, i valori della sinistra (solidarietà, fraternità e giustizia sociale) rappresentano quello che è sopravvissuto a quei 17 anni di oscurantismo. Credo che un progetto politico di sinistra non solo è attuale, ma è necessario per superare la profonda disuguaglianza che ci affligge come Paese ed è conseguenza del nostro fallito sistema economico. Per questo ammiro Paesi che hanno avuto il coraggio di dare passi in questa direzione.