lunedì 12 settembre 2011

Irene la Sentío, la bailaora italiana di Baile Flamenco, il nuovo spettacolo della star Farruquito

Il 15 settembre debutta al Teatro Compac della Gran Via di Madrid lo spettacolo Baile Flamenco (se siete a Madrid, non cercate i biglietti: le tre serate hanno già fatto il tutto esaurito). E' lo spettacolo flamenco più atteso della stagione: il ritorno di Juan Manuel Montoya, in arte Farruquito, al flamenco puro, dopo le sperimentazioni di Sonerías. Se il ritorno del bailaor del flamenco tradizionale, senza concessioni alle contaminazioni, è già un evento di per sé, c'è una ragione ulteriore che rende Baile Flamenco un appuntamento da segnalare.
Farruquito è venuto meno alla legge non scritta, ma rispettatissima, che vuole il flamenco patrimonio solo dei gitani o, al massimo, degli andalusi. A fargli rompere il pregiudizio è stata Irene Bazzini, 26enne bailaora di Voghera, la prima straniera arrivata ai vertici del flamenco, tanto da entrare nella compagnia del più purista dei bailaores. Non è la prima volta, in realtà: Irene si è esibita con lui già alla Biennale del Flamenco di Siviglia dell'anno scorso, ma era stato un una tantum; questa volta invece è parte di uno spettacolo che andrà in tour e il prossimo anno arriverà anche in Italia.
Come tutte le bailaoras ha un nome d'arte, la Sentío, datole direttamente dalla Farruca, la madre di Farruquito, e sua maestra: "Diceva che avevo un sexto sentido, un sesto senso, per la musica e il ritmo, di lì è venuto la Sentío, che è molto flamenco e mi piace" dice.
A pochi giorni dalla prima di Baile Flamenco, Irene la Sentío ha parlato con Rotta a Sud Ovest delle sue emozioni di italiana che ha lasciato tutto per il flamenco e si trova adesso a vivere il sogno di ogni bailaora: essere parte dello spettacolo più atteso della stagione, accanto al più carismatico dei giovani bailaores.
- Un anno fa il tuo debutto, unica italiana, alla Biennale del Flamenco. Che ricordo ne hai, 12 mesi dopo?
Lo ricordo come un'esperienza incredibile, molto emozionante… una prima grande prova, data l'importanza della Bienal de Flamenco di Siviglia. In un certo senso per me è stata la ricompensa di un ciclo della mia vita flamenca iniziata proprio a Siviglia con tanto entusiasmo, tanti sforzi, lacrime e gioie ma senza mai smettere di lottare per quello che volevo veramente.
- E dopo la Biennale, l'imminente debutto a Madrid, sulla Gran Via. Come ti senti, quando ci pensi?
Preferisco non pensarci troppo, altrimenti mi blocco!!! Lo sto vivendo come un'occasione unica nella vita: non avrei mai pensato mi potesse succedere e me la voglio godere intensamente. È il sogno di qualsiasi bailaora! Ma è anche una grandissima responsabilità: ballare con Farruquito in un teatro di tale importanza non è da poco e si sente la pressione sia del pubblico sia dei critici e dei mezzi di comunicazione che stanno aspettando con ansia di vedere il risultato del lavoro di questi mesi. Sono sicura che le aspettative non saranno deluse… Juan è un Maestro e la sua Arte è indiscutibile...
- Come ti ha detto Farruquito che ti voleva con sé alla Biennale e in questo nuovo spettacolo? L'anno scorso mi ha chiamato per telefono e mi ha detto che aveva bisogno di quattro ragazze per uno spettacolo che doveva montare per la Biennale e che voleva che una di loro fossi io; sono rimasta pietrificata, non mi uscivano le parole. Dopo ho iniziato a ridere, a saltare e poi a piangere come una disperata... Sinceramente non mi aspettavo che mi chiamasse l'anno scorso per una proposta di questo tipo, perché sapevo che stava lavorando a uno spettacolo in cui ballava da solo e non l'avevo mai sentito parlare di un progetto che coinvolgesse nessuna bailaora. Per questo sono rimasta ancora più sorpresa! Quest'anno mi ha parlato direttamente del nuovo progetto di Baile Flamenco, dando per scontato che voleva che io ballassi con lui. Mi ha coinvolto subito spiegandomi l'idea, i vari bailes, l'organizzazione. Stavolta è stato ancora più emozionante, dato che è un progetto più solido, flamenco, puro...
- In un solo anno si potrebbe dire che la tua carriera di bailaora ha preso il volo. Guardandoti alle spalle, quali sono stati i momenti più importanti finora, le scelte che ti dici "meno male che ho fatto", quale è stato il momento in cui hai pensato "sta andando come sognavo"?
Innanzitutto non smetterò mai di rallegrarmi del giorno in cui ho preso la decisione di trasferirmi a Siviglia per inseguire il sogno di diventare bailaora. Sembrava impossibile, ma finalmente posso dedicarmi anima e corpo al baile, che per me è una filosofia di vita e una terapia. Ogni tappa del percorso è stata utile nel cammino di crescita personale e artistica, quindi non mi rimprovero nulla...rifarei esattamente le stesse scelte, che mi hanno portato ad essere la persona che sono oggi. Sicuramente sono contenta di aver scelto come "guida" la Familia Farruco, che mi ha insegnato tantissimo e mi ha permesso di immergermi appieno nel mondo flamenco. Ma soprattutto sono contenta di aver superato, poco a poco, i miei limiti e gli ostacoli che ognuno si pone nel proprio cammino e che gli impediscono di migliorare: le paure, le insicurezze....e c'è sempre tanto lavoro da fare in questo senso! Il momento in cui ho pensato "sta andando come sognavo" è stato ad aprile di quest'anno, quando Farruquito mi ha chiamato per dirmi che voleva contare di nuovo su di me per questo ultimo spettacolo molto più impegnativo e puro di Sonerías. Ho pensato: "Finalmente! Ora si fa sul serio!". Questo sì, che era il mio sogno....
- Come arriva un'italiana nella compagnia del più gitano e purista dei bailaores?
Ho iniziato come alunna della Familia Farruco, ho studiato molto sia con Farruquito che con sua madre La Farruca. E poco a poco, sulla base della escuela farruquera, ho sviluppato la mia personalità nel baile cercando di essere fedele a me stessa, senza copiare i Maestri ma tenendoli come punti di riferimento e, ovviamente, seguendone i consigli e le indicazioni. Appena hanno visto che avevo raggiunto un certo livello e che cominciavo a lavorare con il baile, mi hanno proposto di lavorare con loro, consapevoli de miei sacrifici, del livello di esigenza con me stessa, della mia afición e del mio rispetto al flamenco, che per loro è fondamentale. In realtà, condivido il loro modo di vivere il baile, sono cresciuta artisticamente con loro, ho assimilato il loro stile e questo conta molto nel momento di lavorare insieme. Ma, essendo straniera, bisogna costantemente dimostrare di essere all'altezza della situazione, non ci si può mai rilassare…
- Farruquito crea spettacoli molto personali. Come si entra nel mondo personale di un maestro? Dà indicazioni speciali?
E' un mondo magico e molto affascinante...mi sento una privilegiata potendo entrare ogni giorno nella mente di un genio e apprezzarne tutte le sfumature e i colori. Sto imparando quotidianamente qualcosa: un dettaglio, un suono diverso, un movimento flamenco, un ritmo nuovo, sempre dentro ai canoni antichi, puri e flamenchi. L'unica cosa che ci ricorda tutti i giorni Juan, è che dobbiamo rivendicare il baile flamenco come tale, in ogni sua forma, e dimenticarci della modernità, delle mode che anche nel flamenco sono passeggere. Il vero baile flamenco non passa mai di moda e rappresenta la verità dell'arte.
- Dice anche gli piace molto improvvisare e non presentare uno spettacolo "chiuso". Come lo si segue, quando improvvisa?
È geniale! Tutta la compagnia rimane sbalordita di fronte alla sua capacità di improvvisare: è capace di ballare uno stesso palo, stile di baile, per 3 giorni di fila e di farlo improvvisando in modo completamente diverso ogni giorno! È questo il tipo di flamenco vero, ancestrale, che mi ha colpito quando cominciavo ad avvicinarmi a quest'arte e sono pochi i bailaores che cercano di conservare questa purezza. Normalmente, lascia l'improvvisazione a quei bailes che interpreta da solo, quando si balla in 4 o 5 si cerca sempre una coordinazione, per evitare la sensazione di disordine generale. Anche se, dentro a ogni baile montato per la Compagnia, ci lascia liberi di interpretare il cante come vogliamo... è un privilegio!
- Come si imbeve di cultura flamenca una giovane artista straniera che non è nata gitana né flamenca? ci sono libri, film, musiche, spettacoli che ti hanno aiutata e che puoi suggerire?
Ormai con youtube è facile assorbire parte della cultura flamenca, imparando da video di spettacoli, fiestas, documentari etc. che fino a qualche anno fa non erano così reperibili. Quando mi sono avvicinata io al flamenco, l'ho fatto tramite qualche video su Internet, molti libri esplicativi sul flamenco, e film storici come Flamenco o Sevillanas di Carlos Saura, Bodas de Sangre con Antonio Gades o Bodas de Gloria con la Familia Farruco. Uno spettacolo imperdibile che ha fatto storia è senza dubbio Torero di Antonio Canales. Lo consiglio vivamente!!
- Farruquito ha detto a GQ che viaggia sempre con testi di Garcia Lorca, Machado e Neruda, perché li sente molto flamenchi; tu hai autori che ti fanno lo stesso effetto e che viaggiano con te?
García Lorca è stato uno dei primi autori spagnoli che ho letto e mi ha trasportato al mondo flamenco con la sua intensità, i suoi drammi universali e l'ambientazione prettamente andalusa. Penso sia l'autore flamenco per eccellenza. Ultimamente però, con la lettura preferisco staccare dal mondo flamenco e leggere narrativa contemporanea di autori come Almudena Grandes, Lucía Extebarría, Matilde Asensi, Ángeles Mastretta o Arturo Pérez Reverte. Tanto per non dimenticarmi che esiste un mondo al di fuori del flamenco...
- In un mondo notoriamente così chiuso come quello del flamenco, hai sentito qualche volta che essere straniera poteva essere un vantaggio?
MAI! Assolutamente no. L'essere straniera è sempre stato e continua ad essere, almeno per me, un fortissimo svantaggio e motivo di grandi ingiustizie. Anche se apparentemente si vuol dare l'impressione che il mondo flamenco si sia aperto agli stranieri, dato l'elevatissimo numero di bailaores e bailaoras provenienti da tutto il mondo, in realtà la mentalità di fondo che predomina è quella chiusa e un po' razzista secondo la quale se non si è gitani o per lo meno andalusi non si è flamenchi! Ma per fortuna non tutti la pensano così... Nei corsi di baile il numero di studenti stranieri triplica quello degli spagnoli o gitani; ci sono bailaoras straniere che stanno dimostrando di arrivare allo stesso livello delle spagnole o gitane, nonostante abbiano meno esperienza o meno "vissuto flamenco". Il mondo flamenco si sta evolvendo e ormai non ha nessun senso questa mentalità retrograda.
- Hai sentito un cambio di atteggiamento, qualche gelosia, nei tuoi confronti, da parte delle bailaoras, al raggiungere, giovane e straniera, un risultato così prestigioso?
È ovvio che, davanti ad un obiettivo così difficile da raggiungere, si possono scatenare certe invidie o gelosie tra colleghe. Devo dire che tra le bailaoras straniere, ho riscontrato tanta stima e gioia per il traguardo raggiunto, dato che rappresenta il sogno di ogni bailaora. Tra le bailaoras spagnole e gitane, l'atteggiamento è diverso: è scomodo dover riconoscere che anche i payos, i non-gitani, possono arrivare a ballare con Farruquito! Ma io continuo per la mia strada...
- Questo blog è molto legato a Siviglia. Cosa rappresenta per te questa città? Un posto, un locale, un momento muy flamenco, che consigli a chi visita Siviglia?
Per me Siviglia è speciale. Me ne sono innamorata dieci anni fa e ormai la considero casa mia, vivo qui da più di 6 anni. Mi piace la qualità di vita della città, la gente, la filosofia di vita, il clima, il Guadalquivir... è una città magica. Rappresenta il mio sogno diventato realtà, perché è una città che mi ha permesso di conoscere l'arte flamenca e di assorbirne l'essenza; si respira flamenco in ogni angolo della città ed è difficile rimanerne indifferenti. Quando decido di godermi la città, mi piace passeggiare lungo il fiume o per il centro godendomi la vista della Giralda che spunta sopra i tetti... sarò pazza ma per me la Giralda è una vera e propria bailaora! Consiglio una passeggiata in primavera nel quartiere di Santa Cruz, perdendosi per le stradine e godendosi il profumo degli aranci, l'azzurro del cielo e la luce accecante. Il posto flamenco per eccellenza è la Carboneria dove, dopo lo spettacolo quotidiano, si possono improvvisare fiestas e momenti flamenchi  di ogni genere, a seconda della gente che si riunisce.