domenica 4 dicembre 2011

Iñaki Urdangarín accusato di evasione in paradisi fiscali

Di generi e nuora arrivati alla Zarzuela con i matrimoni dei tre figli, dicono che Iñaki Urdangarín fosse il prediletto di re Juan Carlos. Troppo dandy per un macho iberico come lui, il marito della Infanta Elena, Jaime de Marichalar, già archiviato con il divorzio; troppo lontana dalle aspettative reali, plebea, divorziata y muy lista, molto furba, la moglie del Principe Felipe, Letizia Ortiz. Rimaneva Iñaki. Alto, prestante, di buona famiglia basca, con una carriera sportiva culminata nelle medaglie di bronzo alle Olimpiadi di Atlanta e Sydney, aveva tutte le caratteristiche per essere un duca consorte sufficientemente intelligente da accettare il secondo piano protocollare (che grande, Daniel di Svezia, al dire "ho sufficiente autostima da poter stare un passo dietro alla Principessa Victoria negli atti ufficiali, senza sentirmi per questo sminuito") e un ruolo più che altro decorativo.
Alla fine Iñaki si è rivelato il peggiore di tutti, nonostante una carriera sportiva e un paio di  medaglie olimpiche, che avrebbero dovuto trasmettergli qualche valore etico. Su Rotta a Sud Ovest si è già parlato dei sospetti di malversazioni di denaro pubblico riguardanti l'Instituto Nóos negli anni della presidenza di Iñaki Urdangarín. In quel periodo, secondo le indagini, l'Instituto, fondato "senza animo di lucro" dal Duca consorte di Palma di Maiorca e dal socio Diego Torres, avrebbe ricevuto circa 5 milioni di euro dalle Giunte delle Baleari e di Valencia per una serie di convegni ed eventi e avrebbe gonfiato le spese per giustificare un compenso a prima vista esagerato. Urdangarín non avrebbe esitato a utilizzare anche la società immobiliare Aizoon, che ha fondato con l'Infanta Cristina, per giustificare le grandi cifre versategli.
Le testimonianze e le rivelazioni di questi giorni (a proposito, da Casa Reale nessuno se l'è presa con la stampa e con i giudici, che fanno il loro lavoro) non fanno onore a Urdangarín: era solito commentare nelle riunioni di affari che se lui entrava, allora si portava dietro sponsors e finanziamenti, facendo tacito riferimento alla sua condizione di membro della Famiglia Reale e, dunque, di persona affidabile e con i contatti giusti. Ma oggi è arrivato il colpo peggiore di tutti.
"La Fiscalia Anticorrupcion accusa  per la prima volta in modo diretto il duca di Palma di Maiorca Iñaki Urdangarín, di aver dirottato fondi a paradisi fiscali del Belize e del Regno Uniti. I magistrati calcolano che il marito dell'Infanta e il suo socio, Diego Torres, sono arrivati a trasferire almeno 650mila euro nel Belize e in altri paradisi fiscali legati al Regno Unito. Questi trasferimenti sono stati fatti attraverso una "struttura societaria fiduciaria"" scrive El Mundo nella sua pagina web. Praticamente il Duca, oltre ad aver ricevuto enormi somme di denaro pubblico senza alcuna giustificazione apparente, è pure un evasore fiscale, dato che ha dirottato parte di quelle cifre nei paradisi fiscali.
E lo ha fatto con un piano manoscritto che i magistrati hanno trovato nella cassaforte degli uffici della sede sociale di Aizoon, di cui l'Infanta Cristina non è solo azionista al 50% con il marito, ma è anche segretaria del CdA. Al centro di tutta la trama per evadere le tasse ed esportare denaro nei paradisi fiscali, c'è "l'entità mercantile De Goes Center for Stakeholder Management". El Mundo spiega: "Urdangarín e i suoi soci hanno creato questa entità in Spagna e ne hanno stabilita un'altra con lo stesso nome a Londra, che costituisce, a sua volta, una filiale di un'altra impresa con sede nel Belize. I pagamenti realizzati dall'instituto Nóos a questa entità, controllata direttamente dal Duca di Palma e da Torres, sono stati probabilmente camuffati con fatture false".
In questi giorni la stampa spagnola di tutti i colori, da El Mundo a El País a Público, ha rivelato come Iñaki abbia utilizzato la sua appartenenza alla Famiglia Reale per entrare in contatto con imprenditori, con autorità politiche di Baleari e Comunitat Valenciana e con personaggi vari, per stringere rapporti d'affari che poco avevano con gli scopi dell'Instituto Nóos, nato "senza animo di lucro". La dimostrazione è il sensazionale incremento del patrimonio immobiliare dei Duchi di Palma. Nel 2004 la coppia ha acquistato per 6 milioni di euro una palazzina da 1200 mq a Pedralbes, uno dei quartieri più esclusivi di Barcellona; un acquisto che è sempre stato causa di chiacchiere e di dubbi sulle reali entrate economiche di Iñaki Urdangarín. Ma tra il 2003 e il 2007 Nóos Consultoría e Aizoon hanno comprato cinque appartamenti a Palma e un altro a Terrasa, per un costo di quasi 1,3 milioni di euro (eravamo in piena bolla immobiliare spagnola). I dati, forniti dal Ministero delle Finanze ai magistrati che indagano sul caso, sono stati pubblicati da tutta la stampa spagnola. Persino ABC e La Razón, i due giornali più monarchici, che hanno cercato fino alla fine di ritardare o non pubblicare le notizie riguardanti i guai giudiziari di Iñaki Urdangarín, non possono più tacere.
Del genero bello e disinvolto del re parla tutta la Spagna. Juan Carlos ostenta tranquillità, dice nelle riunioni private che "sono problemi di Iñaki, non della Casa Reale". Ma non è proprio così. Tanto che ormai buona parte dell'opinione pubblica inizia a chiedere una posizione pubblica e ufficiale di Casa Reale sulla vicenda. Tanto che si susseguono le ipotesi su come evitare che il probabile processo a Urdangarín possa danneggiare la monarchia, già duramente messa alla prova dalla indignación che agita la Spagna e che tocca tutte le istituzioni. Qualche settimana fa Juan Carlos ha convocato Iñaki, che vive da un paio di anni a Washington, ma non per questo può sfuggire alle sue responsabilità penali spagnole. Cosa si siano detti ovviamente non si sa. Escluso il divorzio dall'Infanta Cristina, perché lei non lo vuole e perché ci sono quattro bambini di mezzo, si parla di un'esclusione volontaria di Urdangarín da tutti gli atti pubblici della Famiglia Reale. Praticamente all'ex giocatore di pallamano toccherebbe lo stesso destino di Jaime de Marichalar, cancellato dal sito web della Casa Reale e da ogni manifestazione della Famiglia Reale, con la differenza che continuerebbe a essere il marito dell'Infanta Cristina, seppure solo in privato. Si è anche ipotizzata, ma sembra decisamente più improbabile, una rinuncia di Cristina a tutti i diritti dinastici, del resto altamente difficili da realizzare, venendo lei e i suoi figli dopo Felipe e le sue bambine e dopo Elena e i suoi figli.
Quello che è certo è che alla Zarzuela stanno lavorando per separare il destino di Iñaki da quello della Casa Reale, a Washington il duca si vede sempre più pallido e magro (in caso di imputazione perderebbe anche il lavoro di consigliere di Telefonica e il milione di euro all'anno di compenso) e Cristina è sempre più preoccupata dell'informazione che arriva ai suoi figli, capaci ormai di navigare su Internet. Nelle conversazioni spagnole ci si chiede soprattutto perché. Che bisogno avevi, Iñaki, di montare tutto questo, avendo la vita risolta sia da un punto di vista economico che sociale?