martedì 19 giugno 2012

Cinque nuove icone dell'architettura moderna, a Buenos Aires

Dimenticate Caminito, San Telmo o la plaza de Mayo. Non solo loro le icone della Buenos Aires del XXI secolo. La capitale argentina si è profondamente rinnovata negli ultimi anni, si è arricchita di nuovi quartieri e di moderni edifici, che l'hanno proiettata nell'architettura contemporanea e hanno cambiato anche il modo di vivere dei porteños.
lanacion.com.ar propone un itinerario nella Buenos Aires moderna, con una lista dei nuovi luoghi imprescindibili. Si inizia ovviamente a Puerto Madero, il quartiere nato sulle aree industriali e navali dismesse sulle rive del Rio de la Plata e diventato in pochi anni uno dei più cari dell'America Latina, grazie alla presenza di ampie aree verdi e di moderni edifici residenziali e grazie, sottolinea il sito web del quotidiano argentino, a sapienti "azioni di marketing, che sono riuscite a posizionarlo come la culla dell'architettura o delle imprese immobiliari più nuove". Il simbolo di Puerto Madero è il Puente de la Mujer, la prima opera latinoamericana di Santiago Calatrava, costruito interamente in Spagna e trasferito in Argentina in parti, in vari viaggi; la sua struttura simula una coppia che balla il tango, la lunga trave bianca rappresenta l'uomo e la parte curva la donna.
Bisogna spostarsi nella plaza de las Naciones Unidas per vedere la Floralis Generica, una grandiosa scultura di acciaio inossidabile, che emerge da uno specchio d'acqua e che è stata regalata dall'architetto Eduardo Fernando Catalano a Buenos Aires. E' stato, nota lanacion.com.ar, "il primo monumento con movimento dell'Argentina, grazie a un sistema elettrico con cui poteva aprire e chiudere i suoi petali". Da oltre tre anni il sistema non funziona e, siccome la riparazione costa 2 milioni di pesos e nessuno è disposto a pagarli, rimane solo il ricordo di questo movimento.
Non si può pensare a un itinerario a Buenos Aires dimenticando il calcio e così La Nación ci porta alla Bombonera, il mitico stadio del Boca Juniors, nel quale, sostenne una volta The Guardian, nella lista delle 50 cose da fare prima di morire, bisogna vedere almeno una volta nella vita vedere il superclásico d'Argentina, Boca Juniors contro River Plate. E' stato progettato da Victorio Sulsic e José Delphini, inaugurato nel 1940 ed è una delle icone imprescindibile della capitale argentina, a prescindere dalla sua epoca di costruzione (ma probabilmente l'autore dell'articolo è un hincha, un tifoso, del Boca).
Il Museo de Arte Latinoamericano de Buenos Aires (MALBA per gli aficionados) è un altro must imperdibile; è stato costruito nel 1995 ed è diventato in pochi anni uno dei centri culturali più importanti della città, con ampie sale concepite, spiega lanacion.com.ar, "come vere e proprie "casse bianche", per evitare distrazioni e in modo che i visitatori possano apprezzare le esposizioni al dettaglio". Si trova nell'Avenida Figueroa Alcorta.
Uno degli edifici che hanno cambiato lo skyline di Buenos Aires è la torre YPF; con i suoi 160 metri di altezza e i suoi 37 piani si staglia verso il cielo porteño e non si fa dimenticare grazie al suo giardino d'inverno, situato tra i piani 26 e 31 e visibile anche da lontano. Il suo scopo è "promuovere, attraverso l'architettura, la cura dell'ambiente, che è anche uno degli obiettivi dell'impresa". La sua costruzione ha richiesto un investimento iniziale di 134 milioni di dollari ed è considerato uno dei migliori grattacieli latinoamericani appartenenti a una corporazione. Si trova a Puerto Madero, per chiudere il cerchio e per dimostrare, in fondo, che la vera icona della nuova Buenos Aires è semplicemente questo nuovo quartiere che guarda al Rio de la Plata.

Il Puente de la Mujer

Floralis Generica

La Bombonera

MALBA

Torre YPF