Le fragole di Huelva, le olive di Jaén, le arance di Siviglia, gli ortaggi di Almeria. In Andalusia si sa cosa e dove comprare per assicurarsi la qualità. Sono gli stessi commercianti che, al vederti straniera, ti fanno l'occhiolino e ti dicono "guarda che le fragole sono di Palos de la Frontera!" Come dire, fidati! E allora anche quando sei in Italia, se vedi che la cassetta delle fragole del supermercato non è proprio di San Mauro Torinese, il posto delle fragole piemontesi, ma arriva da Palos, dici, ok, si possono comprare, anche se sono straniere!
Devono fare più o meno gli stessi ragionamenti in Germania, dove l'Andalusia è leader indiscutibile delle esportazioni spagnole agroalimentari. Sì, perché, tra altissimi tassi di disoccupazione, scandali di corruzione e crisi endemica, esiste un'Andalusia che funziona e che è punto di riferimento mondiale: l'Andalusia dell'agricoltura, i cui prodotti stanno avendo un grande successo anche all'estero.
Secondo i dati del Ministero del Commercio spagnolo, l'Andalusia è la seconda regione spagnola per volume di esportazioni, ben 12,8 miliardi nel primo semestre del 2012, cioè l'11,7% delle esportazioni totali; e nel settore agroalimentare il dominio andaluso è totale: suo è il 50% delle esportazioni spagnole. E dal 2008 la Germania è il primo Paese consumatore dei prodotti andalusi: i tedeschi hanno superato italiani e francesi, tradizionali destinatari delle merci andaluse.
Il prodotto agricolo andaluso più apprezzato dai tedeschi è il pomodoro: il 26% della quota di pomodori esportati ha come destinazione la Germania; seguono i peperoni, la cui quota diretta in Germania è del 30%, e il cetriolo, che destina il 38% delle esportazioni ai tedeschi, dimostrando così di aver superato la crisi causata un anno fa dall'accusa di essere portatore del virus E.coli.
Ma non solo di frutta e verdura vivono i brillanti rapporti economici tra Germania e Andalusia. L'olio di Jaén è uno dei prodotti d'esportazione più richiesti in Germania (e posso testimoniare che tra Westfalia e Berlino numerosi supermercati hanno l'olio spagnolo in bella vista, accanto a quello italiano, ancora più prestigioso, ma chissà per quanto). Va forte il vino di Jerez, che ha nella Germania il suo terzo Paese esportatore (ma il vino spagnolo in generale ha nella Germania la principale consumatrice e la Spagna ha superato la Francia come Paese fornitore).
E ci sono dati che dovrebbero far riflettere la Spagna in cerca di un nuovo modello economico per uscire da questa crisi senza trasformarsi nel Paese di baristi, camerieri e muratori per le vacanze del Nord Europa, come molti vorrebbero, non solo nelle capitali nord-europee. I prodotti ecologici dell'Andalusia stanno avendo grande successo nei principali Paesi dell'Unione Europea, in particolare in Germania, Francia e Regno Unito, a cui si dirigono le esportazioni. Sono nicchie di mercato che puntano sulla qualità, sulla tecnologia, sulla ricerca, sulla tradizione, sulla sapienza. Tutte qualità che l'Andalusia non deve cercare al di fuori dei propri confini: conta su giovani ricercatori preparati, su imprese agroalimentari attente alle nuove tecnologie, su tradizioni e sapienze che si possono far risalire fino alla cultura araba. Come l'intera Spagna, anche l'Andalusia deve avere fiducia in se stessa e il coraggio di investire nei settori in cui potrebbe essere davvero pericolosa anche per iPaesi vicini, di maggior fama e di lunga tradizione, come, magari, l'Italia.
Devono fare più o meno gli stessi ragionamenti in Germania, dove l'Andalusia è leader indiscutibile delle esportazioni spagnole agroalimentari. Sì, perché, tra altissimi tassi di disoccupazione, scandali di corruzione e crisi endemica, esiste un'Andalusia che funziona e che è punto di riferimento mondiale: l'Andalusia dell'agricoltura, i cui prodotti stanno avendo un grande successo anche all'estero.
Secondo i dati del Ministero del Commercio spagnolo, l'Andalusia è la seconda regione spagnola per volume di esportazioni, ben 12,8 miliardi nel primo semestre del 2012, cioè l'11,7% delle esportazioni totali; e nel settore agroalimentare il dominio andaluso è totale: suo è il 50% delle esportazioni spagnole. E dal 2008 la Germania è il primo Paese consumatore dei prodotti andalusi: i tedeschi hanno superato italiani e francesi, tradizionali destinatari delle merci andaluse.
Il prodotto agricolo andaluso più apprezzato dai tedeschi è il pomodoro: il 26% della quota di pomodori esportati ha come destinazione la Germania; seguono i peperoni, la cui quota diretta in Germania è del 30%, e il cetriolo, che destina il 38% delle esportazioni ai tedeschi, dimostrando così di aver superato la crisi causata un anno fa dall'accusa di essere portatore del virus E.coli.
Ma non solo di frutta e verdura vivono i brillanti rapporti economici tra Germania e Andalusia. L'olio di Jaén è uno dei prodotti d'esportazione più richiesti in Germania (e posso testimoniare che tra Westfalia e Berlino numerosi supermercati hanno l'olio spagnolo in bella vista, accanto a quello italiano, ancora più prestigioso, ma chissà per quanto). Va forte il vino di Jerez, che ha nella Germania il suo terzo Paese esportatore (ma il vino spagnolo in generale ha nella Germania la principale consumatrice e la Spagna ha superato la Francia come Paese fornitore).
E ci sono dati che dovrebbero far riflettere la Spagna in cerca di un nuovo modello economico per uscire da questa crisi senza trasformarsi nel Paese di baristi, camerieri e muratori per le vacanze del Nord Europa, come molti vorrebbero, non solo nelle capitali nord-europee. I prodotti ecologici dell'Andalusia stanno avendo grande successo nei principali Paesi dell'Unione Europea, in particolare in Germania, Francia e Regno Unito, a cui si dirigono le esportazioni. Sono nicchie di mercato che puntano sulla qualità, sulla tecnologia, sulla ricerca, sulla tradizione, sulla sapienza. Tutte qualità che l'Andalusia non deve cercare al di fuori dei propri confini: conta su giovani ricercatori preparati, su imprese agroalimentari attente alle nuove tecnologie, su tradizioni e sapienze che si possono far risalire fino alla cultura araba. Come l'intera Spagna, anche l'Andalusia deve avere fiducia in se stessa e il coraggio di investire nei settori in cui potrebbe essere davvero pericolosa anche per iPaesi vicini, di maggior fama e di lunga tradizione, come, magari, l'Italia.