giovedì 4 ottobre 2012

L'immagine a pezzi della Spagna: l'attacco di Mitt Romney, il proscioglimento degli organizzatori del 25-S

Settembre è stato il mese nero dell'immagine internazionale della Spagna. Prima la Diada catalana, che ha messo al centro della scena le spinte centrifughe del Paese, poi le incertezze sulla richiesta di rescate, che hanno fatto tremare le Borse di tutta Europa, quindi le manifestazioni di Madrid, con le cariche della Polizia fin dentro la Stazione di Atocha, e, infine, i devastanti articoli del New York Times, che descrivono un Paese ai bordi della miseria, con un re in forte difficoltà anche per i misteri sul suo patrimonio personale e le sue amanti, con le regioni più ricche che vogliono diventare indipendenti e con il rischio di nuove proteste sociali se si insiste con le politiche di austerità. Si pensava che peggio di così non si potesse fare. Invece.
Ieri sera, negli Stati Uniti, c'è stato il primo dibattito tra Barack Obama e Mitt Romney, in corsa per le elezioni presidenziali di novembre. E il candidato repubblicano ha usato più volte la Spagna come esempio di tutto quello che non vuole per gli USA: "La Spagna spende il 42% della sua economia totale nello Stato. Non voglio seguire il cammino della Spagna" ha detto. "Le entrate si ottengono con più gente che lavora, con stipendi più alti, affinché paghi più tasse. Così è come si ottengono crescita ed equilibrio del bilancio. Ma non lo otterremo mai, se facciamo come la Spagna". Tempo fa Romney parlava solo della Grecia, nel dibattito di ieri la Grecia è stata sostituita dalla Spagna, come esempio di politiche sbagliate e di povertà. Non è una bella cosa per un Paese già danneggiato dai video delle cariche della Polizia, il 25 settembre, e dagli editoriali del New York Times.
Non è una bella cosa anche perché è di oggi la sentenza della Audiencia Nacional, che ha prosciolto da ogni accusa gli otto promotori della manifestazione del 25 settembre, intorno al Parlamento. Secondo il giudice Santiago Pedraz, la manifestazione non rappresenta alcun reato contro le alte istituzioni dello Stato, così come voleva l'accusa. Gli imputati hanno spiegato il carattere pacifico della manifestazione, mentre l'accusa ha cercato di sottolineare lo slogan, Occupa il Congresso, che presupponeva il carattere violento dell'occupazione; per Pedraz lo slogan non è motivo sufficiente di imputazione. La cosa bella è che gli otto sono stati seguiti e identificati dalla Polizia ben prima del 25 settembre e sono stati accusati di un delitto contro le alte istituzioni prima della manifestazione. Un dato che indica la paranoia con cui il Governo spagnolo sta seguendo le proteste popolari alle sue politiche di tagli e di austerità.
Alle denunce contro gli otto sono infatti seguite le parole intimidatorie di vari dirigenti conservatori, che hanno voluto paragonare il 25-S al colpo di Stato del 1981, ancora prima che avesse luogo la manifestazione. Ci sono state poi le intimidazioni sugli autobus che portavano i manifestanti a Madrid, fermati nelle autostrade per identificare gli occupanti. Ci sono state le enormi misure di sicurezza, con 1500 poliziotti schierati in difesa del Parlamento e in tenuta da sommossa, contro una manifestazione che il Governo ha dichiarato seguita da 6mila persone (in realtà dovevano essere almeno 20mila, pensando ai dati che vengono diffusi quando a occupare la piazza de Neptuno sono i tifosi dell'Atlético Madrid). 1500 poliziotti per 6mila manifestanti è un dato indegno di qualunque Paese democratico ed europeo, non fosse che è la testimonianza della paura del Governo spagnolo degli stessi cittadini che governa. Il peggio sono state ovviamente le cariche contro i manifestanti, anche perché c'è il sospetto, rafforzato da un video che gira nella Rete, che siano state causate dagli stessi poliziotti, infiltrati nella concentrazione.
Per quelle cariche il Prefetto di Madrid Claudia Cifuentes ha fatto i complimenti alla Guardia Civil. Ma, visti i video, è stato lo stesso Sindacato dei Poliziotti a protestare e a chiedere un diverso comportamento davanti alle proteste popolari, con meno violenza e più indulgenza. Ed è notizia di ieri sera che il Ministero degli Interni ha avviato un'inchiesta per capire cosa sia successo ad Atocha, dove la Polizia ha sparato pallottole di gomma tra i passeggeri in attesa dei treni, che niente avevano a che vedere con la manifestazione. Sarebbe bene che aprisse un'inchiesta anche sul fatto che molti poliziotti non portano sulla divisa le matricole che li identificano e, sembra, si vantino di questo davanti ai manifestanti che non possono così denunciare il loro comportamento.
Se però, dopo essersi congratulati con i poliziotti per il loro comportamento durante il 25-S, si arriva alle inchieste interne per indagare sul loro atteggiamento, allora qualcosa non funziona a Madrid. Non che ci fosse bisogno anche di questa prova. Ma anche questo è l'ennesimo segnale del cortocircuito in corso in Spagna ed è l'ennesimo tassello all'immagine internazionale in caduta del Paese.