Lo sciopero generale proclamato per il 14 novembre non dev'essere solo un altro sciopero generale spagnolo,
il secondo contro il Governo di Mariano Rajoy. I sindacati vogliono che obblighi
a un cambio radicale delle politiche di austerità del Governo: deve segnare un prima e un
dopo nei rapporti dell'Esecutivo con la società spagnola , soprattutto, non
deve finire il 14 novembre.
I tagli ai servizi sociali, alla cultura, all'istruzione. Le disuguaglianze sempre più profonde, con i ricchi che continuano a guadagnare sempre di più e la media borghesia che precipita sotto la soglia di povertà. Gli sfratti diventati un'emergenza sociale, tanto da obbligare la Magistratura a ipotizzare soluzioni di aiuto non alle banche, ma ai cittadini indebitati, e da spingere il PSOE a presentare in Parlamento una legge che stabilisca l'esaurimento del debito con la consegna dell'alloggio (attualmente chi ha stipulato un mutuo che non è più in grado di pagare, deve consegnare il proprio alloggio alla banca e continuare a pagare il debito). Le Amministrazioni pubbliche che hanno avuto il mandato di ridurre i servizi ai cittadini e tagliare il personale, regalando al privato pezzi dello Stato Sociale e facendo sì che possano curarsi e possano studiare i più ricchi e che siano abbandonati a se stessi i più poveri e chi nella povertà sta precipitando.
La Spagna muore ogni giorno, viene ferita quotidianamente dalla violenza del suo Governo. Che, non contento di tagli sociali e aumenti delle tasse per la classe media, vuole adesso cambiare le leggi sulla libertà d'espressione e sul diritto di manifestazione.
I sindacati esigono che il Governo cambi strategia e direzione e per questo chiedono agli spagnoli che questo 14-N non sia solo un'altra giornata di sciopero generale, ma sia una giornata di solidarietà europea, un grido che si alza dalla Spagna e dall'Europa contro le politiche di austerità che stanno impoverendo il sud del Continente.
Lo sciopero è stato organizzato dalla Confederazione Europea dei Sindacati e coinvolgerà non solo la Spagna. Sciopereranno anche il Portogallo, sulla cui data si è appoggiato il sindacato spagnolo per organizzare il suo, la Grecia, che ha spostato il suo ennesimo sciopero generale per farlo coincidere con quello europeo, Cipro e Malta. Parteciperà a questo sciopero europeo anche l'Italia, come sempre in modo disordinato: i Cobas hanno già dato la loro adesione tempo fa, dalla CISL e dalla UIL nessuna notizia (complimenti, chicos, voi sì che continuate a difendere i lavoratori e a farli sentire parte di un progetto di solidarietà internazionale, proprio mentre le elites stanno cercando di distruggere quel progetto!), la CGIL ha aderito con 4 ore di sciopero generale da gestire a livello territoriale. Insomma, in Italia non vedremo saracinesche abbassate, treni bloccati e fabbriche deserte come negli altri Paesi europei. E vabbe'.
I sindacati spagnoli, che in questo sciopero europeo ci credono davvero, hanno diffuso un video in cui mostrano i diritti tagliati e invitano a usare il 14 novembre per gridare e dire no. E' duro e avvincente e non perdete di vista l'intensa attrice di colore, che penetra nell'anima con il suo sguardo di furia e di indignazione. Potete riconoscere quello sguardo in ogni spagnolo (ma probabilmente anche in ogni greco, in ogni portoghese e in ogni immigrante che vede i propri diritti cancellati dalla violenza devastatrice del proprio Governo). In una settimana lo hanno visto in oltre 300mila.
Da youtube
I tagli ai servizi sociali, alla cultura, all'istruzione. Le disuguaglianze sempre più profonde, con i ricchi che continuano a guadagnare sempre di più e la media borghesia che precipita sotto la soglia di povertà. Gli sfratti diventati un'emergenza sociale, tanto da obbligare la Magistratura a ipotizzare soluzioni di aiuto non alle banche, ma ai cittadini indebitati, e da spingere il PSOE a presentare in Parlamento una legge che stabilisca l'esaurimento del debito con la consegna dell'alloggio (attualmente chi ha stipulato un mutuo che non è più in grado di pagare, deve consegnare il proprio alloggio alla banca e continuare a pagare il debito). Le Amministrazioni pubbliche che hanno avuto il mandato di ridurre i servizi ai cittadini e tagliare il personale, regalando al privato pezzi dello Stato Sociale e facendo sì che possano curarsi e possano studiare i più ricchi e che siano abbandonati a se stessi i più poveri e chi nella povertà sta precipitando.
La Spagna muore ogni giorno, viene ferita quotidianamente dalla violenza del suo Governo. Che, non contento di tagli sociali e aumenti delle tasse per la classe media, vuole adesso cambiare le leggi sulla libertà d'espressione e sul diritto di manifestazione.
I sindacati esigono che il Governo cambi strategia e direzione e per questo chiedono agli spagnoli che questo 14-N non sia solo un'altra giornata di sciopero generale, ma sia una giornata di solidarietà europea, un grido che si alza dalla Spagna e dall'Europa contro le politiche di austerità che stanno impoverendo il sud del Continente.
Lo sciopero è stato organizzato dalla Confederazione Europea dei Sindacati e coinvolgerà non solo la Spagna. Sciopereranno anche il Portogallo, sulla cui data si è appoggiato il sindacato spagnolo per organizzare il suo, la Grecia, che ha spostato il suo ennesimo sciopero generale per farlo coincidere con quello europeo, Cipro e Malta. Parteciperà a questo sciopero europeo anche l'Italia, come sempre in modo disordinato: i Cobas hanno già dato la loro adesione tempo fa, dalla CISL e dalla UIL nessuna notizia (complimenti, chicos, voi sì che continuate a difendere i lavoratori e a farli sentire parte di un progetto di solidarietà internazionale, proprio mentre le elites stanno cercando di distruggere quel progetto!), la CGIL ha aderito con 4 ore di sciopero generale da gestire a livello territoriale. Insomma, in Italia non vedremo saracinesche abbassate, treni bloccati e fabbriche deserte come negli altri Paesi europei. E vabbe'.
I sindacati spagnoli, che in questo sciopero europeo ci credono davvero, hanno diffuso un video in cui mostrano i diritti tagliati e invitano a usare il 14 novembre per gridare e dire no. E' duro e avvincente e non perdete di vista l'intensa attrice di colore, che penetra nell'anima con il suo sguardo di furia e di indignazione. Potete riconoscere quello sguardo in ogni spagnolo (ma probabilmente anche in ogni greco, in ogni portoghese e in ogni immigrante che vede i propri diritti cancellati dalla violenza devastatrice del proprio Governo). In una settimana lo hanno visto in oltre 300mila.
Da youtube