domenica 4 novembre 2012

Sciopero del 14 novembre: il Banco Alimentare rifiuta la donazione dei deputati socialisti

Dopo le disfatte elettorali del 21 ottobre in Galizia e nei Paesi Baschi, il PSOE ha deciso di riscoprire i valori socialisti e di non aver più paura di manifestarli.
Così ha aderito senza se e senza ma allo sciopero generale del 14 novembre, che unirà per la prima volta Portogallo, Grecia, Malta, Cipro e con i soliti distinguo l'Italia, contro le politiche d'austerità di Berlino e Bruxelles contro il sud europeo. E per una volta che non ha paura di aderire apertamente a uno sciopero generale, ecco che c'è un un problema.
Il Governo ha deciso di discutere la Finanziaria per il 2013 proprio in quei giorni, in modo da far saltare lo sciopero generale almeno alla Camera dei Deputati. E la Finanziaria del PP, con tutti i tagli che promette a scuola, sanità e amministrazione pubblica, merita tutta l'attenzione, anche se poi passerà, vista la schiacciante maggioranza assoluta dei conservatori, che permette loro di rifiutare sistematicamente tutti gli emendamenti alle leggi proposti dalle opposizioni. Per cui i socialisti non possono non essere presenti in Aula. Dunque, cos'hanno studiato per mantenere il doppio impegno, sia nelle strade che in Parlamento?
Lo ha spiegato la portavoce del PSOE alla Camera Soraya Rodriguez, con una lettera ai colleghi, pubblicata ieri anche da elpais.com, in formato .pdf.
Il 14 novembre, spiega Rodriguez nella sua lettera, i deputati non avranno la possibilità di partecipare allo sciopero perché staranno difendendo i cittadini in Parlamento, "cercando di far approvare emendamenti che modifichino il Progetto del Bilancio Generale dello Stato". Però il PSOE intende essere solidale con "le migliaia di lavoratori che parteciperanno allo sciopero generale e che vedranno tolti dai loro salari mensili le retribuzioni corrispondenti alla giornata" e, dunque, "la Direzione del Gruppo Parlamentare Socialsita intende effettuare le stesse trattenute, di una quantità proporzionale a quel giorno, negli stipendi dei deputati, per consegnarla a una Banca Alimentare, affinché possano beneficiarsi di questo le persone più colpite dalla crisi economica, dall'aumento della disoccupazione, dalle politiche di austerità del Governo e dai conseguenti tagli ai diritti e dal deterioramento del sistema di protezione sociale".
L'intenzione è nobile e sembra non aver trovato resistenza da parte dei deputati socialisti. Del resto se solo avessero manifestato una qualunque perplessità, sarebbero finiti sulla prima pagina di tutti i media, segnalati per la critica e la condanna unanime di un'opinione pubblica stanca e indignata per i privilegi di pochi. Se anche i giocatori della Spagna campione d'Europa sono stati costretti a pagare le tasse in Spagna sui premi ricevuti, se anche l'amatissimo Xavi Hernandez ha dovuto versare i suoi 25mila euro del Premio Principe de Asturias per lo Sport, diviso con Iker Casillas, in una causa benefica in Catalogna, perché l'opinione pubblica non è più indulgente con il denaro che piove sulla testa dei ricchi, mentre il resto del Paaese soffre le conseguenze della crisi economica, si capisce che i deputati socialisti, che devono già farsi perdonare le politiche d'austerità avviate nella scorsa legislatura, avrebbero rischiato l'impopolarità eterna se solo si fossero azzardati a protestare alla proposta della loro Direzione.
Tutto bene quel che finisce bene? Mica tanto. La Federación Española de Bancos de Alimentos (Fesbal) ha rifiutato la donazione, ancora prima che si realizzasse, e ha chiesto ai partiti di non cercare di stabilire un legame, "seppure temporaneo", con l'organizzazione. Fesbal è infatti apolitico e aconfessionale e non può essere legato ad alcuna formazione politica, per ovvie ragioni; quindi se si accettasse la donazione del PSOE, "o di qualunque altro partito", verrebbe meno uno dei segni identitari. Potranno essere accettate donazioni di politici, "solo a titolo individuale". Pronto l'escamotage? Probabilmente.
Certo, il segno che il PSOE intendeva dare era forte: il doppio impegno per i cittadini in Parlamento e in una delle associazioni di solidarietà più attive in questi anni di crisi, sarebbe stato un messaggio chiaro, di netta distanza dal PP. Ma, benedetti socialisti, qui siamo al problema di sempre, che possiamo riconoscere anche in altre latitudini: parlare con gli interessati, prima degli annunci? Mettersi d'accordo prima?