martedì 6 novembre 2012

Spagna: il primo incontro di Governo e PSOE per gli sfratti, la vera emergenza sociale

Desahucio, sfratto, più di rescate, salvataggio, è la parola del momento in Spagna.
Finalmente gli sfratti, che stanno distruggendo centinaia di migliaia di famiglie, impossibilitate a pagare i mutui dalla perdita del lavoro, sono entrati nell'agenda politica. Ci sono voluti l'impegno della Plataforma Afectados de la Hipoteca, l'associazione più potente, che offre assistenza legale e solidale alle famiglie con richiesta di sfratto; le denunce e le azioni degli indignados, che in questi mesi non si sono stancati di manifestazioni davanti alle banche, manifesti nel web e cartelloni sull'argomento a ogni corteo; e, infine, c'è voluto l'intervento più sorprendente e, per questo, più mediatico di tutti, quello dei sei magistrati del Consejo General del Poder Judicial (CGPJ), che pochi giorni fa, in un rapporto, hanno chiesto nuovi strumenti e una nuova normativa, per far fronte a questa emergenza sociale, oltre 350mila sfratti in due anni, con una media, ormai, di 520 al giorno.
Ieri il vicepresidente del Consejo, Fernando de Rosa, ha parlato della necessità di una riforma, visto l'impatto sociale che gli sfratti stanno provocando. El Pais di qualche giorno fa riportava come i giudici, davanti ai drammi delle famiglie, cerchino le interpretazioni più possibiliste delle leggi, in modo da palliare le conseguenze dell'impossibilità di pagare i mutui. E ieri pubblicava un sondaggio in cui il 94% degli spagnoli ritiene sia necessario poter rimandare o sospendere gli sfratti di chi non può continuare a pagare il mutuo perché è rimasto senza lavoro. Da giorni il quotidiano non si stanca di proporre casi reali, di coppie con bambini che, rimaste senza lavoro, si trovano davanti a una scelta drammatica: pagare il mutuo o dar da mangiare ai figli? E il ricorso alla Banca Alimentare sta diventando una risorsa abituale per molte di loro. E ci sono i casi di nonni anziani a cui è stato dato lo sfratto dalla loro casa, usata come garanzia per i mutui accesi dai nipoti, rimasti poi senza lavoro.
Con che cuore le banche, che hanno ricevuto aiuti pubblici, possono sfrattare persone anziane dalle case in cui hanno abitato per tutta la vita? Non pensate al cuore. eldiario.es denuncia il caso del deputato conservatore al Parlamento di Castilla y León Raúl de la Hoz, che nel suo mestiere privato di avvocato ha chiesto il pignoramento del sussidio di disoccupazione di una disoccupata sfrattata, affinché paghi il proprio debito con la banca (come poi possa vivere e mangiare, non è preoccupazione di questo deputato… questi sono i personaggi che qualcuno ha votato).
In Parlamento c'è una proposta di iniziativa popolare, presentata dalla Plataforma de Afectados por la Hipoteca e da Observatori DESC, che chiede la sospensione dei desahucios dei disoccupati e la possibilità che possano continuare a occupare le proprie case, pagando affitti low-cost.
Il PSOE è andato oltre e ha presentato una proposta di legge in cui, tra le altre misure, propone anche quello che non ha osato fare negli ultimi anni del suo Governo: la dación de pago, cioè la fine del debito contratto con le banche con la consegna dell'alloggio. E' una misura che le banche vedono come un incubo, temendone la retroattività; se la misura fosse retroattiva andrebbe a farsi benedire la sicurezza giuridica, senza dubbio, e le banche si troverebbero con migliaia di appartamenti, il cui valore si è dimezzato, da vendere, a prezzi ancora più bassi perché oggi, in Spagna, nessuno è più disposto a spendere le folli cifre di inizio del secolo, per avere una casa. Il danno per le banche è evidente e indiscutibile: ma dovranno anche loro pagare il prezzo della follia speculativa di questi anni o no? Prima della dación de pago, la legge proposta dal PSOE prevede numerose misure, come le moratorie o un limite agli interessi per i pagamenti in ritardo, perché, hanno spiegato i dirigenti nelle numerose conferenze stampa con cui ieri l'hanno presentata in tutto il Paese, l'obiettivo è che i cittadini non perdano la propri casa e siano aiutati a pagarla con misure ad hoc, che tengano conto delle loro difficoltà.
La dación de pago è vista come fumo degli occhi dalla classe politica, grazie anche alle pressioni delle banche, non per niente né il PSOE prima né il PP poi ne hanno voluto sentir parlare. Ma adesso la pressione sociale è enorme. Non sono più solo le proteste indignadas, non sono solo più i casi limite e drammatici finiti sui giornali, come quello di un uomo di Granada, suicidatosi alla vigilia dell'esecuzione dello sfratto. Si tratta di denunce quotidiane, di una tragedia quotidiana, che aggiunge crisi alla crisi. Pensate a 500 famiglie che perdono la propria casa ogni giorno.
Impossibile rimanere indifferenti davanti alle denunce dei cittadini, degli stessi magistrati e dei media. La dación de pago è vista come la soluzione dall'86% degli spagnoli, secondo il sondaggio già citato di El Pais.
Da qualche giorno il Governo ha iniziato a dare segnali di vita su questo argomento. La scorsa settimana ha annunciato durante la question time che avrebbe avviato un gruppo di lavoro per trovare una soluzione all'emergenza sociale e ha dato piena disponibilità ad ascoltare le proposte del PSOE. Stamattina il presidente Mariano Rajoy ha annunciato che domani la sua vice, Soraya Sáenz de Santamaría, incontrerà Elena Valenciano, numero 2 del PSOE, per affrontare l'argomento. L'incontro avverrà dopo che lo stesso Rajoy e Alfredo Pérez Rubalcaba, il Segretario del PSOE, si sono sentiti e hanno convenuto sulla necessità di trovare una soluzione nel minor tempo possibile.
Il Governo aveva approvato alcuni mesi fa un Codice di Buon Comportamento delle banche, che però lasciava sostanzialmente alla loro volontà la ricerca di misure alternative allo sfratto. Siccome, ha spiegato il premier, sono state notate lacune nel Codice, in questi primi mesi di funzionamento, si cercheranno misure per soluzioni "più giuste ed equitative".