giovedì 8 novembre 2012

Spagna, USA, Francia, Italia: le 48 ore che hanno messo in crisi la destra

La costituzionalità del matrimonio omosessuale in Spagna. La vittoria di Barack Obama alle elezioni presidenziali statunitensi (e insieme il sì alle nozze gay in tre Stati). L'approvazione del matrimonio omosessuale del Governo di François Hollande in Francia. Il rifiuto a una legge di base contro l'omofobia in Italia. Il tutto in 48 ore.
Se in Italia sono in pochi a dispiacersi per essere così vergognosamente in coda nel riconoscimento dei diritti dei compatrioti omosessuali (non ho visto sui siti web italiani i titoli cubitali riservati in Spagna alla sentenza del Tribunal Constitucional), in Spagna gli eventi di queste 48 ore sono stati sufficienti per sentirsi orgogliosi e di nuovo alla guida dei Paesi che promuovono la tolleranza e la convivenza delle diverse opzioni sessuali.
Il riconoscimento definitivo del matrimonio omosessuale e il successo di Barack Obama servono agli editorialisti spagnoli per parlare di crisi della destra liberista e dei suoi valori. Ed è curioso, perché in questi mesi di durissima austerità e di incapacità del PSOE di rispondere adeguatamente (viste anche le responsabilità che ha avuto nelle prime misure liberiste anti-crisi), si è parlato più di crisi della socialdemocracia che di difficoltà della destra. Sono state necessarie la sconfitta di Mitt Romney e il successo del matrimonio omosessuale per rovesciare le prospettive.
Negli Stati Uniti il Partito Repubblicano ha sbagliato clamorosamente strategia, scrive Lluis Bassets, vicedirettore di El Pais, in una lucida analisi sulle ragioni della sconfitta della destra. "Il suo programma di restaurazione morale e minimizzazione dello Stato è stato squalificato. Non ci sarà revisione della legislazione sull'aborto, com'era previsto, grazie ai cambi della composizione della Corte Costituzionale, che sarebbero avvenuti con la presidenza di Mitt Romney. Non ci saranno politiche di rigore allo stile di Angela Merkel, soprattutto perché il lieve recupero già iniziato non si sarebbe prodotto senza le politiche di stimolo di Barack Obama". Non succederà perché non ha funzionato il messaggio repubblicano anti-Obama: "Nessuno crede gli si possa attribuire la responsabilità della crisi. Neppure l'ipocrita critica alla sua fallita politica di consenso. Tutti sanno che l'obiettivo repubblicano era impedirgli di governare e di vincere per altri quattro anni. Continuare questo cammino per i prossimi quattro ani può lasciare il partito repubblicano definitivamente al margine. Tutto questo dimostra che l'eredità di Bush è ancora viva e non c'è inganno sulle origini del colossale indebitamento degli USA: i tagli fiscali ai più ricchi e le spese belliche sfrenate, per sostenere contemporaneamente due guerre" scrive Bassets.
E fa pensare all'ipocrisia della destra di ogni latitudine, che a ogni tentativo di allargare i diritti, di includere gli esclusi nella ricchezza nazionale, accusa di "voler dividere il Paese". E' la critica, feroce, che il Partito Repubblicano ha mosso per quattro anni a Barack Obama, semplicemente perché voleva garantire l'assistenza sanitaria a tutti gli statunitensi, a prescindere dalla loro dichiarazione dei redditi, semplicemente perché ha cercato di salvaguardare le industrie automobilistiche nazionali, per salvare migliaia di posti di lavoro. E' l'aggressiva accusa mossa per otto anni dal PP contro José Luis Rodiguez Zapatero, semplicemente perché voleva garantire agli omosessuali la legalizzazione dei loro legami sentimentali, semplicemente perché voleva che fosse resa giustizia alle vittime del franchismo, dando loro una sepoltura più dignitosa delle fosse comuni, semplicemente perché voleva che i catalani avessero uno Statuto disegnato da loro e si sentissero a proprio agio in Spagna.
L'inclusione del più debole, di chi è senza diritti, indica davvero un tentativo di dividere un Paese? o non è piuttosto il tentativo di renderlo più giusto, più corretto verso tutti i suoi cittadini? La destra, che cerca nella difesa dei privilegiati e nella delegittimazione dei più deboli una strategia vincente, ha evidentemente sbagliato i conti. Il Partito Repubblicano deve riflettere sui propri errori, sostiene Bassets, pensando ai cambiamenti di composizione etnica in corso negli USA, che hanno colto impreparati i repubblicani, ancora legati agli WASP e incapaci di trovare un punto di contatto con minoranze come gli ispanici, a cui negano una legge sull'immigrazione "più aperta e liberale", le donne, a cui hanno parlato di restrizione dell'aborto e di violenze "vere, che impediscono di rimanere incinte" (sottinteso, se durante uno stupro sei rimasta incinta è perché, in fondo, non è stata violenza), i negri e i giovani.
E dovrà riflettere anche il PP spagnolo, che è stato duramente sconfitto dalla sentenza del Tribunal Constitucional. Ed è una sconfitta non solo su un fatto specifico, il matrimonio come diritto per le coppie che si amano, siano del sesso che siano, ma anche su un modello di opposizione che anche in Spagna, come negli USA, sta dimostrando tutti i suoi limiti. Il tentativo di delegittimazione dell'avversario, l'aggressività come risposta a ogni tentativo di governare, mostrano il proprio limite non solo alle elezioni, come negli USA, ma anche quando si arriva al Governo, come in Spagna. La sentenza del Tribunal Constitucional, è per El Pais, "un colpo al progetto di restaurazione conservatrice che Mariano Rajoy aveva affidato ad Alberto Ruiz-Gallardón (il Ministro della Giustizia che minaccia la legge sull'aborto) e a José Ignacio Wert (il Ministro dell'Istruzione e della Cultura che ha tagliato le risorse a entrambe, proponendo modelli elitari)". Il PP, lo sappiamo tutti, ha tirato un sospiro di sollievo alla sentenza favorevole del Tribunal Constitucional: non aveva proprio voglia, visti i sentimenti dei cittadini, di aprire un'altra linea di confronto, in piena crisi economica. "Sono livelli di cinismo difficili da superare" commenta El Pais, dato che, secondo i discorsi del PP di sette anni fa, l'opposizione alla legge sul matrimonio gay aveva "profonde ragioni morali e sociali". "E adesso è una grande fortuna non doverla toccare perché ci risparmiamo un gran problema. Come si giustifica allora quello che hanno fatto in quel momento? E' accettabile giocare con il destino di un collettivo di milioni di persone per sporchi interessi politici? Il governo non ha neanche chiesto scusa alle 22mila coppie che hanno vissuto questi anni con l'inquietudine che il Costituzionale potesse annullare la legge e lasciarle nell'illegalità". Ma questo, sottolinea El Pais, e chissà se mai si sottolineerà abbastanza, è "uno dei tanti episodi degli anni neri del PP all'opposizione, che, pur di delegittimare il Governo Socialista, ha cercato di vincere sistematicamente nei Tribunali quello che perdeva in Parlamento, ha usato la lotta anti-terrorista come materia di confronto politico e si è lanciato in campagne sproporzionate, percorrendo le strade al braccio dei Vescovi o raccogliendo firme e promuovendo boicottaggi contro lo Statut catalano del 2006".
Colpisce l'incapacità della destra di accettare la vittoria di un'altra visione della società e di rispettare l'inclusione dei più deboli e dei diversi in quella stessa società. La destra francese sta ricorrendo alla Chiesa Cattolica, ininfluente nel Paese, dato il lucido laicismo delle sue istituzioni, pur di non far approvare il matrimonio omosessuale (che gode del favore della maggioranza dei francesi). In Italia l'UDC ha appena fatto un blitz sulle proposte di una nuova legge elettorale, riconoscendo un premio di maggioranza sproporzionato che garantisce l'ingovernabilità del Paese, pur di non veder arrivare a Palazzo Chigi un governo di centro-sinistra autosufficiente e in grado di attuare il suo programma, sia quale sia.
Eppure sono bastate 48 ore per mostrare come il messaggio delle società sia diverso.