giovedì 17 gennaio 2013

Corruzione in Spagna: l'ex tesoriere del PP aveva almeno 22 milioni di euro in Svizzera

Ogni mattina ci si alza e sui media appare un nuovo scandalo di corruzione. Sia in Catalogna, dove le indagini stanno scoprendo anni e anni di corruzione e collusione all'ombra della Generalitat, il Governo di Catalogna, con vari conti di leaders politici locali inspiegabilmente in Svizzera. O sia a Madrid, dove si scoprono conflitti d'interesse, parentele imbarazzanti e corruzioni varie all'ombra del potere del PP.
Oggi è tornato d'attualità il caso Gürtel, la trama di corruzione che qualche anno fa ha rivelato come l'imprenditore Francisco Correa avesse sul proprio libro paga i leaders conservatori di varie Comunidades Autónomas, in particolar modo Madrid e la Comunitat Valenciana. Il protagonista di questa nuova pagina è Luis Bárcenas Gutierrez, l'ex tesoriere del PP, allontanato dalla carica, e poi costretto alle dimissioni dal Senato, non appena è scoppiato lo scandalo. Secondo la documentazione arrivata dalla Svizzera, attraverso una rogatoria, Luis Bárcenas è arrivato ad avere 22 milioni di euro su un conto della Dresdner Bank e ingenti quantità di denaro in altri tre conti custoditi a Ginevra. Quando è stato coinvolto nel caso Gürtel, nel 2009, l'ex tesoriere avrebbe poi svuotato questo conto, trasferendo il denaro in altri conti (uno, con circa 2,5 milioni di euro, è stato identificato oggi negli Stati Uniti). Secondo Pablo Ruz, il giudice che sta indagando, i fondi custoditi nelle banche svizzere provengono da intermediazioni illegali nell'assegnazione dei contratti pubblici, precedenti il 2005, per cui è stato chiesto di ampliare la rogatoria in Svizzera agli anni precedenti. Le indagini hanno scoperto la disinvoltura con cui Bárcenas e famiglia versavano nei loro conti spagnoli ingenti somme in banconote da 500 euro (c'è stato un momento, negli anni del boom economico, in cui la Spagna era il Paese europeo con il maggior numero di banconote da 500 euro in circolazione, sintomo, secondo gli osservatori di allora, della corruzione in atto nel Paese).
Saremmo davanti a uno dei tanti scandali di corruzione che percorrono la storia recente della Spagna e da cui non è esente alcun partito. Ma.
Stamattina gli avvocati di Bárcenas hanno messo in grande imbarazzo il PP e il Governo, assicurando che il loro cliente aveva utilizzato il condono fiscale approvato da Mariano Rajoy per regolarizzare 10 milioni di euro (il condono prevede il pagamento di una multa pari al 10% del capitale regolarizzato e libera da future sanzioni); il PSOE ha immediatamente chiesto la comparizione del Governo in Parlamento per spiegare se il condono fiscale è stato approvato per salvare Bárcenas. Ed è dovuta intervenire l'Agenzia Tributaria per smentire qualunque possibilità che Bárcenas abbia potuto utilizzare il condono, essendo indagato per un reato fiscale e dunque escluso a priori.
Ma è stata questa possibilità a causare la reazione furibonda del PP. Non contro i giudici o l'opposizione, ma contro lo stesso Bárcenas, scaricato brutalmente dai vertici. Già quando l'ex tesoriere era stato coinvolto nello scandalo Mariano Rajoy aveva detto che non era uno scandalo "del PP, ma contro il PP". E oggi i suoi colonnelli hanno seguito questa linea. Esperanza Aguirre, leader del PP madrileno, ha chiesto che le indagini vadano "fino in fondo, cada chi cada, perché l'opinione pubblica non deve più pensare che la maggior parte dei politici è corrotta e che i politici si proteggono tra di loro".
In forte difficoltà il Segretario Generale del PP, María Dolores de Cospedal, che a novembre, quando era scoppiato lo scandalo di corruzione che, alla vigilia delle elezioni catalane, collegava il candidato nazionalista Artur Mas a un conto in Svizzera, diceva: "Vi immaginate se si fosse saputo che un presidente del PP, un suo familiare o un suo predecessore avesse denaro fuori, avesse evaso le tasse, o si fosse impadronito di denaro che non era suo e che si parlasse di conti correnti in Svizzera? Non mi sarei forse dovuta dimettere?" E aveva anche insistito affermando che avrebbe sentito vergogna in circostanze simili.
Adesso che si è scoperto che l'ex tesoriere del PP aveva almeno 22 milioni di euro in Svizzera (e giustificava i suoi frequenti viaggi nel Paese alpino con la sua passione per gli sport invernali), in tanti, dai media e dalle reti sociali le stanno ricordando le sue fatali parole. Ma De Cospedal, così integerrima e intransigente quando si tratta degli altri partiti e così accomodante e incoerente quando si tratta della sua poltrona, ha già fatto sapere che non dimetterà, perché lei non ha conti in Svizzera e Bárcenas non appartiene più al PP e il suo caso è di "un privato". Che i suoi eventuali reati siano stati compiuti quando era tesoriere e senatore del PP dev'essere irrilevante, per la leader che esige dimissioni a chiunque, meno a se stessa.