venerdì 1 febbraio 2013

Corruzione in Spagna: le paghe in nero dei dirigenti del PP, i giornalisti fantasma del PSOE

Ovunque ti giri vedi solo corruzione, corruzione, corruzione. No, non si sta parlando dell'Italia, anche se potrebbe essere, e, data la situazione greca, verrebbe da chiedersi quanto la crisi dei Paesi mediterranei dell'Unione Europea sia legata alla corruzione delle classi dirigenti. Quelle stesse che i cittadini scelgono con il proprio voto (questo perché nessuno si senta libero da colpa e inizi a votare con il cervello).
La Spagna ha sempre convissuto con la corruzione, sia sotto i governi socialisti che sotto quelli popolari, cambia solo il colore di chi si difende, perché viene scoperto, e di chi fa l'anima candida, perché non è parte in causa dello scandalo del momento.
Da qualche mese si passa ormai da uno scandalo di corruzione all'altro. E non c'è partito di Governo che sia esente. In Catalogna, poco prima delle elezioni regionali di novembre, si è parlato dei conti in Svizzera dei dirigenti di CiU, il partito nazionalista che ha governato la regione per decenni, delle mazzette girate per restauri e organizzazione del Palau de la Musica e delle commissioni illegali prese dal CiU per qualunque cosa si muovesse in Catalogna. Da Madrid PSOE e PP hanno reagito scandalizzati, come se loro non fossero mai stati coinvolti in trame di corruzione (in Andalusia sono in corso le indagini per l'uso irregolare degli ERE, una specie di cassa integrazione spagnola). E dopo Natale si è ripreso, con El Mundo ed El Pais a denunciare, incredibilmente insieme, la corruzione nei principali partiti.
Prima c'è stata la rogatoria dalla Svizzera, chiesta per il caso Gürtel, che ha rivelato come l'ex tesoriere del PP Luis Bárcenas avesse almeno 22 milioni di euro nascosti nelle banche di Ginevra. Il PP lo ha scaricato immediatamente, almeno pubblicamente; il PSOE ha chiesto se parte di quel denaro è rientrato in Spagna grazie al condono fiscale varato qualche mese fa dal Governo, ricevendo prima una smentita e quindi, dallo stesso Bárcenas, la conferma che sì, 10 milioni di euro sono stati "legalizzati" attraverso una terza società; i giudici che indagano sulla trama Gürtel, la più complessa trama di corruzione della democracia, con i vertici del PP di Madrid e della Comunitat Valenciana ampiamente coinvolti, si chiedono se il denaro svizzero era di Bárcenas o se serviva a pagare mazzette nel partito.
Con il PP in difficoltà e il PSOE ringalluzzito, ecco che scoppia la grana per i socialisti. Che non è uno scandalo di corruzione vero e proprio, ma dimostra quanto la classe dirigente sia mediocre e avida. El Mundo rivela che la Fundación Ideas del PSOE, finanziata con denaro pubblico, come tutte le fondazioni dei partiti, sta pagando da anni una giornalista inesistente, una tale Amy Martin, che scrive su qualunque cosa, anche cinema nigeriano, ricevendo 3mila euro ad articolo. Dal 2011 la Martin ha ricevuto circa 50mila euro. Ma non esiste. El Mundo accusa Carlos Mulas, presidente della Fondazione, di essere Amy Martin e di essersela inventata per intascare più denaro di quanto previsto dal suo contratto. Mulas rifiuta sdegnato le accuse, ma ammette di non aver mai visto la tale Amy Martin, le spiegazioni che dà al PSOE non devono essere convincenti perché viene immediatamente destituito dalla carica e si parla di un'imminente espulsione dal partito. Pochi giorni dopo, per cercare di salvare capra e cavoli, sua moglie, l'eclettica artista Irene Zoe Alameda, invia ai media un comunicato in cui giura di essere lei Amy Martin e che suo marito non conosceva questa sua nuova identità, inventata per scrivere un libro e analizzare cosa succede quando uno scrittore si inventa uno pseudonimo. Frizzi e lazzi generali contro il PSOE e contro la coppia, a cui ovviamente nessuno crede, e prova generale di quanto la selezione della dirigenza dei partiti debba essere più accurata. Ma Amy Martin è servita ai media per discutere l'effettiva utilità delle Fondazioni dei partiti e sull'opportunità dei finanziamenti pubblici per sostenerle, in tempi in cui si taglia qualunque cosa per ridurre il deficit del Paese.
Si ritorna al PP ed è storia di ieri ed è la madre di tutti gli scandali di corruzione spagnoli. El Pais ha pubblicato ieri la lista dei dirigenti del PP che per anni hanno ricevuto denaro in nero dal partito. Tra loro ci sono tutti i segretari e i vicesegretari, compreso Mariano Rajoy, il presidente del Governo, che ha ricevuto fino al 2008 circa 25mila euro all'anno illegalmente. Dal 1990 al 2009 i tesorieri Álvaro Lapuerta prima e Luis Bárcenas poi hanno mantenuto in quaderni manoscritti la contabilità segreta del partito, con i contributi ricevuti da industriali, finanzieri e costruttori e le somme versate ai vari dirigenti del PP. Hanno ricevuto denaro in nero tutti i pezzi grossi del partito: Mariano Rajoy, Rodrigo Rato (poi direttore del FMI), Jaime Mayor Oreja, Javier Arenas, Angel Acebes (tutti ministri di Aznar), Dolores de Cospedal; ci sono note per i versamenti a J.M., che El Pais identifica con José Maria Aznar.
Il PP ha reagito con durezza, negando qualunque contabilità segreta e minacciando querele contro El Pais. Bárcenas ha inviato un comunicato in cui smentisce le informazioni pubblicate dal quotidiano (ma fonti del PP hanno riconosciuto la sua scrittura e il presidente del Senato Pio Garcia Escudero ha ammesso di aver ricevuto il prestito indicato nella contabilità). Il Segretario Generale del PP Maria Dolores de Cospedal ha negato in una conferenza stampa il pagamento in nero ai dirigenti, sostenendo che tutto il denaro che essi hanno ricevuto dal partito è stato dichiarato al Fisco (ma non ha chiarito se le dichiarazioni dei redditi dei sospettati verranno rese pubbliche). Il presidente del Governo Mariano Rajoy, coinvolto direttamente in questo scandalo, tace.
"Molti di questi signori, i supposti pagamenti hanno il segno di tutti i segretari generali del PP, compresa Cospedal, di ex ministri, ambasciatori e consulenti, sono gli stessi che adesso danno lezioni di austerità, eliminano le tredicesime e le paghe extra dei funzionari, lasciano senza sanità gli immigranti e senza professori i nostri figli, mentre proclamano dalle tribune che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità. Queste onorabilisime persone, a quanto sembra, non ne avevano abbastanza con i loro rachitici stipendi e avevano bisogno di aumentarli con qualche migliaia di euro, che si sa che il master dei bambini costano. E per questo c'erano disinteressati donatori, molti dei quali costruttori, sempre preoccupati per lo sviluppo intellettuale delle nuove generazioni" lo ha scritto ieri Carlos Escudier, su eldiario.es.
Fa il paio con "Corruzione, corruzione, corruzione, sport, previsioni del tempo: ecco il telegiornale, ultimamente" letto su Twitter. E anche con "ovunque ti giri vedi corruzione, corruzione, corruzione" ascoltato in un ascensore qualche giorno fa.
E fa il paio con gli scandali di corruzione in corso nella Casa Reale, con Iñaki Urdangarin invitato dal Comune di Palma di Maiorca a non usare più il titolo di Duca di Palma. Difficile uscire da questa crisi senza una rigenerazione generale, anche morale, che parta dalla Zarzuela e dalla Moncloa.