martedì 9 agosto 2011

Il Cile di nuovo in strada per una scuola pubblica e gratuita. Il sostegno del web

Gli studenti e i professori cileni avevano proclamato per oggi una giornata di sciopero generale e di manifestazioni in tutto il Paese e così è stato. La richiesta è sempre la stessa: una scuola pubblica di qualità e gratuita per tutti, in modo che l'istruzione non sia un debito economico a vita per gli studenti più poveri. Su Rotta a Sud Ovest si è già parlato di questa lotta di studenti, professori e rettori cileni per una scuola più giusta, che sia davvero la base da cui partire per offrire un'uguaglianza delle condizioni di partenza per tutti i cittadini, a prescindere dalla dichiarazione dei redditi familiare (potete leggere un'intervista al leader degli studenti Francisco Figueroa cliccando qui, a alla ricercatrice Jenny Assaél, che spiega i danni del libero mercato sul sistema scolastico attuale cliccando qui).
La marcia in corso a Santiago del Cile ha raccolto oltre 100mila manifestanti, e altri 30mila stanno manifestando nelle altre città cilene. Sono numeri impressionanti in un Paese di 17 milioni di abitanti. Ma è impressionante anche la determinazione di questi cittadini, decisi ad ottenere un diritto, quello all'istruzione pubblica di qualità e gratuita, messo invece in discussione in Paesi che l'hanno acquisito da decenni e non sanno difenderlo, in nome dei conti pubblici in ordine (e del tabù delle tasse ai ricchi).
Nella capitale la manifestazione non è pacifica, ci sono gruppi di incappucciati che hanno cercato di raggiungere La Moneda e che sono stati fermati dai carabineros, mentre la maggior parte dei manifestanti prosegue pacificamente lungo l'itinerario stabilito e autorizzato dalle autorità.
Ma la cosa più emozionante non sono queste manifestazioni, che parlano di indignación a ogni latitudine e chiedono cambi in cui le persone "non siano mercanzia nelle mani di banche e politici", in cui la politica torni finalmente a governare l'economia e non viceversa, in cui il sociale torni protagonista, per una società che riconosca il merito, ma distribuisca anche la ricchezza che tutti contribuiscono a creare.
Su El Pais, a migliaia di km da Santiago (è questa la potenza grandiosa di Internet), si leggono commenti di sostegno e appoggio davvero emozionanti. Sono quelli che fanno pensare che c'è sempre una speranza per un mondo migliore e alla portata di tutti i suoi abitanti. Eccone qualcuno in italiano.
"Dopo un lungo letargo dei cittadini, il tempo oscuro del post-Pinochet sembra arrivare alla sua fine, compresi i privilegi ostentati dalla classe politica imperante. Gli Studenti stanno facendo la cosa giusta e si stanno concentrando sugli obiettivi necessari per cambiare il Paese. I partiti politici cileni in questo caso non hanno voce né voto, dato che il centro-sinistra cileno, e soprattutto la destra, non hanno fatto niente per far sì che gli stessi cileni si sentano padroni del loro Paese. Lamento il silenzio della sinistra cilena, ma ancora di più lamento, e incolpo, la destra, per evitare che si producano i cambi necessari per modernizzare il Paese. Dato il brutale sistema capitalista imperante nel Cile, la destra cilena ha evitato in tutti i modi che la democrazia post-Pinochet diventi realtà. Non vogliono perdere. Hanno paura che il potere ostentato in questi anni scivoli via dalle loro mani. Ma non è più la stessa cosa. Gli studenti ci ricordano che si può cambiare il sistema in modo pacifico. Forza studenti, siamo con voi!"
"Sarebbe caduta l'Istruzione di Pinochet, è evidente che la generazione del reggaetón è stufa di promesse non mantenute. Al non essere ascoltata manifesta per le strade, peccato tocchi al governo di turno assumere gli errori e le disuguaglianze imperanti dal passato. Perciò, ragazzi, avanti, l'anno è già perduto, fatevi ascoltare".
"Ho 40 anni, ho debiti da pagare, tasse, devo mantenere la mia famiglia e aiutare mia suocera, che non ha alcuna pensione, non posso darmi il lusso di uscire dal sistema, è molto rischioso per me e per i miei. In voi, ragazzi, c'è la mia speranza che il mio Paese migliori, che sia una Patria buona per tutti, che lasci questa vocazione di Paese di merda e si trasformi in un Paese in cui tutti abbiamo gli strumenti per costruire la nostra felicità. Avanti, ragazzi. Dio vi benedica tutti".
"Si sente che vengono temi di cambio, dopo anni paralizzati davanti alla tv. E' un obbligo morale di tutti terminare con un sistema che mette in pericolo la stessa esistenza umana, è tempo di farla finita con un sistema ossessionato dal lucro e l'accumulo. Siamo di più e spero che l'onda arrivi presto in tutti gli angoli del pianeta".