Joaquin Torres è noto in Spagna per aver disegnato le case di numerosi famosi,
la maggior parte dei quali residenti ne La Finca, il quartiere residenziale da lui progettato alle porte di Madrid e considerato il più lussuoso di Spagna, con ben tre cerchi concentrici di protezione e di sicurezza per tutelare la privacy dei residenti. Tra le case che ha disegnato, ne La Finca, quelle di Penélope Cruz e Javier Bardem, Borja von Thyssen, Alejandro Sanz, Fernando Torres, Zinedine Zidane, Raul e Cristiano Ronaldo; ha progettato anche la spettacolare villa catalana del portiere del Barcelona Victor Valdés e ha collaborato al progetto della residenza di A Coruña, in Galizia, di Amancio Ortega, il proprietario di Zara. Ha inventato anche le ville di design prefabbricate: basta scegliere il modello, avere una parcella e in pochi giorni la villa, realizzata con materiale di qualità, viene montata da una squadra specializzata.
Non pago, il pirotecnico architetto catalano ha appena pubblicato Detrás de la
puerta (Dietro la porta), un libro in cui rivela aneddoti sorprendenti e
sfiziosi dei suoi rapporti con i famosi e con le loro case. Per questa ragione
l'edizione spagnola di Vanity Fair lo ha intervistato e il 43enne Torres non si
è tirato indietro. Tanto da rivelare che il lavoro di un architetto è quasi
psicologico, "entri nella parte più profonda del cliente, per molto tempo,
perché il progetto e la sua realizzazione durano un paio d'anni. Spesso i clienti finiscono con il dipendere da te, con il chiederti dove mettere una foto o un
quadro. Mi è successo. Deco dire loro di liberarsi di me, perché la casa è
loro".
Tra i clienti che vuole dimenticare, lo ha già detto anche in passato, ci sono
Javier Bardem e Penélope Cruz. Tutta colpa della loro ossessione per la
privacy, assicura: "Mi ha fatto particolarmente male quando hanno iniziato
a dubitare di me, credendo che io filtrassi ai media cose loro, perché questo
è stato mettere in dubbio la mia professionalità. Hanno un problema molto
serio su questo tema, credono che tutto il mondo li studi a qualunque ora. Anche se
sono persone molto mediatiche e in poco tempo hanno avuto gli Oscar, il
matrimonio e la gravidanza, dovevano essere consapevoli di quello che stavano
facendo. Gliel'ho detto tante volte di non essere così distanti con la stampa.
Avevo un bellissimo rapporto con Javier, che però è andato rovinandosi e mi
sono stufato. Lui è molto più complicato di Penélope".
Meno male che non tutti i clienti sono così, anche se non per questo non sono
complicati. I calciatori, per esempio. "Hanno 20 anni, sono belli, con
molti soldi e fama, credo che sarei come loro. E' molto difficile mantenere i
piedi a terra ed essere normali. E' difficile lavorare con loro, perché hanno
molto ego, credono di aver ragione... Cristiano Ronaldo aveva tutti i clichè
che puoi immaginarti. Un acquario, una foto di lui nudo e persino un piano a
coda. E' molto più abituale di quanto creda. Sono carenze, credo, che hanno
avuto da bambini. Magari l'hanno visto in casa dei ricchi di Miami Vice e
pensano di doverne avere uno uguale"
Zinedine Zidane è stato uno dei clienti più difficili. "La maggior
parte della gente non sa cosa vuole perché l'architettura non la insegnano a
scuola. Quando chiedi che ti scrivano cosa vogliono, molti si perdono, se poi
aggiungi che hanno avuto poca istruzione, che si sono dedicati allo sport da
giovanissimi, diventa più complicato e se poi non c'è rispetto per il tuo
lavoro, immagina. Quello di Zidane è stato il sogno di un ragazzo di origine
molto umile, che voleva la casa dei suoi sogni e voleva il massimo. Se andava
alle Seychelles, voleva delle cascate che aveva visto lì; andava a Marrakech e
voleva la Mamunia. Era tutta una serie di cose scollegate che voleva riunire. La
mia colpa è stata non dirgli di no, che sarebbe stato un pastiche"
Si salva Amancio Ortega, pure lui di origini umili, proprietario di Inditex, che
riunisce marchi come Zara, Stradivarius, Massimo Dutti. Per l'imprenditore
Torres ha solo belle parole: "Ha un'umiltà e un buonsenso che
impressionano. Quando abbiamo parlato della sua casa, ad A
Coruña, mi ha mostrato il lavoro di alcuni architetti olandesi che gli
piacevano. Gli ho proposto di chiamarli, perché faccio un altro tipo di
architettura, ma lui ha bisogno di avere davanti una persona di cui fidarsi e si
sentiva a suo agio con me. Per questo siamo arrivati a un accordo, che
continuasse a lavorare con un'altra persona, ma con me vicino. Non volevo
neanche rischiare un progetto molto importante che abbiamo fatto per Inditex in
Spagna e Portogallo, oltre 100 negozi della catena Often"
Preferisce non pensare con chi gli piacerebbe lavorare, anche se ammette che
"molti artisti e scrittori mi emozionano... anche se non è bene ammirare
tropo qualcuno perché tendiamo a proiettare su di lui cose e poi, quando lo
conosci, non è come te lo immaginavi".