sabato 16 marzo 2013

Il capitano Alatriste diventa una serie tv. Aitor Luna il protagonista

Mediaset España ha ripreso in mano una vecchia idea: trasformare il capitano Alatriste, eroe letterario di Arturo Pérez Reverte, in una serie televisiva. Il progetto è stato presentato a Roma ed è frutto di una collaborazione con la tedesca Betafilm, che darà un respiro europeo alla produzione e aiuterà a collocarla sul mercato internazionale. Un po' come è successo con le produzioni con l'italiana Lux Vide, Maria di Nazareth, che TeleCinco trasmetterà per Pasqua e che ha Paz Vega nel cast, come Maria Maddalena, Le mille e una notte, e gli inediti, anche in Italia, Ana Karenina e Romeo e Giulietta, tutti interpretati da attori italiani e spagnoli.
Del cast della serie dedicata al Capitano Alatriste si conosce per ora solo il protagonista, il 31enne attore basco Aitor Luna, che il pubblico televisivo ha molto amato in passato, come il giovane Montoya, in Los hombres de Paco, e che si è fatto amare anche come l'ambiguo e fascinoso Raúl Cortázar in Gran reserva di TVE1 e come protagonista di una serie sfortunata e maltrattata, La fuga, su TeleCinco. Il bell'Aitor ha una ventina di anni meno di Alatriste, mercenario disincantato al soldo dei Re di Spagna nella guerra di Fiandre e poi, al suo ritorno, testimone pessimista e cinico della decadenza e delle miserie dell'Impero spagnolo, così ricco da poter garantire benessere a tutti i suoi figli, così folle da spendere le ricchezze delle colonie americane nelle guerre di religione e nella superbia dei suoi sovrani mediocri. Ma c'è qualcosa, nel fascino malinconico di Aitor Luna che lo rende credibile per questo ruolo, il cui primo candidato era stato l'argentino Juan Diego Botto (e pure lui non sarebbe stato male come soldato stanco e deluso di Sua Maestà Cattolica).
Alatriste sembra essere un po' un'ossessione di Mediaset España: già nel 2006 aveva prodotto un film, Alatriste (arrivato in Italia con l'incomprensibile titolo Il destino di un guerriero), interpretato da Viggo Mortensen e tra i primi kolossal spagnoli con aspirazioni internazionali. Anche stavolta la televisione di Berlusconi intende fare le cose in grande: la serie sarà formata da 13 capitoli di 70 minuti l'uno; la regia del primo episodio sarà affidata a Enrique Urbizu, che ha firmato due dei film più foschi, più premiati e più visti degli ultimi anni, Celda 211 e No habrá paz para los malvados; toccherà a lui, a Urbizu, stabilire l'estetica e i ritmi di una serie che aspira a essere meno oscura dei libri di Pérez Reverte e con maggiore spazio per il romance, il romanticismo, e l'avventura.
La sceneggiatura è affidata ad Alberto Macías, già autore di Cuéntame cómo pasó., una delle serie più viste e di maggior successo di TVE1, Curo Royo e Carlos Molinero, che ha curato un'altra serie di TeleCinco, El comisario. Il tutto, ovviamente, con l'autorizzazione di Arturo Pérez Reverte, che viene informato di ogni passo compiuto. Paolo Vasile, il responsabile di Mediaset España, ha spiegato a Roma, dove sono stati conclusi gli accordi con Beta Film, che lo scrittore ha autorizzato e compreso gli inevitabili cambi dovuti al passaggio dalla pagina scritta all'immagine visiva: "Se ci fossimo trovati davanti un autore chiuso, non avremmo fatto né il film né la serie, ma il padre di Alatriste sarà sempre lui, questo non si cambia con l'acquisto dei diritti".
Le riprese inizieranno a giugno, non si sa ancora se con un cast internazionale, anche se lo staff tecnico sarà in gran parte spagnolo e Alatriste parlerà in spagnolo. Mediaset España e Beta Film sperano di vendere la serie anche in altri Paesi europei: hanno già chiarito che non venderanno il format, ma la serie. Una bella fortuna: se mai in Italia qualcuno deciderà comprarla, non vedremo remake mal riusciti tipo I Cesaroni, Tutti per Bruno o Le due facce dell'amore, ma gli originali. Un bel passo avanti, anche per creare un pubblico europeo.