Mediaset España ha ripreso in mano una vecchia idea: trasformare il
capitano Alatriste, eroe letterario di Arturo Pérez Reverte, in una serie
televisiva. Il progetto è stato presentato a Roma ed è frutto di una
collaborazione con la tedesca Betafilm, che darà un respiro europeo alla
produzione e aiuterà a collocarla sul mercato internazionale. Un po' come è
successo con le produzioni con l'italiana Lux Vide, Maria di Nazareth, che TeleCinco
trasmetterà per Pasqua e che ha Paz Vega nel cast, come Maria Maddalena, Le
mille e una notte, e gli inediti, anche in Italia, Ana Karenina e Romeo e
Giulietta, tutti interpretati da attori italiani e spagnoli.
Del cast della serie dedicata al Capitano Alatriste si conosce per ora solo il
protagonista, il 31enne attore basco Aitor Luna, che il pubblico televisivo ha
molto amato in passato, come il giovane Montoya, in Los hombres de Paco, e che
si è fatto amare anche come l'ambiguo e fascinoso Raúl Cortázar in Gran reserva di TVE1 e come
protagonista di una serie sfortunata e maltrattata, La fuga, su TeleCinco. Il
bell'Aitor ha una ventina di anni meno di Alatriste, mercenario disincantato al
soldo dei Re di Spagna nella guerra di Fiandre e poi, al suo ritorno, testimone
pessimista e cinico della decadenza e delle miserie dell'Impero spagnolo, così
ricco da poter garantire benessere a tutti i suoi figli, così folle da spendere
le ricchezze delle colonie americane nelle guerre di religione e nella superbia
dei suoi sovrani mediocri. Ma c'è qualcosa, nel fascino malinconico di Aitor
Luna che lo rende credibile per questo ruolo, il cui primo candidato era stato
l'argentino Juan Diego Botto (e pure lui non sarebbe stato male come soldato
stanco e deluso di Sua Maestà Cattolica).
Alatriste sembra essere un po' un'ossessione di Mediaset España: già nel 2006
aveva prodotto un film, Alatriste (arrivato in Italia con l'incomprensibile
titolo Il destino di un guerriero), interpretato da Viggo Mortensen e tra i primi kolossal
spagnoli con aspirazioni internazionali. Anche stavolta la televisione di
Berlusconi intende fare le cose in grande: la serie sarà formata da 13 capitoli
di 70 minuti l'uno; la regia del primo episodio sarà affidata a Enrique Urbizu,
che ha firmato due dei film più foschi, più premiati e più visti degli ultimi
anni, Celda 211 e No habrá paz para los malvados; toccherà a lui, a Urbizu,
stabilire l'estetica e i ritmi di una serie che aspira a essere meno oscura dei
libri di Pérez Reverte e con maggiore spazio per il romance, il romanticismo,
e l'avventura.
La sceneggiatura è affidata ad Alberto Macías, già autore di Cuéntame cómo
pasó., una delle serie più viste e di maggior successo di TVE1, Curo Royo e
Carlos Molinero, che ha curato un'altra serie di TeleCinco, El comisario. Il
tutto, ovviamente, con l'autorizzazione di Arturo Pérez Reverte, che viene
informato di ogni passo compiuto. Paolo Vasile, il responsabile di Mediaset
España, ha spiegato a Roma, dove sono stati conclusi gli accordi con Beta Film,
che lo scrittore ha autorizzato e compreso gli inevitabili cambi dovuti al
passaggio dalla pagina scritta all'immagine visiva: "Se ci fossimo trovati
davanti un autore chiuso, non avremmo fatto né il film né la serie, ma il padre
di Alatriste sarà sempre lui, questo non si cambia con l'acquisto dei
diritti".
Le riprese inizieranno a giugno, non si sa ancora se con un cast internazionale,
anche se lo staff tecnico sarà in gran parte spagnolo e Alatriste parlerà in
spagnolo. Mediaset España e Beta Film sperano di vendere la serie anche in altri
Paesi europei: hanno già chiarito che non venderanno il format, ma la serie. Una
bella fortuna: se mai in Italia qualcuno deciderà comprarla, non vedremo remake
mal riusciti tipo I Cesaroni, Tutti per Bruno o Le due facce dell'amore, ma gli
originali. Un bel passo avanti, anche per creare un pubblico europeo.