Aveva promesso che avrebbe chiarito il suo futuro a marzo,
una volta tornata a Santiago, e Michelle Bachelet è stata di parola. Ieri, a
Santiago del Cile, ha confermato la sua candidatura alla presidenza del Cile, alle elezioni del 17 novembre 2013. "Con allegria, determinazione e molta
umiltà ho preso la decisione di candidarmi" ha detto in un atto pubblico
celebrato a El Bosque, un quartiere della periferia operaia della capitale.
Bachelet ha annunciato anche che non elaborerà il suo "programma tra quattro
pareti": "Lavorerò per condurre il prossimo governo, il primo Governo
di una nuova maggioranza sociale che ci permetta di lottare contro la
disuguaglianza". Per questo l'ex presidente intende "promuovere
dialoghi e incontri, affinché il programma abbia il marchio della
cittadinanza".
Michelle Bachelet, prima donna a guidare il Cile, dal 2006 al 2010, conta su
indici di popolarità ancora molto alti (ha lasciato la presidenza essendo il
presidente più popolare della democrazia), dovrà vincere le primarie della
Concertación, l'alleanza di centro-sinistra a cui appartiene. Hanno già
annunciato che vi parteciperanno il democristiano Claudio Orrego, il radicale
José Antonio Gómez e l'ex Ministro delle Finanze Andrés Velasco.
In gara per la presidenza anche Laurence Golborne, ministro del Governo di
Sebastián Piñera, con l'11% delle intenzioni di voto, l'indipendente Marco
Enríquez Ominami, che fu la grande sorpresa delle elezioni del 2010; per ora,
con il suo 53% di intenzioni di voto, Bachelet batte tutti.
Il Cile che ritrova, dopo i tre anni a New York, come direttore dell'Agenzia
per la Parità Donne, è diverso da quello che ha lasciato. In questi quattro
anni ci sono state tensioni sociali, dovute alle disuguaglianze, sfociate nelle
grandi manifestazioni studentesche, con cui si è chiesto il riconoscimento del
diritto allo studio gratuito, pubblico e di qualità. La Tercera ha proposto unasorta di agenda con cui l'ex presidente dovrà confrontarsi in vista della
campagna elettorale e per la quale dovrà spendere la popolarità di cui gode.
Al primo posto c'è la richiesta di una scuola gratuita e pubblica che arriva
non solo dagli studenti, ma anche da professori, dirigenti scolastici e e universitari e famiglie. E'
un tema che divide i militanti della Concertación, un'alleanza che, è bene non
dimenticarlo, ha governato il Cile per vent'anni, dalla caduta di Augusto
Pinochet fino al 2010, quando la stessa Bachelet ha ceduto il bastone del
comando a Sebastián Piñera.
I movimenti di protesta studenteschi si inseriscono in un più ampio contesto di
inquietudini sociali, a cui il nuovo
Presidente dovrà dare risposta; nel suo programma, Bachelet dovrà dare risposte
anche alle esigenze di cambiamento provenienti dalla società, dai diritti dei
mapuches alle disuguaglianze che la crescita economica non ha aiutato a
controllare.
Anche nella politica i cileni si aspettano un rinnovamento. Nel suo programma
dovrà offrire non solo un rinnovamento di volti, ma anche di proposte
riguardanti la legge del finanziamento, la presenza di quote rosa per garantire
il ruolo delle donne in politica.
Secondo La Tercera Bachelet dovrà anche chiarire la sua posizione sul ruolo del
Partito Comunista: gli aprirà le porte del centro-sinistra? Ci sarà una lista
comune per le primarie? Il Partito Comunista "è oggi meno radicale di 15
anni fa e sta entrando nel sistema, il che va benissimo" dicono gli
esperti consultati dal quotidiano cileno. Sono loro a prevedere una partecipazione
importante del PC nella Concertación e, in questo caso, "il negoziato con
la DC, la Democrazia Cristiana, sarà importante, interessante e
complesso".
Il quinto punto da considerare riguarda la campagna elettorale di Michelle
Bachelet, che non potrà essere la stessa del 2005: "Nella sua prima
campagna si usarono basi molto semplici, il fatto che fosse la prima donna
candidata fu utilizzato per dare segnali di rinnovamento. Stavolta non è più
una novità, per cui dovrà utilizzare altre basi". Quali? L'ex presidente
torna "con un maggior status internazionale, dopo aver sacrificato un
incarico prestigioso, e torna per farsi carico di una coalizione fratturata, in
una situazione molto incerta". Sarà una campagna, scommette La Tercera, in
cui Michelle Bachelet si giocherà buona parte degli alti indici di popolarità. "Sa
che arriva come la principale carta, l'unica per il possibile ritorno della Concertación
al Governo e pertanto ha un margine di manovra, un margine di negoziato più
grande con i partiti politici". Ma è anche vero che la presidente torna
dopo aver già governato e la stessa esperienza di governo le può essere
rinfacciata, nelle sue prudenze e nelle sue lacune: non può tornare proponendo il suo passato e utilizzando quello che
è stato. I cileni le chiederanno futuro.