Cristina Fernández de Kirchner è stata una dei primi Capi di
Stato e di Governo ad arrivare a Roma, per assistere domani alla Messa con cui
inizierà ufficialmente il Pontificato di Jorge Mario Bergoglio. E sarà anche il
primo Capo di Stato che il nuovo Papa riceverà in privato, oggi a pranzo nella
Casa di Santa Marta, in cui Francesco continua a vivere perché, ha rivelato
Clarín ieri, considera troppo grandi gli appartamenti privati destinati al Papa
in Vaticano.
Un vero gesto di cortesia, quello di Francesco, al ricevere la Presidente del
suo Paese come primo Capo di Stato. E essere una mosca per poter sentire la
conversazione e per poter vedere le espressioni della Presidente e del suo
Cardinale diventato Papa. Che i rapporti tra i due siano stati in questi anni poco meno che
burrascosi è cosa che la stampa argentina non ha mancato di sottolineare in
questi giorni, sia quella kirchnerista, che ha salutato freddamente l'elezione
del primo Papa latinoamericano, lasciando incredibilmente da parte el orgullo
argentino, sia quella dell'opposizione, che ha commentato quanto sia
imbarazzante per la Presidente trovarsi come Papa il Cardinale che la criticava
e a cui dedicava parole di gelo.
E adesso eccoli lì, la prima donna che gli argentini hanno rieletto come
Presidente, e il primo argentino che il Conclave ha voluto come Papa. Cristina
è arrivata con una delegazione di 12 persone, ridotta al minimo anche per le
richieste di Francesco, che ha invitato gli argentini a rimanere a casa e a
devolvere a opere di carità il denaro del viaggio (tra le persone a cui ha
chiesto di rimanere a casa, anche Maria Elena, la sorella diventata la donna
più intervistata d'Argentina, in questi giorni). E' arrivata dopo aver salutato
l'elezione di Papa Bergoglio con una certa freddezza: il suo primo tweet è
arrivato due ore dopo la fumata bianca e da allora ce ne sono stati pochi altri
sull'argomento, la sua lettera formale di congratulazioni non è diversa da
quella degli altri Capi di Stato e si può attribuire al suo carattere latino e
teatrale l'augurio de corazón (con de corazón ripetuto varie volte con abile
enfasi) fattogli in un atto pubblico.
A separare la presidente Fernández de Kirchner e il Papa, soprattutto l'aborto
non punibile in caso di violenza, il matrimonio omosessuale e i toni di sfida, a volte autoritari,
della presidente adesso e di suo marito Néstor prima. A causa delle critiche
dell'allora Cardinale Bergoglio, i Kirchner hanno messo fine alla lunga
tradizione che voleva il Capo di Stato presente al Te Deum del 25 maggio, il
giorno dell'Indipendenza. Ma a gelare i rapporti è stato il matrimonio
omosessuale, che, secondo gli anatemi di allora di Bergoglio, era devastante e
contro i piani di Dio, tanto che Cristina, stufatasi delle critiche, lo aveva
invitato a superare Medioevo e Inquisizione.
La cosa interessante, rivelata oggi a El País dalla giornalista italiana Francesca Ambrogetti, autrice, con il collega argentino Sergio Rubín, della
biografia di Bergoglio El jesuita, è che il Papa non è concettualmente contro
il matrimonio omosessuale. "La giornalista ricorda che Bergoglio era
d'accordo sulle 'unioni civili' tra le persone dello stesso sesso, ma non sul
chiamarlo 'matrimonio' perché 'la sua origine era proteggere la madre, perché non
lasciassero da sola la donna incinta'". Una questione di nomi, dunque, per
riconoscere il diritto delle coppie dello stesso sesso alle tutele del
matrimonio civile? Pare di sì, anche se El País non approfondisce il concetto.
Ma Ambrogetti assicura che sarà un Papato di apertura per la Chiesa:
"Bergoglio riceve tutti e non elude nessun tema. Ci ha raccontato che
entrò nella Compagnia di Gesù attratto dalla sua 'condizione di forza avanzata
della Cheisa e per essere orientata alla missione'. E' un uomo di grande
cultura, semplice, molto spirituale e che contagia la fede. Non gli piace lo
show, come a Giovanni Paolo. E non è neanche Ratzinger, che avrebbe significato
assoluta continuità".