"Era un risultato atteso perché in Colombia
l'80% è eterosessuale e il Congresso riflette questa situazione" ha detto
il senatore Robeto Gerlein Echevarria, uno dei più strenui oppositori del
matrimonio omosessuale, non appena è stato reso noto che il Senato colombiano ha
rifiutato di dibattere il progetto di legge sul matrimonio per le coppie dello stesso sesso. Come se i diritti non appartenessero alle persone, ma alle maggioranze; come se il riconoscimento dei diritti degli omosessuali, non fosse un impegno anche degli eterosessuali, desiderosi di vivere in una società più giusta e più aperta; come se una società inclusiva, che permetta a tutti i propri cittadini di vivere secondo le proprie convinzioni, non sia un'aspirazione, che prescinde dalle proprie convinzioni personali.
Con 17 voti a favore e 51 contrari, la Colombia ha rinunciato ad essere il 15° Paese
del mondo a riconoscere il diritto al matrimonio delle coppie omosessuali, il 3°
in America Latina, dopo Argentina e Uruguay (il matrimonio omosessuale è riconosciuto
anche a Città del Messico e in alcuni Stati del Brasile).
Gli oppositori del progetto di legge hanno celebrato il loro successo anche su Twitter:
"La Colombia non è affatto un Paese antiquato, nel Congresso si ascolta la
volontà dei colombiani e questa volontà oggi ha trionfato" ha scritto la
senatrice Claudia Wilches su Twitter. Wilches è del Partido de la U lo stesso
del presidente Juan Miguel Santos, che non ha partecipato al dibattito, e del senatore
Armando Benedetti, che è autore della proposta di legge. E' lui ad esprimere la
delusione per la bocciatura del matrimonio paritario, come lo chiamano in America
Latina: "Il Congresso è così stupido che finisce con il togliersi il diritto
a legiferare, affinché torni a farlo la Corte Costituzionale, perché la Corte
sì conosce i postulati costituzionali. Mentre sembra che il Congresso conosca
solo quelli della Chiesa Cattolica Romana".
Due anni fa, era stata la Corte Costituzionale colombiana a chiedere al Congresso una legge che riconoscesse il matrimonio per le coppie omosessuali
e aveva dato due anni di tempo per raggiungere questo scopo. L'obiettivo è fallito:
la proposta di legge potrà essere presentata solo nella prossima legislatura.
Da giugno 2013, le coppie omosessuali potranno presentarsi davanti ai notai e
ai giudici civili per registrare la loro unione e vedere riconosciuto il loro
diritto a formare una famiglia, così come aveva stabilito due anni fa la Corte
Costituzionale. Vincolo maritale è il nome con cui verranno registrate queste
unioni.
Il fallimento del Congresso obbliga adesso le Associazioni dei Notai e dei Giudici
Civili a stabilire un memorandum, a cui si sta già lavorando, per impedire che notai
e giudici si nascondano dietro l'obiezione di coscienza per non registrare le unioni
omosessuali. La mancata legge sul matrimonio fa sì che le coppie omosessuali
continuino a non poter adottare i bambini.