sabato 18 maggio 2013

Crolla il traffico aereo e la Spagna ci ripensa: un patto con le compagnie aeree per diminuire le tasse

Tra gennaio e aprile 2013 l'aeroporto di Madrid ha registrato una caduta di traffico del 14,8%, la maggiore registrata da un aeroporto europeo; è anche passato dalla quarta alla sesta posizione europea per numero di passeggeri. I numeri di Madrid sono i più choccanti nella lunga crisi del sistema aeroportuale spagnolo, che nel 2012 ha registrato un calo del 5% per numero di passeggeri e del 10,1% in operazioni. E' una crisi che viene da lontano: dal 2007 al 2012, in soli cinque anni, Barajas, l'aeroporto madrileno, ha perso ben oltre 10 milioni di passeggeri, passando dai 52 milioni ai poco più di 40 milioni del 2012.
Non è colpa solo della crisi economica spagnola o dei tagli delle operazioni di Iberia, che è stata, negli anni del boom, una delle compagnie più efficienti d'Europa, e che oggi è costretta a tagliare personale e voli, a causa dei suoi numeri rossi. Tra le ragioni della caduta di Madrid c'è anche il costante aumento delle tasse aeroportuali. "Per ogni passeggero portato o in partenza da Barajas pagavamo 11,6 euro a luglio 2010, 15,4 euro nello stesso mese del 2011 e 24,6 euro nel 2012" diceva qualche mese fa ai media spagnoli il direttore generale di Easyjet in Spagna Javier Gándara, per spiegare perché la compagnia britannica avrebbe chiuso la base di Madrid e ridotto i voli da Barcellona. Ryanair, la principale compagnia aerea per numero di passeggeri in Spagna, ha adottato la stessa politica, riducendo del 50% i voli su Madrid e del 35% quelli su Barcellona.
Ma le cose potrebbero adesso cambiare.
Michael O'Leary, il presidente di Ryanair, è volato a Madrid nei giorni scorsi e ha promesso ad AENA, la società che gestisce la rete degli aeroporti spagnoli, un piano per portare 5 milioni di passeggeri in più all'anno in Spagna, nei prossimi tre anni. 15 milioni di turisti in tre anni, per un Paese che ha nel turismo l'unico settore in grado di creare impiego, anche se stagionale, e che ha 6 milioni di disoccupati, non è una cifra da buttare via. In cambio O'Leary chiede una riduzione delle tasse aeroportuali; la sua opzione sarebbe che le tasse aeroportuali spagnole, tra le più alte in Europa, si riducessero allo 0%, "il livello adeguato" lo ha definito. In questo modo si recupererebbero i passeggeri perduti (solo nel primo trimestre di quest'anno, il numero di passeggeri trasportati in Spagna da Ryanair si è ridotto del 7% e, secondo O'Leary, potrebbe diminuire con ritmi superiori a quelli registrati nel 2012).
Questa la notizia di ieri, che i media spagnoli hanno riportato con lo scetticismo che sempre riservano al pirotecnico Michael O'Leary.
La notizia di oggi, riportata da eldiario.es, è che AENA sembra aver recepito il messaggio arrivato dal brusco calo delle operazioni negli aeroporti spagnoli e ha offerto un nuovo patto a settanta compagnie, nazionali e internazionali, che operano sul territorio spagnolo. Il patto durerebbe cinque anni e proporrebbe tasse aeroportuali molto al di sotto del massimo dell'IPC (Indice dei Prezzi al Consumo) più cinque punti percentuali, stabilito da Bruxelles. Gli aumenti in Spagna sarebbero l'IPC più un punto nel 2014 e nel 2015, l'IPC più due punti nel 2016 e 2017 e l'IPC più tre punti nel 2018. In cambio di questo aumento delle tasse controllato, le compagnie aeree dovranno ritirare le due denunce presentate da ALA, la loro Associazione, per l'aumento delle tasse aeroportuali, considerato 'abusivo' (nel 2011 le tasse sono aumentate in media dell'11%, nel 2012 del 19% e in aeroporti come Madrid e Barcellona ci sono state punte di aumento del 50%). Una denuncia è stata presentata a Madrid, l'altra a Bruxelles, davanti all'Unione Europea e, siccome entrambe le denunce sono state ammesse dai rispettivi Tribunali, il Governo spagnolo ha deciso di correre ai ripari con questa offerta di pace.
Ma oltre che per il rischio di multe e indennizzi milionari, Madrid ha deciso di raggiungere un accordo con le compagnie aeree anche per il crollo del suo traffico. A ispirare il nuovo atteggiamento, pare siano state le politiche di controllo dei prezzi studiate dagli aeroporti di Londra, che nei prossimi cinque anni intenderebbero far pagare alle compagnie aeree l'uso dei loro servizi a un prezzo inferiore di quello pagato negli ultimi cinque.
Il fatto che Madrid stia cercando di rivedere le sue politiche dei prezzi della rete aeroportuale è certamente una gran bella notizia per il settore turistico spagnolo, che sarà stimolato dalla ripresa degli arrivi dei turisti dall'estero. E' anche una buona notizia per chi vola frequentemente in Spagna, che può sperare nel ritorno dei voli cancellati dalle compagnie low-cost in segno di protesta per l'aumento delle tasse aeroportuali.
Ma è anche una pessima notizia per il Governo spagnolo, incapace di affrontare le questioni più spinose e costretto a farlo dalla Giustizia. Che siano i banchieri o i politici che il PP non sa isolare ed espellere dalla vita pubblica e che i giudici mettono in galera o alle strette, che siano le migliaia di sfrattati a cui il PP non sa dare una risposta, costringendo il Tribunale di Lussemburgo a intervenire, che siano le denunce delle compagnie aeree contro gli aumenti incontrollati delle tasse aeroportuali, il Governo spagnolo non sa prendere decisioni e lascia il suo lavoro alla Giustizia. La Politica che si rifiuta di dare risposte chiare e di proporre principi, idee e valori e crea un vuoto, riempito dai magistrati e dalla Giustizia: vi suona familiare?