domenica 5 maggio 2013

Gli indignados pensano alla politica: M5S e Syriza i modelli di riferimento

Dalle prime piattaforme in Rete, passando alle grandi manifestazioni del 15 maggio, alle acampadas e da lì alle centinaia di azioni quotidiane, che hanno impedito decine di sfratti, che hanno permesso di inventare nuovi posti di lavoro attraverso le cooperative e la messa a disposizione sociale del proprio sapere, fino ai contatti con le esperienze straniere e allo studio dell'approdo nelle istituzioni, per influire nella politica da dentro.
Associazioni e piattaforme della galassia indignada starebbero valutando la creazione di un fronte elettorale comune, per partecipare ai prossimi appuntamenti elettorali. I numeri che parlano dell'indice di gradimento degli indignados nella società spagnola sono incoraggianti: "L'81% degli spagnoli crede che il 15-M aveva ragione nelle sue critiche al potere economico e alla classe politica, il 78% è al favore degli escraches della Plataforma de Afectados por la Hipoteca (Piattaforma dei Colpiti dai Mutui) e il 77% condivide le ragioni del 25-S, per 'circondare il Congreso'" riporta il quotidiano publico.es, citando i dati di Metroscopia. E oltre a questi numeri ci sono quelli del CIS, che affondano il bipartitismo in una crisi per ora senza fine, con il PP crollato al 34% delle intenzioni di voto e con il PSOE al 28,2%, incapace di approfittare dell'impopolarità del partito di Governo. E c'è la sfida di Maria Dolores de Cospedal, Segretario Generale del PP, che ha detto di non sapere chi rappresentino gli indignados, "ma se vogliono rappresentare un modo di vedere la società, dovrebbero partecipare al gioco della rappresentazione, altrimenti starebbero approfittando del sistema, senza accettarne impegni e responsabilità".
Che per gli indignados sia ora di accettare la sfida politica, è motivo di discussione da tempo, sia tra gli attivisti che tra i simpatizzanti. La mancanza di leaders di riferimento, che rappresentino e siano portavoce delle istanze, e l'insistenza per l'orizzontalità del movimento è desesperante, e non sono poche le persone, che pure simpatizzanti, hanno smesso di partecipare alle interminabili assemblee, "perché non ci sono conclusioni concrete e non servono a niente".
La politica, dunque.
Secondo El Mundo, "l'idea si alimenta grazie al Movimento 5 Stelle, guidato dal comico Beppe Grillo, che è risultato essere il partito più votato nelle recenti elezioni italiane (in realtà il più votato è stato il PD...)". Il successo del M5S ha colpito enormemente l'opinione pubblica spagnola: i media di destra hanno parlato del populismo che monta in Europa, gli editoriali di sinistra sono partiti alla caccia di un movimento simile in Spagna, ammettendo che il problema degli indignados, unico riferimento spagnolo possibile, è la mancanza di un leader visibile.
Il primo appuntamento elettorale per il 15-M sarebbero le prossime elezioni locali, nel 2015, così come sono state le elezioni locali il trampolino del M5S. Mancano due anni e nella galassia indignada stanno iniziando le grandi manovre: c'è un gruppo di lavoro, chiamato Confluencia, a cui hanno aderito piattaforme come Democracia Real Ya, Juventud sin Futuro, professionisti ed esperti, che sta discutendo l'ingresso in politica. L'avvocato Ramón Hernández così ha spiegato l'iniziativa a El Mundo: "L'idea è sostenere le diverse iniziative che stanno nascendo, per creare un fronte ampio di progresso, che possa presentarsi alle elezioni, con un programma base, e spingere una trasformazione sociale, sempre subordinato alla partecipazione cittadina e all'opinione del popolo".
Bisognerà vedere come si tradurrà l'ossessione per la democrazia diretta nelle istituzioni della democrazia rappresentativa: il rischio è che rallenti l'azione dei rappresentanti indignados, impedendo loro la velocità di reazione e la necessaria improvvisazione, in attesa dell'ok delle assemblee o che, come in Italia, un gruppo ridotto di poche migliaia di persone nascoste in Rete,voglia imporre la propria volontà all'intero Parlamento. Certo, il movimento appare consapevole delle difficoltà a cui andrà incontro: "Bisogna cambiare il sistema dalle due strade. Parlare di partecipazione istituzionale, cosa realista, non significa che non deve esserci una presenza permanente della cittadinanza nelle diverse lotte. Dev'esseci un elemento ulteriore, che non è antagonista allo stare nelle strade" ha spiegato ancora Hernández. 
Izquierda Unida, il partito alla sinistra del PSOE, che, secondo gli ultimi sondaggi, ha raddoppiato le proprie intenzioni di voto ed è a soli 6 punti dal PSOE, non sta a guardare questi movimenti in corso e cerca di esserne parte attiva. Sin dall'inizio dell'esperienza indignada, IU ha cercato di porsi come interlocutore privilegiato, facendo proprie alcune istanze degli indignados, difendendo gli escraches e proponendosi come alternativa al PSOE, imprigionato dalle proprie responsabilità nella crisi economica e nel bipartitismo.
E' tutta la sinistra spagnola che è in movimento, ispirata dal successo del M5S e di Syriza, il partito greco che ha rischiato di vincere le ultime elezioni, un anno fa. Oltre Confluencia, il gruppo di lavoro degli indignados, c'è il Frente Civico Somos Mayoria, proposto dall'ex presidente di IU Julio Anguita, a cui guardano numerosi intellettuali. Ma, siccome stiamo parlando di sinistra, le cose non sono mai semplici.
Così, nota publico.es, il 15-M è percorso da sempre da "una forte corrente libertaria, opposta alla rappresentazione parlamentare, per cui non appoggerà mai questi progetti. E, tra quelli che sì credono in questa via, c'è il dibattito se confluire in Izquierda Unita o andare avanti per qualcosa di completamente nuovo". Le sirene di IU, del resto, fanno sentire la propria voce: "Questa è la Syriza spagnola, non c'è bisogno di cercarla fuori" ha detto Cayo Lara, appena rieletto coordinatore di IU, a dicembre.
Ma il problema degli indignados è che non raccolgono solo simpatizzanti di sinistra: le loro istanze sono approvate da maggioranze che raggiungono anche gli elettori del PP. Più che Syriza, dunque, il modello sembra debba assomigliare al M5S, che è l'esperienza di riferimento per Confluencia.
Per adesso le reti sociali lo chiamano il Partido X: ci sono due anni di tempo per dargli un contenuto e un nome. L'importante è che, finalmente, si inizia parlarne, dando un'altra scossa al sistema bipartitico al tramonto.