sabato 4 maggio 2013

Re Juan Carlos non abdicherà e riconquisterà la Spagna. Con questi quattro punti

Re Juan Carlos non abdicherà e intende lavorare su quattro punti per riconquistare la fiducia degli spagnoli e ridare vigore alla monarchia.
Il 75enne sovrano si sta lasciando alle spalle la convalescenza seguita all'operazione dell'ernia del disco: dopo l'apparizione alla Zarzuela, dove ha ricevuto il vincitore el Premio Cervantes José Manuel Caballero Bonald, il Re si è fatto vedere al Santiago Bernabéu, accanto al Presidente del Real Madrid Florentino Pérez, in occasione della semifinale di Champions Real Madrid-Borussia Dortmund, vinta dagli spagnoli, ma non a sufficienza per evitare l'eliminazione dal torneo.
Dopo le apparizioni in pubblico, per rassicurare della sua presenza e sul suo stato di salute, Juan Carlos ha deciso di passare all'azione. La situazione lo necessita: secondo il sondaggio del CIS, realizzato subito dopo l'imputazione dell'Infanta Cristina, la Monarchia ha un indice di popolarità bassissimo, 3,68 (la sufficienza è 5). Per la prima volta nei suoi 35 anni di storia democratica, è percepita dagli spagnoli come un problema.
Così Re Juan Carlos ha spiegato ad Audiencia Abierta, la trasmissione di TVE che segue le attività della Famiglia Reale, i suoi quattro punti d'azione: trasparenza nei conti, sottomissione alla legge e allo Stato di diritto, stabilità e continuità. I primi due punti vogliono tranquillizzare gli spagnoli circa i privilegi della Famiglia Reale: con la trasparenza dei conti, adottata praticamente da tutte le monarchie europee, e con la sottomissione alla Legge, il sovrano vuole chiudere la pagina degli scandali legati a Iñaki Urdangarin e delle leggende sull'uso che fa dell'appannaggio reale, che la Costituzione vuole possa gestire come meglio crede.  In questo modo rende la Monarchia controllabile, un'istituzione davvero al servizio degli spagnoli, a cui rende conto delle proprie azioni. Gli ultimi due punti chiudono il dibattito sulla sua abdicazione: la stabilità dell'istituzione passa attraverso la sua figura, la continuità attraverso un maggiore protagonismo del Principe delle Asturie, l'erede al trono europeo che sembra avere più atti pubblici di tutti i suoi omologhi, in modo che "quando arriverà il momento la successione sarà un mero tramite".
Oltre che per l'impopolarità della Monarchia, il Re è preoccupato per la situazione economica spagnola, in particolare, come la maggior parte degli spagnoli, per la disoccupazione. 6 milioni di disoccupati, che, come ha ammesso il Governo, non diminuiranno da qui alla fine della legislatura, nel 2015, toglierebbero il sonno a qualunque leader. Ma non solo ai leaders spagnoli: Bruxelles ha già lanciato vari avvertimenti a Madrid, chiedendo politiche propizie alla creazione di posti di lavoro.
Mantenendo la "scrupolosa neutralità", che deve garantire costituzionalmente, in quanto Capo dello Stato, Juan Carlos intende "favorire patti, accordi o discussioni", al di sopra degli interessi di partito e delle ideologie, per arrivare a una qualche politica contro la disoccupazione. A sentire queste parole del Re viene in mente il Governo delle larghe intese, caldamente caldeggiato da Umberto Napolitano, che non sembra la miglior soluzione augurabile alla Spagna in questo momento, vista la disastrosa situazione in cui versano i due principali partiti (non era augurabile neanche all'Italia, però, anche se la matematica è quello che è) e avendo il PP una maggioranza assoluta indiscutibile.
Il programma ha avuto una grande eco, soprattutto per il grande patto che il Re immaginerebbe tra PP e PSOE sulle politiche per l'occupazione, così la Zarzuela ha dovuto chiarire che il Capo dello Stato non intende favorire nuovi patti, ma si limita al suo ruolo costituzionale, che chiede si adoperi per il dialogo e l'intesa tra gli spagnoli.
Certo, se grazie alla sua mediazione PP e PSOE riuscissero a inventarsi le politiche per l'occupazione che in cinque anni di crisi non sono riusciti a proporre e a realizzare, la strada per la riconquista della popolarità della monarchia sarebbe in discesa.