Il 22 maggio era la Giornata Internazionale delle Donne per la Pace e il Disarmo
(quante Giornate ci sono nel mondo e di quante si viene a sapere, in Spagna). A
Siviglia hanno deciso di celebrarla in un modo insolito e denso
di significato, per non dimenticare quanto sia stato duro il cammino delle
donne, per arrivare a oggi.
"I nostri valenti legionari irregolari hanno dimostrato ai rossi codardi
cosa significa essere veri uomini e di passo anche alle loro donne. E'
totalmente giustificato perché queste comuniste e anarchiche predicano l'amore
libero. Adesso almeno sapranno cosa sono i veri uomini e non i loro miliziani
finocchi. Non si libereranno, per molto che urlino e strepitino".
Sì, avete capito bene, è un elogio della violenza sessuale, uno dei tanti fatti nei suoi discorsi dal generale Gonzalo Queipo de Llano, dopo il sollevamento in armi
dell'Esercito, a Siviglia, contro la Seconda Repubblica e in favore del golpe di
Francisco Franco, nel 1936. Da Radio Sevilla, il generale teorizzava la violenza sessuale, per le stesse ragioni, già
spiegate: perché i veri uomini dimostrano alle donne chi sono davvero
violentandole e perché le comuniste, sostenendo la libertà d'amare, legittimavano, in fondo, la
violenza. La logica, perversa e volgare, che continua a considerare le donne
oggetti e non soggetti, non è cambiata, nel fascismo e nella violenza che si
porta dietro; i miei 20 anni portano indelebile il ricordo di Srebrenica e
della Bonsnia-Erzegovina: anche lì la violenza sessuale era stata pianificata,
per distruggere le donne e, attraverso loro, il morale delle popolazioni che
resistevano alla furia nazionalista. Non è cambiato niente, per questo è bene
non dimenticare.
Non siamo, però, così ingenui da pensare che le violenze siano state perpetrate solo dai
fascisti: le cronache della Guerra Civile Spagnola riportano episodi di crudeltà e di
violenza gratuita da entrambe le parti, come succede in tutte le guerre. La
differenza è che i crimini compiuti dai repubblicani sono stati giudicati e i
colpevoli sono stati puniti, a volte al termine di giudizi sommari. Le vittime della violenza franchista non hanno mai avuto giustizia,
non solo durante i quarant'anni della dittatura, ma anche nei 35 anni di
democrazia. Il Governo di José Luis Rodrguez Zapatero ha approvato con molta
fatica, e con la secca opposizione del PP, una Legge della Memoria Storica, per
ridare dignità alle vittime; l'apertura delle fosse comuni, per dare un nome e
una sepoltura alle vittime repubblicane, viene sopportata con malcelata
insofferenza dal PP, che considera questo gesto come la "riapertura di
ferite rimarginate" e lo stesso PP, qualche giorno fa, si è rifiutato di
dichiarare il 18 luglio, anniversario del sollevamento in ami di Francisco Franco, come la Giornata contro franchismo.
In molte cose in Italia siamo più fortunati della Spagna: anche se con fatica,
anche se con errori, anche se con lacune, siamo riusciti a fare i conti con il
passato e abbiamo il valore dell'anti-fascismo inserito nella nostra Costituzione (purtroppo, visto come si vota, non nel nostro DNA).
Abbiamo un reato di apologia del fascismo, per tutto quello che il Ventennio è
costato all'Italia; in Spagna non si riesce neanche a mettersi d'accorso
sull'anti-franchismo come valore democratico.
Come succede per molti criminali fascisti, a cominciare dal primo, il generale
Francisco Franco, anche Gonzalo Queipo de Llano è sepolto con tutti gli onori:
la sua tomba è nella Basilica della Macarena, a Siviglia. Ed è qui che una
trentina di donne, abbigliate con il lutto rigoroso degli anni '30, si è recata ieri
con una corona di fiori bianchi con un nastro rosa, su cui c'era scritto "Le
donne non dimenticano. 1936-2013".
Poco dopo, davanti alla Basilica, hanno ballato un flamenco su una riproduzione della tomba del generale, silenziosamente. Si è sentito solo il loro taconeo ed è stato tutto un simbolo della resistenza delle
donne, della loro vittoria finale e della loro memoria.
"Dopo il simbolico ballo, hanno letto un testo in cui hanno ricordato la
vita e il coraggio di quelle donne su cui si sono accaniti, perché
rappresentavano 'la trasgressione del modello tradizionale di donna,
partecipando attivamente alla vita culturale, economica e sociale'. Giudicate dal tribunale militare, condannate a una repressione di carattere esemplare, "furono
rapate, esposte alla vergogna pubblica vestite con un camicione. Furono anche
violentate e usate come bottino di guerra"" scrive eldiario.es, al
ricordare la tragedia delle donne repubblicane (o anche solo parenti di
militanti repubblicani) durante il franchismo.
Il ministro della Giustizia Alberto Ruiz-Gallardón ha dato recentemente ai
discendenti di Queipo de Llano il titolo di marchese e lo stesso generale riposa
in un "luogo privilegiato della Macarena, come Hermano Mayor
Onorario".
"I popoli che non conoscono la propria storia sono condannati a
ripeterla" hanno detto le donne nel loro manifesto, prima di abbandonare
la Macarena. E non so, ma mi piace che sia stata Siviglia, così contraddittoria
nei suoi sentimenti rojos e nelle sue tradizioni conservatrici, a ricordare che
le donne (ma perché solo loro? perché sono sempre manifestazioni di genere e non della società?!) non dimenticano; mi piace come queste donne abbiano voluto ricordare chi
ha sofferto la violenza del fascismo e di questi uomini più simili alle bestie
che agli esseri umani, con questo ballo silenzioso, carico di significato e di
affetti e così dignitoso. Che la Spagna impari a fare i conti con questo
terribile passato recente e riconosca alle vittime il posto e la dignità a cui
hanno diritto, perché sarà difficile costruire un nuovo Paese, più giusto e più moderno, senza Giustizia.
Dal canale di El Diario Andalucia su youtube, un video del ballo delle donne, sulla replica delal tomba di Queipo
de Llano.