martedì 25 giugno 2013

Juana Acosta, ovvero come una colombiana diventa it girl di Spagna

La it girl spagnola del momento è l'attrice Paula Echevarria, preferita spesso anche a Blanca Suárez, la prossima Penélope Cruz secondo i media di casa, lo sappiamo già. Ma da qualche tempo si fa notare, sempre più prepotentemente, la fascinosissima Juana Acosta, 33enne attrice colombiana, residente da anni a Madrid, per lavoro e per amore (è legata all'attore argentino Ernesto Alterio, da cui ha avuto la figlia Lola). L'ho scoperta in un film delizioso, Una hora más en Canarias, uno dei suoi primi lavori spagnoli, accanto alla compatriota Angie Cepeda, e l'ho ritrovata, enigmatica e pericolosa, in Hispania, vari anni dopo. Nel frattempo lei ha girato film e serie televisive, tra Colombia, Spagna e Francia, ed è diventata un'icona delle fashion-girls spagnole. Tanto che adesso se la contendono le case di moda e di cosmetica, il segnale che è sulla strada giusta.
A Mujer Hoy racconta le difficoltà di una giovane attrice straniera, bella e ambiziosa, nella Spagna in crisi e l'esigenza di rinnovarsi sempre e di essere aperta e pronta ad altri mercati. Uno dei suoi principali ostacoli è stato l'accento: dolce e musicale l'accento della sua Colombia, più duro e legato ai suoni gutturali quello spagnolo. "Ho deciso di mettermi a studiare l'accento seriamente quando ho pensato "o inizio a lavorare con personaggi spagnoli o niente", perché ci sono pochi personaggi colombiani. Ho lavorato con un foniatra, è stato un lavoro duro, di molti mesi. E dopo si è trattato di entrare in un carattere molto diverso, nella gestualità e nella musicalità. Credo mi abbia aiutato anche aver interpretato il carattere spagnolo, che è molto diverso".
E com'è il carattere spagnolo, per questa colombiana di Cali? "Ho interpretato donne forti, decise, ambiziose. E mi viene più facile se sono spagnole. Se devo interpretare una donna amorosa, tenera, fragile, mi viene di più l'accento colombiano. Qui le donne sono più dirette, in generale nessuno perde il tempo". Per esempio: "Quando arrivavo in un caffè dicevo: "Buongiorno, come va? Potrebbe per favore darmi..." E mi rispondevano: "Cosa vuoi?" Così ho imparato che era sufficiente dire: "Un caffè, per favore!"" Quando si dice che gli spagnoli mancano del calore a cui si è abituati in altri Paesi, ci si riferisce anche a questo modo di fare rude e gelido dei locali, quasi sempre accompagnato dalla mancanza di un sorriso.
Che dietro la sua bellezza esotica, ci sia una donna determinata, Juana lo rivela quando spiega perché ha cambiato anche la sua immagine pubblica, fino a diventare una delle it-girls emergenti di Spagna: "Ho iniziato a osservare le attrici che ammiro, Kate Winslet o Cate Blanchett, che erano sempre impeccabili e bellissime. Mentre qui la gente non si curava tanto, io neanche. Ho deciso così che non mi sarei messa davanti a un obiettivo se non fossi stata impeccabile. Questo richiede un lavoro di outfit, make-up, acconciature. E' parte del lavoro e in più mi diverte. Quest'anno ho iniziato a lavorare con una stilista. Ho fatto uno sforzo, per esempio, per imparare a camminare sui tacchi. Non c'è cosa peggiore di una donna sui tacchi che non sappia camminarci!"
Al Festival del Cinema di Málaga di quest'anno, di cui è stata uno dei giurati, la prima prova, brillantemente superata. Ogni sera un outfit differente, ogni sera gli elogi dei blog della moda e dei media, fino a essere considerata, da tutti gli osservatori, una delle attrici meglio vestite, se non la meglio vestita, della manifestazione.
Con El cartel de los sapos e 11.6 appena usciti in Francia e con Ana, appena uscito in Spagna, Juana sta girando adesso Libertador, una coproduzione ispano-venezuelana sulla vita di Simón Bolívar in cui interpreta Manuela Saénz, "il personaggio storico che ho sempre sognato. E' l'ultimo amore di Bolívar, una donna sposata che lasciò tutto per lui, un'icona femminista per Latinoamérica. Un gran personaggio!"
Adesso nei suoi progetti c'è la Francia, un Paese che sente amico, una cinematografia che la appassiona. "Tre anni fa siamo andati Ernesto, Lola ed io, ho girato un film con Olivier Assayas, Carlos, che è andato a Cannes. Sono entrata nel cinema francese con il piede giusto. Da allora tutti gli anni succede qualcosa che mi mostra che ho un mercato lì. E mi piace avere vari fronti aperti come questo. Magari vale la pena darmi l'opportunità di un anno, perché no?" E magari si porterà dietro tutta la famiglia, perché rivela, "sono sempre stata una donna che mobilita: quando mi sono trasferita a Bogotà mi sono portata dietro mia madre e mia sorella. E quando sono venuta in Spagna anche. Adesso voglio andare in Francia". Mucha suerte.