domenica 9 giugno 2013

The Guardian contro il PP di Madrid: fa rimuovere l'unico monumento cittadino all'antifascismo

Duro articolo di The Guardian contro il Comune di Madrid e, indirettamente, contro la svolta a destra che la Spagna, con il PP al potere, sta vivendo. Solo per fare un esempio: il PP della maggioranza assoluta, che ha rifiutato per anni di raggiungere un accordo con il Governo socialista per nominare i magistrati decaduti, ha appena nominato alla Corte Costituzionale due giudici, che hanno spostato l'equilibrio dell'istituzione verso la destra radicale. Uno di questi nuovi magistrati, che decideranno la costituzionalità delle leggi spagnole, Enrique López, è contro i movimenti indipendentisti basco e catalano e contro il matrimonio omosessuale; su quest'ultimo ha detto che accettarlo "sarebbe come accettare il matrimonio tra un uomo e un animale". Eccovi servita la nuova Spagna del PP, se vi pare.
Tornando all'articolo di The Guardian, fa riferimento a una decisione del Tribunale Superior de Justicia di Madrid, che ha dato due mesi di tempo alle autorità della Complutense, l'Università più importante della capitale, per rimuovere un monumento a ricordo dei volontari delle brigate internazionali che hanno combattuto in Spagna durante la Guerra Civile. E' l'unico monumento anti-fascista della capitale e dev'essere rimosso perché la sua posa non ha licenza urbanistica.
E per spiegare cosa significa questa rimozione, The Guardian inizia così il suo articolo: "Ogni giorno, migliaia di studenti madrileni passano accanto a un arco monumentale chiamato l'Arco de la Victoria per entrare nell'Università Complutense. La grande struttura è simile all'Arc de Triomphe di Parigi, ma, a differenza del modello francese, non è stato costruito per celebrare qualche vittoria della Spagna contro un nemico straniero. E' stato costruito dal generale Franco per celebrare la sconfitta della Seconda Repubblica da parte delle sue truppe nazionaliste, nella Guerra Civile infuriata tra il 1936 e il 1939". Gli stessi studenti madrileni passano anche accanto a "un memoriale molto più piccolo, così modesto che molti di loro non saranno nemmeno a conoscenza della sua esistenza. Una colonna in metallo semplice, pagato con molte  piccole donazioni private, reca un'iscrizione dedicata alle migliaia di volontari delle brigate internazionali che hanno combattuto in Spagna. Nel novembre 1936, il campus universitario è stato teatro chiave della guerra. Mentre Franco cercava di prendere Madrid, lì c'è stato uno degli scontri più sanguinosi del conflitto, grazie alla resistenza delle truppe repubblicane: centinaia di volontari delle brigate internazionali sono morti accanto ai locali che difendevano gli edifici della Facoltà con un famoso slogan, diventato da allora un grido di battaglia degli antifascisti: No Pasarán!".
Da una parte un monumento grandioso che celebra la vittoria di una parte della Spagna sull'altra, dall'altra un memoriale che celebra l'antifascismo. Il contrasto di valori e di idee è evidente.
The Guardian commenta che "si potrebbe pensare che, in un momento in cui aumentano xenofobia e razzismo in Europa, questo piccolo memoriale a chi ha lottato contro il fascismo negli anni 30, dovrebbe essere tutelato dalla città. Ma in realtà sembra che il partito di destra PP, che governa la città, non sia disposto a tollerarne neanche l'esistenza". 
Le autorità della Complutense hanno spiegato di aver chiesto tutti i permessi per la costruzione del memoriale, ma che il Comune ha fatto orecchie da mercante. Dalla Complutense ricordano che a Madrid ci sono monumenti ben più grandi del loro memoriale, che sono stati costruiti senza le necessarie autorizzazioni, primo fra tutti, il monumento alle vittime degli attentati dell'11 marzo 2004, alla Stazione di Atocha. Ma tant'è. Nella Spagna che svolta beceramente a destra, che rifiuta di cancellare vie dedicate a gerarchi fascisti, che taglia i servizi ai cittadini e i finanziamenti alla cultura, ma trova i soldi per restaurare il monumento franchista nella Valle dei Caduti, da cui rifiuta pervicacemente di sgomberare la salma di Francisco Franco, sono i riferimenti all'eroismo di chi ha difeso la seconda Repubblica dal sollevamento di Franco a creare disagio, problemi e intolleranza. 
The Guardian ci va giù duro, contro il PP. "Spiegare il passato per disegnare il futuro è principio fondamentale di ogni processo politico maturo. Al di là della Spagna, altri Paesi europei sono stati sempre più in grado di affrontare il lato oscuro della loro Storia. A Berlino, Norimberga o Lione i turisti possono visitare musei di grande livello, che si occupano in modo trasparente del loro ruolo nel XX secolo. A Liverpool il Museo della Schiavitù getta una luce su un episodio vergognoso per i Britannici. Eppure a Madrid non c'è un solo punto di informazione o un centro che cerchi di raccontare la storia della Guerra Civile. Il PP non è in grado di affrontare le diverse voci sul passato e quindi preferisce cercare di bloccare qualunque discussione".
Così, sottolinea il quotidiano britannico, mentre ci sono vie della città che portano ancora i nomi dei gerarchi fascisti, mentre l'Arco de la Victoria continua a salutare l'ingresso alla Complutense e a ricordare la sconfitta di una parte della Spagna da parte dell'altra, il PP farà togliere l'unico monumento cittadino all'antifascismo. 
"Si dice spesso che la storia sia scritta dai vincitori. Ma quello che sta accadendo a Madrid non è solo un esercizio asimmetrico di memoria storica. E' un modo pericoloso, intollerante e disfunzionale di trattare il passato ed è in contrasto con l'immagine che Madrid ama proiettare, di città del futuro aperta, diversa e trasparente" conclude The Guardian.
L'Associazione Forum della Memoria ha chiesto alle amministrazioni pubbliche "l'applicazione e lo sviluppo della Legge della Memoria Storica, con la conseguenze segnalazione, conservazione e sviluppo del lavoro pedagogico, che include il mantenimento di quest monumento".
E non si può dimenticare quell'antipatica puntata di Porta a Porta, in cui un Bruno Vespa più servile che mai, avendo come ospite José Maria Aznar, più tronfio che mai gli chiese come era riuscita la sua Spagna, così rampante e così invidiabile (abbiamo visto a base di cosa è stata rampante e invidiabile, a colpi di corruzione e speculazione, senza creare alcun valore aggiuntivo all'economia del Paese), a superare le ferite della Guerra Civile e del fascismo. Che lo spiegasse a noi italiani, che non riusciamo ancora a parlare di fascismo e antifascismo senza insultarci. E lui, con la sicumera che hanno sempre gli spagnoli quando devono insegnare agli altri a vivere: "E' semplice, non ne parliamo".
Bel modo di preparare il futuro: ignorare il passato.