giovedì 25 luglio 2013

Tragedia di Santiago: il re e la regina con le vittime, l'eroismo dei cittadini comuni e dei funzionari pubblici

Applausi per re Juan Carlos e per la regina Sofia, all'ingresso e all'uscita dell'Hospital Clínico di Santiago de Compostela, dove si trovano ricoverati la maggior parte dei feriti dell'incidente ferroviario che, poco più di 24 ore fa, ha trasformato in dolore la festosa vigilia di San Giacomo, patrono della Galizia e della Spagna. Neio momenti di tristezza e dolore, non è il caso di tirare fuori rivendicazioni, antipatie e impopolarità: i sovrani rappresentano la Spagna e come tali sono stati applauditi dalle centinaia di persone che li aspettavano alle porte dell'ospedale. All'interno Juan Carlos e Sofia, entrambi vestiti a lutto, lei con un tailleur e lui con la cravatta neri, hanno visitato i feriti e hanno conversato con i parenti delle vittime. "Tutti noi spagnoli sentiamo il dolore delle famiglie e speriamo che i feriti si riprendano poco a poco" ha detto il re all'uscita "Noi spagnoli siamo tutti uniti in questo momento". 
E che la Spagna sia unita lo dimostrano i continui messaggi di affetto e di ringraziamento che si leggono su Twitter. Le autorità galiziane hanno voluto ringraziare "tutti i cittadini che hanno donato sangue. Abbiamo ottenuto 800 unità di sangue solo ieri sera". Alle 20 Twitter si è fermato per cinque minuti, per ricordare gli 80 morti in Galizia. Alle 20.42, ora dell'incidente ferroviario, migliaia di galiziani hanno voluto ricordare le vittime incontrandosi nelle stazioni delle loro città. 
I siti web dei più importanti quotidiani riportano gesti di solidarietà e di altruismo che commuovono e fanno pensare come nelle tragedia gli uomini sappiano dare il meglio di sé. "Dieci gruppi di medici forensi divisi tra gli ospedali Clínico e Provincial di Santiago de Compostela lavorano a marce forzate per completare entro oggi le autopsie dei morti nell'incidente" scrive elpais.com nella lunga diretta. Tutti i siti web ricordano l'attesa disperata delle famiglie che non riescono a contattare i congiunti e fino a quando non saranno completate le autopsie e le identificazioni non avranno alcuna certezza. Si capisce la rapidità con cui lavorano i medici forensi. "'Abbiamo portato in chirurgia l'ultimo malato' racconta il responsabile dell'Anestesia dell'Hospital Clínico 'ieri ci hanno chiamato colleghi da tutte le parti. Quelli che erano in vacanza sono tornati, c'è il doppio del personale di qualunque giorno festivo'" scrive ancora elpais.com.
La Galizia sta dimostrando di essere popolata di migliaia di eroi anonimi, che fanno del proprio meglio non per dovere, ma per solidarietà. eldiario.es ha tracciato una lista dei buoni e dei cattivi in questa tragedia. Tra i cattivi ci sono TVE, la tv pubblica, per il terribile ritardo, quasi due ore, con cui ha iniziato a informare sulla tragedia in corso alle porte di Santiago (sulla deriva e la decadenza di questa TVE in mano del PP bisognerà prima o poi scrivere un post); la spettacolarizzazione che certe tv hanno cercato di fare del dolore, con le solite interviste patetiche e inutili alle vittime e ai loro conoscenti, che niente aggiungono all'informazione; lo staff della comunicazione della Moncloa che ha compiuto l'incredibile errore nel primo messaggio di dolore di Mariano Rajoy, che per di più è galiziano: nel suo comunicato il premier esprime dolore per i morti del terremoto avvenuto in Cina pochi giorni fa, che poco c'entra con la tragedia nella sua Galizia. 
Ma per i cattivi ci sarà tempo. Adesso è il tempo degli eroi, di ricordare chi si è dedicato agli altri e si mosso per pura solidarietà. Delle ore di coda dei donatori di sangue e degli appelli su Twitter affinché tornassero a casa perché c'era sangue a sufficienza, si è già parlato su Rotta a Sud Ovest: sono stati gli ultimi tweets letti ieri notte. Accanto ai donatori, tra gli eroi della solidarietà, ci sono gli abitanti di Angrois, il quartiere di Santiago de Compostela in cui è avvenuto il deragliamento: sono stati loro a portare i primi soccorsi ai feriti, aiutandoli a uscire dai vagoni, portando loro generi di primo soccorso come acqua, coperte; il fidanzato di una giovane ferita ha raccontato a elpais.com che uno sconosciuto è stato accanto alla sua fidanzata per tutto il tempo, parlandole e animandola, fino a quando non l'hanno estratta dal vagone di cui era prigioniera. Sono piccoli gesti, che parlano di grande altruismo. 
E non bisogna dimenticare le centinaia di dipendenti pubblici, poliziotti, pompieri, personale sanitario, che hanno lavorato per ore e lavorano da ore, a volte rinunciando alle vacanze, spesso dimenticandosi dei turni e presentandosi al lavoro senza guardare agli orari, perché sanno che è necessaria anche la loro presenza. "Bisogna ricordare e sottolineare che questi lavoratori che stanno dando tutto, che hanno lasciato le loro case e le loro vacanze per assistere i sofferenti di questo dramma sono funzionari pubblici che vivono il loro peggiore momento. E che gli ospedali che stanno facendo fronte a questa tragedia sono pubblici. Se non capiamo cosa questo significa, non lo capiremo mai più" ha scritto Helena Villar Janeiro, riportata da eldiario.es. 
Ecco, un altro grande ammonimento che lasciano a tutti noi europei le vittime di Santiago de Compostela. Difendiamo il settore pubblico dei nostri Paesi.