venerdì 11 ottobre 2013

La Caritas: 3 milioni di spagnoli vivono in povertà, con meno di 307 euro al mese

L'allarme è della Caritas Spagnola: 3 milioni di spagnoli si trovano in una situazione di povertà severa, vivono, cioè, con 307 euro al mese, meno della metà del reddito minimo garantito. E' un cifra doppia a quella del 2008, l'anno in cui è scoppiata la crisi economica.
Il Segretario Generale di Caritas Sebastián Mora ha sottolineato l'aumento della povertà cronica, una persona su tre ricorre all'aiuto di Caritas da più di tre anni, e il costante aumento delle differenze tra i cittadini che hanno accesso a beni e servizi e quelli che l'hanno perso o non l'hanno mai avuto. Le famiglie, che con i servizi sociali hanno avuto finora un compito di 'contenimento' del disagio dovuto alla disoccupazione e all'aumento della povertà, sono al limite del collasso. E le difficoltà sono aumentate dal progressivo smantellamento dello Stato Sociale e dei diritti alla sanità, all'istruzione e ai servizi sociali che esso garantiva.
Ci sono numeri che segnalano il progressivo aumento delle difficoltà di molti cittadini spagnoli: il reddito nazionale netto disponibile per cittadino è passato dai 15.421 euro annuali del 2006 ai 13.744 euro annuali del 011; il reddito pro-capite è cioè diminuito dell'11% in cinque anni ed è un impoverimento che ha colpito particolarmente le famiglie con un membro che ha perso il lavoro, le famiglie monoparentali, gli immigrati e i bambini. Sono loro la parte della popolazione a cui Caritas guarda con maggiore preoccupazione; dei bambini che hanno nelle mense scolastiche il loro pasto principale, quando non l'unico, si è parlato più volte sui media, non solo spagnoli, e l'Andalusia, una delle regioni più colpite dalla cristi economica, ha deciso che nelle mense delle scuole pubbliche saranno garantiti tre pasti al giorno, in modo che nessun bambino rimanga senza un'alimentazione sana e adeguata alla sua età.
Nel 2011 la povertà infantile colpiva il 26,7% dei giovani al di sotto dei 16 anni, una percentuale in aumento di 3,1 punti rispetto al 2007.
Nel 2012 Caritas ha investito circa 276 milioni di euro, il 10% in più rispetto al 2011, nella protezione dei più deboli, in programmi come l'Impiego e l'Inserimento nel lavoro (25 milioni), Casa (5,8 milioni) e Accoglienza e attenzione primaria (60,6 milioni); circa 194 milioni di euro provengono dalle donazioni private. Il 47% delle persone aiutate è composto dagli immigranti, il profilo generale continua a essere quello della donna e di coppie comprese tra i 20 e i 40 anni, con bambini piccoli.
Da qualche settimana il Governo spagnolo è impegnato a convincere cittadini e grandi investitori internazionali della frenata della crisi economica. Le cifre macroeconomiche parlano di una diminuzione della distruzione di posti di lavoro e di una timida ripresa, con percentuali di crescita del PIL che nel 2014 potrebbero far pensare a un primo superamento della crisi (ma a questa crescita non corrisponderà un aumento dei posti di lavoro, destinati a diminuire anche nel 2014); i grandi fondi di investimento sono tornati a guardare al mercato immobiliare spagnolo; la solidità del sistema finanziario non suscita più i dubbi che misero in crisi l'euro; lo spread è tornato a guerreggiare con quello italiano, a testimoniare la fiducia che i mercati iniziano ad avere nella Spagna. Secondo un rapporto di Credit Suisse, il numero di milionari spagnoli è aumentato del 13%.
Ma tutto questo non arriva nella vita di tutti i giorni. "Non possiamo uscire dal tunnel lasciando dentro migliaia di persone. Molte volte le proposte per uscire dalla crisi sono una corsa senza guardare chi rimane indietro" ha ammonito Mora, presentando le cifre del lavoro di Caritas.
Viene in mente anche Letizia Ortiz, che qualche giorno fa, ha partecipato all'apertura dei corsi di Formazione Professionale, in Cantabria, ed è stata fischiata da un gruppo di lavoratori che rischia di perdere il posto di lavoro. Più tardi, la futura regina ha chiesto al Presidente della Cantabria qualche informazione sulla manifestazione e sulle sue ragioni. Il politico le ha fatto presente, con una certa soddisfazione, che l'indice industriale della regione sta crescendo e la Principessa ha risposto, pragmatica e concreta: "Sì, ma i cittadini non mangiano con l'indice industriale". Eso es, Princesa.