mercoledì 26 febbraio 2014

Il bel successo di El Principe, serie tv di Telecinco, tra Mori e Cristiani, conflitti e convivenze di Ceuta

Quando TeleCinco decide di puntare sulla qualità, difficilmente sbaglia l'obiettivo. E anche il pubblico risponde come ci si aspetta. In queste settimane la serie El Principe è diventata un piccolo fenomeno, con un'audience mai inferiore a 5 milioni di telespettatori. I protagonisti, José Coronado, Álex González, Hiba Abouk e Rubén Cortada hanno iniziato a invadere le copertine dei settimanali rosa, come sempre accade quando una serie incontra il favore del pubblico.
Nel blog si era già parlato di questa serie, inserendola tra quelle da tenere d'occhio nel 2014. La storia, già anticipata, racconta del giovane poliziotto Javier Morey, inviato a Ceuta come responsabile del commissariato del quartiere El Principe; in realtà il giovanotto è un membro dei servizi segreti spagnoli, che, sotto le nuove spoglie, deve indagare su un gruppo di poliziotti corrotti, che, per denaro, sta favorendo una rete di terroristi islamici, impegnata a reclutare giovani musulmani disperati e fanatici, disposti a immolarsi in futuri attentati. Il confronto con Fran, il capo dei corrotti, è subito serrato ed evidente: i due hanno una diversa concezione del ruolo della Polizia; per Morey è inconcepibile lasciar andare un delinquente, per Fran è possibile, se da questo delinquente si possono avere in cambio informazioni; per Morey bisogna indagare sempre, per arrivare alla giustizia, per Fran a volte la Giustizia è lasciare le cose come stanno, per evitar guai maggiori nella convivenza nel quartiere.
Tocca a Fran andare a prendere il nuovo capo, appena arrivato al porto di Ceuta. E sono sue le parole che spiegano come funzionano le cose sulla costa marocchina: "Qui tutto finisce nell'acqua salata". Cioè tutto finisce in lacrime o nel mare.
Tra le persone che si muovono intorno a Morey ci sono anche la giovane professoressa Fatima e la sua famiglia musulmana. Il fratello minore di Fatima, Abdul, è scomparso, probabilmente attirato in una rete di terroristi islamici, ma la famiglia continua instancabilmente a cercarlo e rifiuta ogni stereotipo, nonostante Faruk, il fratello maggiore, sia il più importante trafficante di hashish del quartiere e sia per questo temuto e rispettato. "Non tutti i mori sono narcotrafficanti, non tutti i poliziotti sono bravi. Siamo solo persone" dice Fatima a Morey, in uno dei loro primi colloqui, anche lei a spiegare una filosofia di vita possibile nel quartiere. Le differenze dei mondi da cui provengono e la condivisione di valori e speranze avvicina pericolosamente Fatima e Morey, che si scoprono attratti sin dal primo incontro. Ma il contesto è difficilissimo: lei è musulmana, controllata a vista dal diffidente Faruk, lui è europeo, con troppe responsabilità sulle spalle. Se storia d'amore sarà, non è detto che, vista la situazione, sia con finale felice (tutto finisce sempre nell'acqua salata, no? Lacrime per Fatima e ritorno dal mare per Morey? chi lo sa).
El Principe poteva essere il classico poliziesco di poliziotto buono contro poliziotti corrotti, con, ingrediente aggiunto, la storia d'amore bella e impossibile con una protagonista irraggiungibile. Invece no.
L'idea geniale è stata ambientare questa storia a Ceuta, per parlare di una città che la Penisola ignora, non fosse per i tentativi degli immigrati di saltare le sue sbarre, per entrare in territorio spagnolo (e l'ultima volta che ci hanno provato sono morti in nove in mare, probabilmente anche con la complicità della Guardia Civil spagnola). Ceuta ha un che di esotico, per lo spagnolo medio, è l'ultimo legato del Protettorato sul Marocco. E' Spagna, ma non quella che siamo abituati a vedere. Basta vedere El Principe per farsi qualche domanda e avere il desiderio di approfondire: la maggior parte della popolazione è musulmana, veste come i musulmani, ha case che ricordano l'Andalusia, è spagnola per passaporto, educazione e lingua, ma non per usi e costumi. Convive con difficoltà con gli spagnoli della Penisola, nella diffidenza reciproca dovuta alla religione, ai valori, alle paure. Uno dei poliziotti del commissariato è di origine marocchina e per sentirsi parte del gruppo non fa altro che raccontare barzellette tremende sui marocchini, perché vuole sentirsi ed essere preso sul serio come spagnolo. Il confronto tra mori e cristiani è continuo, più accentuato che nella Penisola, e difficilmente arriva sugli schermi spagnoli. La cosa che non si pensa è che tutti sono spagnoli, anche se cercano di respingersi e di non riconoscersi. Bello che, per una volta, si sia scelto di raccontare questa Spagna, lontana, e non la solita di Madrid o di Barcellona.
El Principe ha l'intelligenza di raccontare questo conflitto latente con sensibilità. Come dice Fatima, i buoni non sono tutti da una parte e i cattivi non sono dall'altra, tutti sono persone. Il terribile Faruk temuto da tutto il quartiere, che paralizza tutti con il suo gelido sguardo verde, è un marito teneramente innamorato, che vorrebbe un figlio con la giovane moglie, e protegge affettuosamente, con machismo islamico, le sorelle e la madre. Il corrotto Fran tradisce la moglie, ma le è accanto nelle crisi depressive dovute all'assassinio del figlio, da parte di un malvivente appena liberato dal carcere, ed è un padre che si fa in quattro per la figlia adolescente. E' una serie che si segue con passione, rimanendo in devota attesa della prossima puntata, anche se si ha l'impressione che tutto finirà, anche in questo caso, nell'acqua salata. Ma non importa: è una delle migliori serie viste in Spagna negli ultimi anni, per la cura dei dettagli, per la qualità degli attori, per la sceneggiatura attentamente studiata.
El Principe si può seguire in diretta su telecinco.es, tutti i martedì alle 22.30, o nel sito web ufficiale, che conserva le puntate già andate in onda.