domenica 26 aprile 2009

La Spagna vitale e tollerante di Fuori menù

Il Festival del Cinema Gay di Torino ha aperto con una bella commedia spagnola, Fuera de carta, appena uscita in tutta Italia con il titolo Fuori Menù. Ho visto questo film per Benjamin Vicuña (noi ragazze abbiamo spesso queste ottime ragioni per andare a cinema), uno dei coprotagonisti, al suo primo film spagnolo dopo tanta tv e teatro nel suo Cile natale e in Argentina. Ma mi hanno poi gradevolmente sorpreso la storia, il tono da commedia leggera, la capacità che hanno gli spagnoli di ritrarre il mondo gay senza mancargli mai di rispetto, il cast, davvero fenomenale. I tre protagonisti, Javier Camara, Lola Dueñas e Fernando Tejero, sono volti notissimi agli spagnoli: Javier è stato lanciato dalla sit-com 7 vidas, prima di passare al cinema di Almodóvar e alle candidature ai Goya (quest'anno per Los girasoles ciegos), Fernando Tejero è l'indimenticabile portiere dell'ancor più indimenticabile sit-com Aqui no hay quien viva e grazie a quella popolarità si è lanciato in una carriera cinematografica credibile, che non conosce soste, Lola Dueñas si è vista praticamente in tutti i film di Almodóvar degli ultimi anni, la vedrete anche nel perdibilissimo Los abrazos rotos. Tutti e tre sono azzeccatissimi e si fanno seguire con sempre maggiore attenzione nel ritmo della sceneggiatura. Come Benjamin Vicuña, il vertice del triangolo che dà vita al film: interpreta Horacio un ex calciatore argentino che si trova al centro delle attenzioni di Alex, il personaggio interpretato da Lola Dueñas, ma che si innamora, ricambiato, di Maxi (Javier Camara). Al centro della scena c'è Maxi (Javier Camara), uno chef che gestisce un ristorante, è in attesa di un critico che potrebbe dargli la prima mitica stella Michelin, ascolta gli sfoghi d'amore della sua maitre di sala e confidente Alex e si trova all'improvviso a dover badare a un amore imprevisto, Horacio, e ai due figli, nati da un matrimonio dimenticato. Tutt'intorno, i sotterfugi per non rivelare ad Alex l'amore per Horacio (ma quando lo scoprirà, lei sarà formidabile) che sembrano spingere la storia verso la commedia degli equivoci, la rabbia del figlio adolescente, che costringe a riflettere sulla paternità omosessuale, il rifiuto iniziale di Horacio di rivelare il suo amore omosessuale per timore della reazione del mondo del calcio (esilarante come invece la rivelerà, in una trasmissione televisiva, e la compassatissima reazione del conduttore).
Tanti temi di riflessione per una commedia che neanche per un momento rinuncia alla risata, mai volgare e mai banale, che disegna un personaggio indimenticabile, Maxi (grande Javier Camara, non per niente premiato al Festival del Cinema di Malaga dello scorso anno), e che regala una bellissima figura di donna contemporanea, con le fragilità, le frustrazioni e le voglie d'amore di Alex. E' questa Spagna colorata, tollerante, progressista, vitale e sorridente raccontata da Fuori menù, che non si smette mai di apprezzare.
E questa canzone di Amaral, struggente e malinconica, è stata l'altra grande sorpresa di Fuera de carta. Si intitola El artista del alambre.