venerdì 18 febbraio 2011

Francisco Camps, come un Berlusconi spagnolo: non si dimette

Non possiamo dire che Francisco Camps, presidente della Comunitat Valenciana e dirigente di primo piano del Partido Popular, sia il Silvio Berlusconi di Spagna. Nessun leader politico può essere paragonato al Presidente del Governo italiano, dato che nessuno è proprietario dei mezzi di comunicazione come lo è lui e, pertanto, nessuno riunisce il potere mediatico e politico che lui riunisce (la cosa in altri Paesi fa orrore). Però non può non venire in mente Berlusconi al vedere la resistenza di Francisco Camps al lasciare la propria carica politica: non gli importano le accuse di corrotto né l'imbarazzo in cui sta mettendo il proprio partito. Pure lui, semplicemente, vuole evitare il processo, vuole che la legge non sia uguale per tutti e che muoia Sansone con tutti i Filistei.
Francisco Camps è uno dei leaders politici coinvolti nel caso Gürtel. Lo ricordate? E' scoppiato due anni fa e ha coinvolto i vertici del PP a Madrid, a Valencia e in Galizia: per anni, fino al 2005, numerosi dirigenti popolari hanno accettato regali dall'imprenditore Francisco Correa, oggi in carcere, in cambio della concessione dell'organizzazione di eventi e di servizi vari alle proprie imprese. E non solo. Risulta che Correa avesse messo in piedi un ulteriore giro di corruzione approfittando della propria vicinanza al potere: aiutava le imprese di servizi a ottenere incarichi in cambio di una percentuale sui guadagni. Lo scandalo è arrivato a sfiorare anche l'ex premier José Maria Aznar: Correa era amico di suo genero Alejandro Agag, un giovanotto rampante, che per anni ha fatto da mediatore, prima di dedicarsi anima e corpo alla Barwa, la sua squadra di GP2. Ha sfiorato anche la numero 3 del PP, Ana Mato (non c'entra niente, ma giusto per notare la diversa concezione della donna che ha la destra spagnola rispetto a quella italiana: il numero 2 di Mariano Rajoy è Maria Dolores de Cospedal, il numero 3 è Ana Mato; la parità di genere non è solo un'idea eccentrica della sinistra, nella Piel de Toro); da mesi Mato è impegnata a dimostrare che le lussuose auto dell'ex marito Jesús Sepúlveda e i loro viaggi non sono stati pagati da Correa.
La trama Gürtel  è costata a Madrid la testa a sindaci e assessori. I vertici del PP, Maria Dolores de Cospedal in testa, avevano assicurato che il partito avrebbe collaborato con i giudici e avrebbe allontanato dalle cariche pubbliche chiunque non rispettasse i valori di trasparenza e onestà del partito. E così è stato.
L'eccezione arriva da Valencia, dove una settimana fa i giudici che indagano sul caso Gürtel hanno chiesto il rinvio a giudizio per Francisco Camps è altri tre alti dirigenti della Comunitat Valenciana, accusati di ricevere regali da Francisco Correa. Nel caso di Camps i regali consistono in 12 vestiti, 4 giubbotti, 5 paia di scarpe e 4 cravatte, per un totale di 14.021 euro; gli altri tre coinvolti hanno ricevuto regali per un valore minore di quello totalizzato dal presidente. I vestiti venivano fatti su misura e i riceventi li hanno accettati "sapendo che erano loro consegnati in considerazione della carica pubblica che esercitavano e da cui potevano prendere decisioni o usare la loro influenza su determinate materie su cui Francisco Correa Sánchez, Álvaro Pérez e Pablo Crespo (questi ultimi due collaboratori di Correa NdRSO) avevano importanti interessi economici". Per questo i quattro sono considerati colpevoli di corruzione continuata; per Francisco Camps si chiede una multa di 41mila euro.
A questo punto una persona perbene e responsabile si dimetterebbe dalla propria carica e cercherebbe di risolvere in privato i propri problemi con la Giustizia, vista la gravità dell'accusa. Ma Camps, in questo ha imparato la lezione da Berlusconi (e hanno poco da rallegrarsi gli irresponsabili che lo votano e lo sostengono ancora), non ci pensa neanche. Anzi. Raddoppia la sfida, spaccando il PP e mettendo in imbarazzo Mariano Rajoy: riunisce improvvisamente il Comitato Elettorale Regionale del PP e si fa nominare candidato locale alle elezioni regionali di maggio. La mossa di Camps è evidente, vuole mettere Rajoy davanti al fatto compiuto; come può il presidente del PP nazionale andare contro la volontà del PP valenciano, senza creare una ferita nel partito? Leader in difficoltà, ma a Camps non importa. Riceve la solidarietà del portavoce del PP Esteban González Pons, che minimizza le accuse dicendo, praticamente, che i giudici stanno facendo tante storie per "quattro cravatte", senza entrare nel merito: che Camps ha accettato le cravatte in cambio di favori a un imprenditore nel suo ruolo, pubblico, di presidente della Comunitat Valenciana. Questa è la destra alle latitudini mediterranee, chicos: cerca di confondere le idee senza entrare nel merito dei problemi. Quante storie, se gli piacciono le belle donne saranno affari suoi, ci mettiamo a spiare dal buco della serratura? No, ma se gli piacciono le belle donne minorenni, è reato, è corruzione di minore e, se si è trovati colpevoli, si va in galera, anche se si è presidenti del governo. Il merito, non è concetto che la destra e i suoi elettori mediterranei hanno molto chiaro.
Mariano Rajoy, e questo è il suo principale difetto, tende a tacere molto non appena gli si presenta un problema e i suoi scalpitanti dirigenti cercano di metterlo in imbarazzo. In questo assomiglia a José Luis Rodriguez Zapatero: entrambi hanno la tendenza a non entrare nelle lotte di potere tra leaders in competizione, lasciano incancrenire la situazione fino a quando il loro intervento li rende impopolari. E anche in questo caso il presidente del PP tende a tacere. Convaliderà la decisione presa a Valencia? Farà prevalere le ragioni di Stato provenienti da Madrid, per cui non ci si può presentare alle elezioni con un leader indagato e rimandato a giudizio, se si vuole offrire l'immagine di campioni anti-corruzione? In un'intervista a maggio dello scorso anno Rajoy si era molto esposto: "Camps sarà il candidato del PP, dica quello ce dica la Giustizia". Il PP di Valencia lo ricorda, quello di Madrid probabilmente preferirebbe dimenticarlo. Fatto sta che oggi si è riunito il Comitato Elettorale del PP, l'unico in grado di decidere davvero le candidature del partito per le prossime elezioni; ha confermato che Maria Dolores de Cospedal sarà candidata alla presidenza della Castilla-La Mancha, ma non ha detto una parola su Camps. Pochi giorni fa il presidente della Comunitat Valenciana ha detto di sentirsi "il candidato più sostenuto di tutti i candidati della storia delle democrazie occidentali di tutto il mondo". Bisogna ammetterlo, Berlusconi non ha mai osato tanto.