giovedì 11 agosto 2011

Equivoci, sorrisi e umorismo in Cuando me sonreís

Tre puntate non sempre sono sufficienti per giudicare una telenovela, anche se sono utili per avere una prima impressione. Il suo successo/insuccesso a volte determina cambi tali nella sceneggiatura da snaturarne i contenuti. Chissà se succederà lo stesso con Cuando me sonreís, la telenovela iniziata la scorsa settimana in Argentina.
Era una delle telenovelas più attese dell'anno, per varie ragioni. La principale è che segna il ritorno in tv di Facundo Arana, dopo ben due anni di assenza. Dimenticate le atmosfere cupe e drammatiche di Vidas robadas, la tira (così gli argentini chiamano le loro serie televisive quotidiane, le telenovelas, insomma) che ha denunciato per prima il traffico di giovani donne costrette a prostituirsi nei postriboli della stessa Argentina e che ha ottenuto per questo numerosi riconoscimenti, compreso il Martin Fierro, il premio più importante della televisione di Buenos Aires. Il biondo Facundo interpretava Bautista Amaya, un giovane uomo che, causa assassinio di un amico, scopre una trama di sequestri di ragazze costrette a prostituirsi e inizia a collaborare con chi lotta per liberarle (Vidas robadas è in onda in questi giorni in Italia, con i sottotitoli in italiano, su Lady Channel, uno dei canali dell'offerta di Sky).
Cuando me sonreís è una telenovela di tutt'altro genere e ambientazione: è brillante e divertente, una commedia di equivoci che si susseguono a ritmo indiavolato, lasciando senza fiato sia il protagonista che lo spettatore. Tutto inizia a Buenos Aires, quando il produttore musicale Gastón Murfi, 40enne bello e di successo, arriva in ritardo nei suoi uffici, dove ha un importante appuntamento di lavoro. A ostruirgli il parcheggio della sua auto ci si mette pure un camioncino dei traslochi dal quale Luna, una giovane cuoca appena lasciata dal fidanzato, sta scaricando mobilia et similia per il suo nuovo locale, proprio sotto gli uffici di Gastón . L'incontro tra i due non è dei più tranquilli: lui ha fretta, lei per niente, lui senza volere gli rompe un paio di quadretti e li definisce più o meno mediocri, lei si offende e gli giura vendetta. Noi sappiamo già che con un inizio del genere non possono che finire innamorati. La pessima giornata di Gastón, però, non è finita. Suo padre Juan Primero, un truffatore di poco successo e molta fantasia, informa il figlio Juan Segundo, che segue il suo stesso cammino, che il famoso produttore musicale è il suo fratellastro. Al giovanotto ci vuole poco per aguzzare l'ingegno e montare su una sua trama per spillare quattrini al nuovo parente. Juan Segundo decide di sconvolgere la vita di Gastón facendosi passare per suo figlio e, grazie a uno dei tanti equivoci che muovono la telenovela, si presenta nei suoi uffici e gli annuncia l'inaspettata paternità.
Gastón, che abbiamo imparato a conoscere come un uomo gentile e corretto, un po' maniacale su ordine, orari e dati, ha una fidanzata con cui condivide lavoro e passioni e che gli dà una stabilità senza soprassalti (insomma, non è la classica cattiva delle telenovelas, ma è piuttosto una 35-40enne in carriera, dotata di  relazione soddisfacente con un professionista bello, brillante e invidiato). Un figlio che gli entra nella vita senza che ne abbia mai sospettato l'esistenza, accompagnato per di più da un padre che non vede da anni e ha intenzione di continuare a non frequentare, non è cosa che lo entusiasmi. Il nostro Gastón oltre a essere un bell'uomo non è affatto stupido e, subodorato l'inganno (ma non la reale parentela con Juan Segundo, chi l'immaginerebbe, del resto?), cerca in tutti i modi di liberarsene. Ma non ha fatto i conti con Luna, che in uno dei tanti intrecci della trama, è venuta a sapere del suo rifiuto della paternità appena scoperta.
Insomma, il giorno in cui inizia la telenovela cambia per sempre la vita del nostro Gastón, suo malgrado. Cambia anche quella di Luna, ma lei sembra più disponibile al cambio e a perdersi negli occhi azzurri del malcapitato produttore musicale.
Nelle prime puntate si sorride molto, anche se Facundo Arana gigioneggia e sobreactua, esagera nella recitazione, ma è a suo agio nel genere, si diverte e si vede. Con questi continui passaggi da produzioni drammatiche a telenovelas brillanti dimostra di essere uno dei migliori attori della generazione dei 40enni, quella che con lui e Pablo Echarri, il protagonista di Montecristo, continua a essere ancora la più attesa dai telespettatori. La vera scoperta di Cuando me sonreís, però, è Julieta Diaz, la protagonista. Non la si immaginava in una telenovela brillante, dopo averla vista in Valientes, la telenovela che ha lanciato Gonzalo Heredia e che ha dominato gli ascolti dello scorso anno. Non è bella, ma con l'espressività e gli sguardi impressi alla sua Luna, accanto al Gastón maniacale e sopraffatto di Facundo Arana, promette una delle coppie più interessanti dell'anno. Menzione a parte per Juan Primero e Juan Segundo, Mario Pasik e Benjamín Rojas, per ora il motore di tutte le trame e tutti gli intrecci di Cuando me sonreís.
Gli ascolti per ora non sono esaltanti. Peccato.