lunedì 24 ottobre 2011

L'Argentina riconferma Cristina presidente con oltre il 50% dei voti

Tutti i sondaggi sono d'accordo e dicono quello che non si dubitava dalle primarie di agosto: la presidente uscente Cristina Fernandez de Kirchner è stata confermata alla presidenza dell'Argentina ed è stata votata da oltre il 50% degli elettori (secondo clarin.com sono il 54%, pagina12.com.ar si limita a indicare una percentuale superiore al 50%).
Per avere un'idea delle dimensioni del plebiscito in favore di Cristina, basti pensare che il secondo più votato, il socialista Hermes Binner è dato a oltre 40 punti di distanza dalla presidente. Sono dati non ancora ufficiali, ma è difficile che possano essere sovvertiti. In questa, che è stata una delle campagne elettorali più noiose che si siano mai viste, per il semplice fatto che il risultato era ampiamente previsto e l'opposizione non è stata in grado di opporsi in alcun modo alla presidente, abilissima a giocare con la sua vedovanza, e le lacrime che le causa, e con i ritmi di crescita cinesi dell'economia sotto il suo mandato, l'unico dubbio erano le dimensioni del successo di Cristina, l'eventuale secondo turno e, se la vittoria della presidente fosse stata molto ampia, quali partiti sarebbero rimasti fuori dal Parlamento.
Secondo la legge argentina infatti, spiegano i quotidiani locali, se il presidente prende più del 40% dei voti e lascia a 10 punti di distanza il secondo più votato, è eletto direttamente, senza bisogno di un secondo turno tra i due candidati più votati. E, allo stesso tempo, le liste che non superano lo sbarramento del 3% vengono escluse.
Dalle primarie di agosto, in cui Cristina Fernandez aveva ottenuto il 50% dei voti, nessuno ha pensato che sarebbe scesa oltre quella soglia e, dunque, ci si è chiesti quali dei vecchi senatori della politica argentina sarebbero stati spazzati via. Il vecchio presidente Eduardo Duhalde, crollato al 6% dei voti? La rivale di sempre dei Kirchner Elisa Carrió? Lo sapremo durante la notte italiana, quando lo spoglio dei voti darà le dimensioni reali del successo di Cristina Fernandez de Kirchner.
L'Argentina vota anche per il rinnovo di un terzo della Camera, e i primi sondaggi dicono che la presidente ne ha ripreso il controllo, dopo averlo perduto alle elezioni del 2009, per il rinnovo di un terzo del Senato e dei governatori di nove province. Secondo i primi sondaggi, la Provincia di Buenos Aires ha riconfermato Daniel Scioli, in tandem con Gabriel Mariotto, al governo, con un vantaggio di quasi 40 punti sul secondo più votato, Francisco De Narváez.
Cristina Fernandez de Kirchner ha concluso la sua campagna elettorale nel Teatro Coliseo di Buenos Aires, rigorosamente vestita a lutto, come sempre da quando, un anno fa tra tre giorni, è rimasta vedova del marito Néstor; si è molto emozionata, come le capita spesso, ha molto parlato di él, il marito che non nomina mai, ma che è sempre presente nei suoi discorsi, così tanto che c'è sempre il dubbio della manipolazione, ha rivendicato i successi della sua gestione, non solo i ritmi di crescita, ma soprattutto i programmi di inclusione sociale. Ha anche detto alcune frasi che riassumono la sua essenza di donna appassionata e lottatrice, che non ama essere neutrale. E in questa sua decisione, di scegliere sempre da che parte stare, a prescindere dall'essere o meno d'accordo con le sue scelte, c'è l'ammirabile della sua personalità e della sua presidenza.
Alcune delle frasi che ha pronunciato durante l'ultimo discorso elettorale e che ha riportato su Twitter, su cui ha ripreso finalmente a scrivere.
"Le cose che mi sono successe mi obbligano ad aprirmi sempre di più, a tendere la mano, a aiutare che la gente si capisca"
"Quest'argentina è la Presidente di 40 milioni di argentini e deve articolare gli interessi per 30 milioni di argentini"
"Sempre, con politiche di inclusione sociale e difesa dei più vulnerabili, perché questa non è una lotta di imparziali, io non sono neutrale"
"Io starò sempre dal lato della lotta contro la disuguaglianza, per più libertà, più democrazia, più diritti umani, più pluralità"
"Voglio molto bene a tutti, forza Argentina, lottiamo per più Patria, più libertà e più uguaglianza"