venerdì 27 luglio 2012

I leoni dell'Alhambra tornano a ruggire: riaperto al pubblico il Patio de Leones

Il titolo è ampiamente ispirato a elmundo.es, che ha intitolato Los leones vuelven a rugir (I leoni tornano a ruggire), l'articolo con cui ha annunciato la riapertura del Patio de Leones dell'Alhambra. E a me è molto piaciuta l'idea di queste magnifiche sculture ruggenti, che tornano a esercitare il loro fascino e il loro potere dal più bel patio che l'architettura andalusa e musulmana abbia prodotto a memoria d'uomo, uno di quegli spazi che tolgono davvero il fiato per bellezza, armonia, ed equilibrio tra luci e ombre, natura e scultura.
Dopo i restauri iniziati una decina di anni fa (però i leoni della fontana sono stati tolti nel 2007), dunque, il Patio de los Leones è di nuovo aperto al pubblico, in tutta la sua magnificenza. I dodici leoni che reggono la fontana al centro del cortile sono stati restaurati e ripuliti e, durante questi lavori, abbiamo scoperto che sono tutti uno diverso dall'altro; per la prima volta dagli anni 90 sarà possibile verificarlo personalmente: i turisti potranno infatti muoversi di nuovo liberamente per il patio, che non rimarrà più isolato dai cordoni che, dalla galleria che corre intorno, impedivano di avvicinarsi. Il restauro della fontana ha permesso di scoprire il sistema idraulico originale, anch'esso restaurato e portato all'antico splendore e dotato di moderne tecnologie che regolano la temperatura delle acque, evitando il danneggiamento delle sculture di marmo.
I lavori, iniziati nel 2004, hanno portato il Patio dei Leoni all'antica immagine del XIV secolo, quella voluta da Mohamed V, il sovrano che ordinò la sua costruzione. Non più spazio a giardino, come è stato dal 1810, quando i Francesi tolsero il pavimento di ceramica collocato dopo la Reconquista e disegnarono un Patio con sentieri cruciformi e ghiaia, dunque, ma un grande patio di 400 mq, interamente coperto di marmo bianco di Macael. Sono state collocati ben 250 pezzi di marmo, provenienti dalla provincia di Almeria, tutti uno diverso dall'altro con pesi che passano dai 50 ai 400 kg, appositamente disegnati per il Patio de los Leones. Con questa nuova immagine, il più possibile fedele al disegno nazarì, l'unico elemento no nazarì, dice l'architetto Pedro Salmerón, che ha seguito la pavimentazione del Patio, sono i "canali di distribuzione delle acque cruciformi, che sono dei tempi di Fernando e Isabella, i Re Cattolici".
La sfida che aspetta adesso l'Alhambra, dopo questo grandioso restauro costato 2,2 milioni di euro, è la conservazione preventiva perché, "non si può restaurare e poi disinteressarsi". L'Alhambra è uno dei monumenti più visitati di Spagna, come ha detto il presidente della Junta de Andalucia José Antonio Griñán durante la cerimonia di apertura del patio, "è uno dei monumenti più significativi di Spagna e, forse, d'Europa" (io toglierei il forse, gli spagnoli sono modesti quando non devono e diventano arroganti quando è facile ridimensionarli), le migliaia di turisti che ogni giorno visitano i suoi giardini e le sue architetture sono la sua gloria e la sua rovina, per ragioni facilmente immaginabili. Pensate che anche solo nel Patio dei Leoni i passi di migliaia di persone, ogni giorno dell'anno, hanno creato non pochi problemi di conservazione anche nella galleria, che, per un decennio, è stato l'unico posto in cui si poteva circolare per poter vedere la magnifica fontana centrale e la spettacolare scenografia preparata dagli architetti musulmani per deliziare il loro signore. Il cortile vero e proprio è stato chiuso al pubblico per anni perché i sentieri in cui muoversi erano di ghiaia "e la gente la portava nelle scarpe nelle sale adiacenti, deteriorando la loro pavimentazione. Adesso il suolo in marmo permette una migliore conservazione ed è anche quella che è stata restituita ad altre sale, che l'avevano originalmente". A quante cose deve pensare un restauratore.
Dal web spagnolo, il Patio de los Leones, prima e dopo il restauro