giovedì 27 settembre 2012

La Spagna sceglie Blancanieves, muta e in bianco e nero, per la corsa all'Oscar

La Academia de Cine spagnola ha scelto oggi Blancanieves di Pablo Berger come propria rappresentante alla corsa per la nomination come Miglior film straniero ai Premi Oscar del 2013. L'annuncio è di pochi minuti fa e la scommessa audace e originale dell'Academia lascia sentimenti contrastanti. No, che non si dubiti, è assolutamente condivisibile: questa storia di Biancaneve, spostata in un cortijo andaluso, gotica, in bianco e nero e muta, intrisa di sentimenti appassionati e meridionali non può non meritare la candidatura. Non c'è recensione, finora, che non sia stata positiva; non c'è passaggio in un Festival, prima Toronto e adesso San Sebastián, che non abbia suscitato entusiasmi. E da domani arriverà il giudizio del pubblico, nelle sale spagnole.
"Il film di Berger è fantastico" scriveva pochi giorni fa elcultural.es, supplemento culturale di El Mundo "Il cinema spagnolo è generalmente migliore quando è davvero spagnolo e una delle grandi scelte azzeccate del film è il suo uso avanguardista dei simboli andalusi: i tori onnipresenti, le mantillas, il flamenco e i cortijos. Berger costruisce un universo iberico allo stesso tempo onirico e simbolico, di una grande forza espressiva. Con tanti film simili, Blancanieves riesce a emozionarci e a essere radicalmente originale e nuova. Al di là di molte altre scelte formali azzeccate, Blancanieves approfondisce l'essenza della storia classica: l'orfanità, la necessità d'affetto, la crudeltà del passare del tempo e la fugacità della bellezza giovanile, l'amore come redenzione della sfortuna della protagonista".
Può un film in bianco e nero, muto, così legato ai simboli dell'Andalusia e che racconta una fiaba che Hollywood ha rappresentato per ben due volte quest'anno, arrivare nella cinquina finale? Se pensiamo a The artist, che ha trionfato proprio mentre Berger girava il suo film, sì, può arrivare. E la speranza è che questo cast elogiato in tutte le recensioni, dalla terribile matrigna di Maribel Verdú, che in molti vedono già con il Goya 2013, alla bella sorpresa della giovanissima Macarena García, possa davvero arrivare alla Notte degli Oscar.
Rimangono fuori dalla gara El artista y la modelo di Fernando Trueba, appena presentato al Festival di San Sebastian, e Grupo 7 di Alberto Rodriguez, un campione d'incassi molto apprezzato anche dalla critica.
Il primo è un omaggio all'arte e alle sue pulsioni, oltre che a un'epoca e a un attore, Jean Rochefort: nella Francia meridionale, occupata dai nazisti, un vecchio scultore ritrova la passione per il suo lavoro, grazie all'arrivo di una giovane spagnola, scappata da un campo di rifugiati, e scolpisce la sua ultima opera. Un omaggio all'autunno della vita, alla sua malinconia e al desiderio di essere vivi, in fondo. Nel cast, oltre a Jean Rochefort, anche Claudia Cardinale e la giovane Aida Folch, musa dello scultore.
Il secondo è un film d'azione, insolito per il cinema spagnolo, che racconta come nel periodo precedente alla Expo del 92, le strade di Siviglia siano state ripulite di piccoli delinquenti, drogati e prostitute, con i metodi spicci di un corpo di Polizia appositamente creato, il Grupo 7 del titolo. Tra i pregi del film, oltre alle scene d'azione e un Mario Casas che si inizia a capire quando parla, anche il ritratto di una Siviglia lontana dagli stereotipi, violenta e disperata come le brochure turistiche non ci raccontano, ma come non è difficile immaginarsi possa essere.
E' curioso come nell'anno dei tagli alla Cultura, il prossimo anno il settore conterà sul 30% in meno di finanziamenti pubblici, il cinema spagnolo abbia saputo produrre film così diversi tra di loro e così intensi, in grado di dialogare con il pubblico internazionale, attraverso l'azione, la malinconia e, addirittura, il muto bianco e nero. Tutta una lezione di sopravvivenza, l'ennesima sfida della Spagna alla crisi. Enhorabuena, Blancanieves, que te vaya bien!
Da youtube, il trailer di Blancanieves