Negli ultimi mesi Diego Torres, l'ex socio di Iñaki
Urdangarin nell'Instituto Noos, ha consegnato ai giudici, che indagano sulla
trama di malversazione di denaro pubblico ed evasione fiscale, una serie di emails che hanno messo in sempre maggiori difficoltà la Monarchia.
Il colpo finale lo ha dato oggi, con l'interrogatorio davanti ai magistrati.
Stavolta Torres non si è avvalso della facoltà di non rispondere, perché non intende essere il capro espiatorio per salvare il Duca di Palma. Così ha confermato che l'Infanta Cristina e il Segretario di entrambe le Infante, Carlos Garcia Revanga, membri del CdA
di Noos, partecipavano al processo decisionale come tutti gli altri.
Ergo, l'Infanta non solo sapeva benissimo da dove arrivava la ricchezza
familiare, ma prendeva le decisioni e le approvava. Per dimostrare le sue
parole, Torres ha consegnato agli avvocati nuove emails, in cui si prova che
Cristina e García Revenga partecipavano alle decisioni.
E non solo.
Diego Torres ha confermato quanto rivelato tempo fa da El Mundo, che re Juan
Carlos ha favorito gli incontri del genero con i dirigenti di Valencia, per
fare avere a Noos l'organizzazione di vari eventi sportivi. Il forum sportivo Valencia
Summit, in particolare, è stato negoziato da Iñaki Urdangarin con l'allora presidente della Comunitat Valenciana
Francisco Camps e con il sindaco di Valencia Rita Barberá nella stessa
Zarzuela, dopo un pranzo con il Re, a marzo 2004. A Torres è stato chiesto se
all'incontro dei tre era presente anche Juan Carlos e lui ha risposto di no.
Nell'interrogatorio ci sono stati riferimenti anche al consulente legale della
Zarzuela, il conte di Fontao José Manuel Romero, che nel
2006 aveva chiesto al Duca di allontanarsi da Noos; secondo Torres, aveva chiesto loro ripetutamente di "coprire le apparenze" sull'attività
di Iñaki in Noos. Un modo di dire che la Zarzuela sapeva e non impediva, chiedendo
semplicemente di curare le apparenze.
La testimonianza di Torres è evidentemente devastante, anche se non inattesa,
per l'Infanta Cristina, sempre più vicina all'imputazione (e davvero sarà inspiegabile
se, unico membro del CdA di Noos, non verrà imputata) e, a questo punto, anche
alla rinuncia ai diritti di successione e ai titoli (l'unico titolo a cui non
potrà rinunciare è quello di Infanta di Spagna, che spetta automaticamente ai
figli del sovrano).
Ed è un duro colpo anche per re Juan Carlos, che sapeva e
non impediva, cercando solo di badare alle apparenze, risultando così uomo e
sovrano a cui importano più le ipocrisie del buon apparire che contenuti e
doveri. Del resto il primo esempio di questo modo di essere, tollerato anche da
una certa Chiesa Cattolica, è il suo infelice matrimonio con Sofia di Grecia,
accompagnato da infedeltà e freddezze, ma perfetto in apparenza (fino a quando
la regina si è stufata e ha iniziato a dimostrare pubblicamente la lontananza
privata).
Nei giorni scorsi re Juan Carlos si è sottoposto al solito check-up annuale, da cui risulta un peggioramento di un'ernia al disco, che potrebbe richiedere una nuova operazione. Si è quasi perso il conto delle operazioni chirurgiche a cui si è sottoposto il sovrano spagnolo negli ultimi due anni, a causa dei suoi acciacchi. Potrebbe essere un'ottima occasione per pensare seriamente all'abdicazione.
Nei giorni scorsi re Juan Carlos si è sottoposto al solito check-up annuale, da cui risulta un peggioramento di un'ernia al disco, che potrebbe richiedere una nuova operazione. Si è quasi perso il conto delle operazioni chirurgiche a cui si è sottoposto il sovrano spagnolo negli ultimi due anni, a causa dei suoi acciacchi. Potrebbe essere un'ottima occasione per pensare seriamente all'abdicazione.