sabato 16 febbraio 2013

Scandalo Noos: nell'interrogatorio l'ex socio di Urdangarin coinvolge il Re e l'Infanta Cristina

Negli ultimi mesi Diego Torres, l'ex socio di Iñaki Urdangarin nell'Instituto Noos, ha consegnato ai giudici, che indagano sulla trama di malversazione di denaro pubblico ed evasione fiscale, una serie di emails che hanno messo in sempre maggiori difficoltà la Monarchia.
Il colpo finale lo ha dato oggi, con l'interrogatorio davanti ai magistrati. Stavolta Torres non si è avvalso della facoltà di non rispondere, perché non intende essere il capro espiatorio per salvare il Duca di Palma. Così ha confermato che l'Infanta Cristina e il Segretario di entrambe le Infante, Carlos Garcia Revanga, membri del CdA di Noos, partecipavano al processo decisionale come tutti gli altri. Ergo, l'Infanta non solo sapeva benissimo da dove arrivava la ricchezza familiare, ma prendeva le decisioni e le approvava. Per dimostrare le sue parole, Torres ha consegnato agli avvocati nuove emails, in cui si prova che Cristina e García Revenga partecipavano alle decisioni.
E non solo.
Diego Torres ha confermato quanto rivelato tempo fa da El Mundo, che re Juan Carlos ha favorito gli incontri del genero con i dirigenti di Valencia, per fare avere a Noos l'organizzazione di vari eventi sportivi. Il forum sportivo Valencia Summit, in particolare, è stato negoziato da Iñaki Urdangarin con l'allora presidente della Comunitat Valenciana Francisco Camps e con il sindaco di Valencia Rita Barberá nella stessa Zarzuela, dopo un pranzo con il Re, a marzo 2004. A Torres è stato chiesto se all'incontro dei tre era presente anche Juan Carlos e lui ha risposto di no.
Nell'interrogatorio ci sono stati riferimenti anche al consulente legale della Zarzuela, il conte di Fontao José Manuel Romero, che nel 2006 aveva chiesto al Duca di allontanarsi da Noos; secondo Torres, aveva chiesto loro ripetutamente di "coprire le apparenze" sull'attività di Iñaki in Noos. Un modo di dire che la Zarzuela sapeva e non impediva, chiedendo semplicemente di curare le apparenze.
La testimonianza di Torres è evidentemente devastante, anche se non inattesa, per l'Infanta Cristina, sempre più vicina all'imputazione (e davvero sarà inspiegabile se, unico membro del CdA di Noos, non verrà imputata) e, a questo punto, anche alla rinuncia ai diritti di successione e ai titoli (l'unico titolo a cui non potrà rinunciare è quello di Infanta di Spagna, che spetta automaticamente ai figli del sovrano). 
Ed è un duro colpo anche per re Juan Carlos, che sapeva e non impediva, cercando solo di badare alle apparenze, risultando così uomo e sovrano a cui importano più le ipocrisie del buon apparire che contenuti e doveri. Del resto il primo esempio di questo modo di essere, tollerato anche da una certa Chiesa Cattolica, è il suo infelice matrimonio con Sofia di Grecia, accompagnato da infedeltà e freddezze, ma perfetto in apparenza (fino a quando la regina si è stufata e ha iniziato a dimostrare pubblicamente la lontananza privata).
Nei giorni scorsi re Juan Carlos si è sottoposto al solito check-up annuale, da cui risulta un peggioramento di un'ernia al disco, che potrebbe richiedere una nuova operazione. Si è quasi perso il conto delle operazioni chirurgiche a cui si è sottoposto il sovrano spagnolo negli ultimi due anni, a causa dei suoi acciacchi. Potrebbe essere un'ottima occasione per pensare seriamente all'abdicazione.