Manca una settimana all'inizio della Feria de Abril e nel
web sivigliano si inseguono consigli e
suggerimenti su cosa indossare e non indossare per seguire le tendenze
dell'anno della moda flamenca, senza apparire una fashion victim e senza
tradire l'identità del vestito da gitana.
Ci sono anche idee su come comportarsi nel Recinto del Real, per non apparire
desubicadas e per non sembrare una guiri spaesata. Guiri è un'antipatica parola
spagnola che indica i turisti stranieri, soprattutto i nordici: si usa a volte
con sprezzo e a volte con simpatia, ma in my opinion sempre con il solito
complesso di superiorità spagnolo, che rende la parola piuttosto antipatica e la
loro idea di accoglienza e rispetto dell'altro quantomeno peculiare
(pensandoci, non credo che in italiano esista un corrispettivo di questa
parola).
Su sevillamagazine.es, un sito web giovane e bello, dedicato alla vita
culturale di Siviglia e alla sevillania, la siviglianità, Olga Herrera
individua nove chiavi per essere una perfetta flamenca alla Feria de Abril 2013.
Se entrerete nel Real o in una Feria andalusa dei prossimi mesi, fate tesoro
delle sue parole.
La prima cosa da tenere a mente, secondo Herrera, è che una mujer flamenca si
mette i tacchi e "se finisci con un dolore ai piedi, lo sopporti".
Perché tanta inflessibilità? Perché andare senza tacchi significa andare
"contro lo stesso spirito femminile del nostro vestito regionale, per cui
cerca il modello più comodo possibile, tacco sottile o grosso che sia". Sono out,
sia chiaro, sia le scarpe di tessuto, perché se piove si sporcano, sia i
sandali, perché sono più adatti "per un vestito da sera".
Il mantoncillo, lo scialle dotato di frange più o meno lunghe che caratterizza
il vestito, deve andare sulle spalle e mai legato alla cintura, come a volte
usano le più giovani: "Così dà la sensazione che non si sa cosa farne e lo
si mette alla vita per non perderlo". Ed è una cosa "da lasciare alle
guiris e non al prodotto nazionale".
Tra gli altri consigli, il make up, che non vede essere esagerato, ma neanche
inesistente: "Al limite mettiti nelle mani di qualcuno che sappia
truccarti, ma un traje de flamenca merita che ti trucchi". Così anche la
manicure: chi non ama lo smalto colorato, che pure sarebbe indicatissimo per la
Feria de Abril, con i suoi colori, la sua musica e il suo sostanziale
esibizionismo (che non è per forza un concetto negativo, il fatto è che se non
si va per vedere e per farsi vedere, non ha senso andare alla Feria, a meno che
non si voglia sembrare il solito guiri spaesato), deve usare "almeno uno
smalto nei colori naturali". L'attenzione per il look non può prescindere
dai capelli e Olga Herrera ricorda che non si può spendere un capitale per il
traje de flamenca e poi andare pettinata "come appena uscita dalla doccia. L'acconciatura
è parte fondamentale" per la donna flamenca e molte volte"vediamo
donne che ci fanno voltare, non perché indossano un vestito spettacolare, ma
perché sono perfettamente in ordine". Tra le tendenze indicate dalle
passerelle della moda di flamenco di quest'anno c'è l'ispirazione Frida Kahlo, ma non tutte le esperte della blogosfera sono d'accordo. Il
rischio è di avere troppi fiori in testa, cosa che non piace a tutte (per me
l'incontro tra Frida e il cappello del charro messicano con il traje de flamenca
è stata una delle cose più intriganti delle passerelle della moda flamenca
2013, ma io sono una guiri e non frequento la Feria, quindi la mia opinione non
vale più di tanto).
Stabiliti make-up, manicure e acconciature, c'è un errore da non commettere mai:
mai passeggiare per il Real con gli occhiali da sole: "E' vero, a volte il
sole è fastidioso, ma chi ha mai detto che vestirsi da flamenca è comodo come
passare la giornata al parco?" ammonisce severamente Olga. Le flamenche lo
ricordino: occhiali da sole lasciati in auto e amen: "Dobbiamo esportare
la moda di Siviglia". Che incredibilmente, nonostante la città viva al
sole per nove mesi all'anno, non prevede gli occhiali da sole nella sua
manifestazione pagana più famosa e più attesa.
E si passa finalmente al vestito: ce n'è per tutti i gusti e tutti i fisici,
Olga Herrera non dà indicazioni. O meglio, ne dà solo una: "Nessuna gonna
nera da ballo con mantoncillo e garofano: non siamo in una scuola di ballo! E
il cappello a tesa larga rosso è il colmo del disastro. Chi va in giro così per
la feria, possiamo firmare che non è di Siviglia né della provincia".
Rimangono ancora due indicazioni da tenere in considerazione. Una, è un invito
a lasciare gli ibridi a casa: o ci si veste da flamenca oppure no, ma vestirsi
normale e poi mettersi il mantoncillo o un fiore in testa "è di un
malgusto tremendo" (e qui è questione di gusti, visto che altrove c'è chi
consiglia di non sentirsi obbligate a indossare il traje de flamenca, a volte basta semplicemente un accessorio per essere in parte e sentirsi a proprio agio
nel Real). L'altra indicazione, l'ultima, è la più frivola e divertente: non
vale la pena aver fatto la fatica di scegliere il vestito, di aver sistemato
capelli e mani e di passeggiare sui tacchi, se poi non si sa posare per la foto
con il look flamenco. E come posa una mujer flamenca in piena Feria? "L'eleganza
è, come in tutti i casi, innata, è questione di atteggiamento. Ci appelliamo
alla spontaneità, che è sempre una scommessa sicura e la decisione è poi nelle
tue mani". Occhio, questo sì, ai volti con espressione "da Mata Hari",
questi sembrano essere decisamente out per Olga Herrera.
Se tante esigenze non vi hanno spaventate, siete pronte per essere una perfetta flamenca da Feria (e senza
sembrare una guiri!).